BPVi e Veneto Banca, il futuro è... rinviato. Danièle Nouy vede la "risoluzione" e mette tutto nelle mani della Commissione europea
Martedi 28 Marzo 2017 alle 22:28 | 0 commenti
Il futuro di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca si doveva decidere in buona parte oggi nelle intenzioni del presidente "vicentino" Gianni Mion con l'amministratore delegato Fabrizio Viola e del presidente "montebellunese" Massimo Lanza col suo ad Cristiano Carrus il 9 gennaio scorso quando presentarono a Padova l'Offerta pubblica di transazione (Opt) che per entrambe le ex Popolari venete si è chiusa alle 13.30. Ma in finanza oggi gli oltre due mesi e mezzo passati da quel 9 gennaio sono tanti, forse troppi, perchè gli scenari non cambino anche radicalmente. E in questi ultimi giorni si è parlato molto e anche troppo del salvataggio delle due banche venete, che, pur con l'esito abbastanza positivo dell'Opt della vicentina e delle montebellunese, ora è nelle mani della Commissione europea. Â
Visto che i "tecnici" di BCE, Vigilanza e Concorrenza si sono smarcati dalla decisione di loro competenza rimettendola nella mani dei politici, la Commissione, pare implicito che abbiano emesso di fatto un giudizio per lo meno di "non salvataggio" se non di condanna al default lasciando poi la patata bollente del bail-in forse cercato nelle mani degli "eletti".
Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza Bce, ieri 27 marzo, incalzata dalle domande dei giornalisti, ha, infatti, detto: "Le due banche venete hanno richiesto la ricapitalizzazione precauzionale. Questo va discusso in Commissione. Ci sono più attori nelle ricapitalizzazioni precauzionali ed è la Commissione ad avere il ruolo guida".
E oggi a Vicenza ha fatto molto caldo visto che il cda ha approvato il progetto di bilancio 2016 con una perdita di 1.9 miliardi di euro e con parametri stiracchiati in molte sue sezioni.
Tornando alle parole della Nouy si può leggere tra le righe che la bontà della fusione tra le due banche non appare poi così scontata.
Anche se Banca Popolare di Vicenza ha smentito categoricamente le vociferate dimissioni del presidente Gianni Mion, la trattativa europea, prolungata di giorno in giorno e questo in finanza è grave se non mortale, lo abbiamo detto, fa diventare ancora più tesa la situazione perché, come ha ribadito la Nouy, con un nuovo riferimento alla risoluzione (fallimento) delle banche la Bce non ha paura di usare tutti gli strumenti di cui dispone per ridurre il numero delle banche in Italia e in Europa.
Allora tutto passa nelle mani della Commissione europea che avrà un ruolo guida su un piano di rilancio che si preannuncia pesante, a partire dagli esuberi. La cosa che fa più paura è quella che si possa andare verso un tragico bail-in con Veneto Banca magari costretta a doversi immolare alla BPVi per evitarne uno doppio.
Se la storia si ripete c'è, però, da registrare che se in passato Bankitalia voleva a tutti costi una fusione basata su un assorbimento di Montebelluna da parte di Vicenza, ora quei costi verranno decisi sul tavolo europeo e non più romano con lo stesso esito prevedibile ma per due entità ormai dissolte, anche se ancora non "risolte".
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