BPVi e Veneto Banca: basta prendersela con Vestager. Riccardo Rocca: Procura di Vicenza cerchi il miliardo che serve là dove è!
Domenica 21 Maggio 2017 alle 21:23 | 0 commenti
All'incontro a Roma del 21 febbraio scorso tra la delegazione di "Noi che credevamo nella BPVi" capeggiata da Luigi Ugone e il sottosegretario all'Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, incontro a cui eravamo presenti (in esclusiva da... "infiltrati" sia pur noti e accettati), l'esponente del governo aveva anticipato con chiarezza il suo giudizio sul "mancato impegno dell'imprenditoria locale che pure è stata compartecipe dei motivi della crisi della ex Popolare" che ora ripete e precisa quando dice che "lo Stato è pronto a fare la sua parte, ma non basta" come si legge in questi gorni sulla stampa nazionale e, a seguire, su quella locale, che urla, insieme ai politici "insegui consensi" ex post, al "complotto" anti Veneto e contro le due ex Popolari venete.
Eppure politicanti e colleghi (o colleghi politicanti) mai prima avevano evidenziato i comportamenti delittuosi dei vertici bancari, soprattutto della Banca Popolare di Vicenza, e gli attacchi ancora più diabolici di Banca d'Italia & c., in specie a Veneto Banca, gli uni e gli altri pagati poi dai soci a decine di migliaia.
Si legga al riguardo anche la coraggiosa, anticonformista ma sempre più comprovata denuncia di ieri, 20 maggio, del consigliere regionale Antonio Guadagnini che noi, che già avevamo diffuso il 4 maggio la sua video lettura in Consiglio regionale, e Il Gazzettino abbiamo pubblicato integralmente e che altri hanno trasformato in una molto parziale e "vicentina" pagina pubblicitaria a pagamento...
Lo stimolo di Baretta a metterci soldi privati, magari locali, nelle due banche, una volta spremute da certi... veneti e che altrimenti tutto sarebbero meno che venete, fa da eco alle richieste dell'Europa di una partecipazione dei privati alla nuova "ricapitalizzazione preventiva" delle due ex Popolari, in assenza della quale l'intervento di Stato parrebbe irrealizzabile facendo gridare allo scandalo chi come l'esperto di economia e finanza del GdV, Marino Smiderle, ieri scriveva: "Prepariamoci: la Commissione europea ha deciso di far fallire la Banca Popolare di Vicenza e/o Veneto Banca". E, poi, aggiungeva, lui che in passato ha sempre incoraggiato i vicentini a mettere i loro soldi nella musìna della BPVi, che la perfida commissaria danese alla Concorrenza, Margrethe Vestager, deve sbloccare l'aiuto di Stato tout court visto che "gli investitori privati razionali non metterebbero mai un euro nelle ex Popolari".
Parlando oggi con Riccardo Federico Rocca sulla questione delle tasse da pagare sugli indennizzi (?) concessi a chi, invece, in passato ha messo in BPVi, e in Veneto Banca, fino a tutti i propri risparmi, ne abbiamo approfittato per scambiare qualche opinione anche sulla comoda abitudine italica e vicentina di attribuire le colpe sempre a qualcun altro.
"Non penso sia il caso di gridare alla lesa patria - ci dice il dr. Rocca - quando l'Europa dice cose sacrosante e del tutto condivisibili, ovvero: (i) che il buco di BPVi (e di Veneto Banca) era così ampio che, nonostante il contributo del Fondo Atlante, non è stato ancora del tutto sanato; (ii) che il denaro dei contribuenti non deve coprire le malefatte altrui; (iii) che sono necessari altri soldi privati prima dell'intervento pubblico. Il miliardo di euro e passa che manca all'appello - e quindi circa 500 milioni per istituto - è una cifra monstre per il singolo risparmiatore ma del tutto gestibile per i ricchi componenti dei Cda che hanno generato il danno e che, in base a un basilare criterio di equità , dovrebbero contribuire a rimediarvi".
Il miliardo e trecento milioni di euro sequestrati alla famiglia Riva per il disastro ILVA dovrebbero fare giurisprudenza ci ricorda Rocca che "senza nessun riferimento personale" aggiunge sarcasticamente "4.000 ettari di vigneti hanno indubbiamente un certo valore...".
Se la vicenda delle ex popolari si chiuderà col bail-in, prima di colpevolizzare l'intransigenza della Vestager (il Commissario Antitrust) e l'insensibilità dei falchi tedeschi ai nostri guai, conclude il partner dello studio associato milanese, "sarà forse opportuno rivolgersi alla Procura di Vicenza per farci chiarire come non sia ancora giunta alla conclusione - oramai scritta sui sassi - che gli ultimi bilanci della BPVi erano palesemente falsi".
Questo è quanto per chi non "marina" la scuola... di giornalismo.
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