Associazioni contro l'Isee: "I disabili sono penalizzati". E in Veneto contro l'IDC
Domenica 19 Gennaio 2014 alle 10:54 | 2 commenti
Vittorio Corradi, Presidente Sezione A.I.A.S. S. Bortolo di Vicenza -  Allego comunicato stampa delle Sezioni A.I.A.S. del Friuli Venzia Giulia, di Padova e Vicenza
Il Comitato Provinciale e la Consulta Regionale delle Associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie esprimono «forte preoccupazione rispetto all'utilizzo dell'Isee (Indicatore di Situazione Economica Equivalente) quale parametro per l'accesso alle prestazioni socio-assistenziali».
Chiederanno, quindi, alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia di «adottare opportuni correttivi tecnici per porre rimedio a un provvedimento che rischia di penalizzare fortemente le persone con gravi disabilità e, più in generale, i nuclei familiari dove è presente una persona disabile grave».
Il nuovo strumento dell'Isee è stato introdotto dal governo nazionale lo scorso 3 dicembre 2013, con l'intento di garantire maggiore equità nell'erogazione dei contributi, anche in considerazione della difficile congiuntura economica. «Dal punto di vista prettamente tecnico si tratta della somma dell'Indicatore di situazione reddituale (Isr) più l'Indicatore di situazione patrimoniale (Isp), il tutto calcolato con scale di equivalenza spiegano Ernestina Tam, rappresentante del Comitato provinciale, e Vincenzo Zoccano, presidente della Consulta regionale.
«Purtroppo però è previsto che per definire l'Indicatore di situazione reddituale vadano considerati come reddito anche pensioni di invalidità , indennità di accompagnamento, Carte di debito (Social Card) e contributi ricevuti per progetti di vita indipendente, con una franchigia molto sfavorevole - spiegano ancora Tam e Zoccano -. Parallelamente l'Indicatore di situazione patrimoniale tiene conto del valore di un'abitazione di proprietà , di titoli di stato, obbligazioni o azioni eventualmente possedute». Secondo il Comitato Provinciale e la Consulta Regionale i nuovi meccanismi di calcolo tendono a raffigurare una realtà che non tiene in debita considerazione le oggettive difficoltà , economiche ma non solo, che una persona disabile grave e una famiglia devono quotidianamente affrontare e, sulla base di un potere d'acquisto spesso solo virtuale a fronte di spese sempre molto consistenti e di sacrifici elevatissimi, rischiano di impedire l'erogazione di contributi pubblici assolutamente indispensabili. «Il Comitato e la Consulta intendono attivare un confronto con le organizzazioni sindacali nonché incontrare i Parlamentari della Regione investendoli del problema per concordare insieme a loro un'adeguata strategia a livello nazionale», concludono Ernestina Tam e Vincenzo Zoccano.
Nel Veneto nel frattempo si sono inventati l'IDC (indennità domiciliare di cura) con l'obiettivo di
far restare le persone in famiglia con una indennità ridicola. Inoltre la non fruizione dei Diurni per
le persone disabili in Residenza o Comunità o Case Famiglia completa la reale e completa
Domiciliarità . Sì, ma da segregati!
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