Area Zambon, l'appello video di Claudia a non perdere altro tempo per il disinquinamento: dopo morti dubbie si pensi almeno al futuro
Sabato 9 Luglio 2016 alle 14:31 | 0 commenti
Una fabbrica farmaceutica attiva fino a pochi anni fa in centro abitato, poco fuori dalle mura storiche della città di Vicenza, in una zona residenziale densamente popolata, con diversi condomini, e nella quale risiede anche l'attuale sindaco di Vicenza Achille Variati. Un'area di di 30 mila metri quadri abbandonata dal 1976 quando è stata venduta dalla proprietà al Comune di Vicenza: ed è iniziata una lunga e tortuosa vicenda sul progetto di bonifica e riqualificazione. Un'area che oggi, nel 2016, dopo quarant'anni esatti è ancora abbandonata e avvolta dal degrado, come si può vedere dalle immagini nel reportage video di VicenzaPiùTv. La storica azienda vicentina Zambon aveva iniziato la sua attività nel lontano 1906 con un magazzino di medicinali che nel 1920 si è trasformato in produzione farmaceutica.
Nel 1932 fu poi acquistato dalla Montecatini lo stabile di una vecchia fabbrica di concimi chimici in via Cappuccini, che dopo essere stato ristrutturato divenne la nuova sede della società : nel 1933 entrarono in funzione i primi reparti per la sintesi dei prodotti di base a uso farmaceutico.
La fabbrica di via Cappuccini nel 1944 fu devastata da un massiccio bombardamento: la ricostruzione, però, avvenne in tempi record e nel 1946 il nuovo stabilimento divenne più grande e funzionale fino all'anno 1976 quando la Zambon si traferì vendendo l'area di 30 mila metri quadri al Comune di Vicenza.
Da quell'anno è iniziata la lunga, contorta e ancora non conclusa vicenda della bonifica e riqualificazione.
Sono state rintracciate diverse sostanze inquinanti andando a scavare nel terreno e da fine anni '90 si è parlato dello scoppio di una vera e propria "bomba ecologica" secondo quanto dichiarato alla stampa da Enrico Hüllweck, il sindaco di allora e, tra l'altro, medico di professione. All'epoca le analisi dell'Ulss 6 di Vicenza avevano però stabilito che non c'era "nessun pericolo per gli abitanti della zona" assicurava Celestino Piz, direttore dello Spisal dell'Ulss 6.
Poi è arrivata anche una sentenza del Tar a sancire che a causare l'inquinamento era stata la Zambon, intimando di provvedere alla bonifica.
Su questa situazione ambientale di articoli sulla stampa ne sono usciti in quantità in quarant'anni: uno dei residenti della zona, Luciano Parolin, ne ha raccolti a centinaia in un quadernone, decidendo anche di riassumerli in un opuscolo in cui viene ricostruita la storia recente della ex Zambon.
"Anni e anni di proclami, ma è tutto come prima", commenta sconsolato Parolin.
Il 29 luglio 2013 è stato, però, firmato l'accordo tra Comune di Vicenza e Zambon per la bonifica e la riqualificazione della storica area ex industriale, con il Comune che avrà circa la metà dell'area per realizzare il parco attrezzato e un parcheggio pubblico di 3 mila metri quadrati. Zambon potrà invece costruire edifici residenziali per un volume massimo di 30 mila metri cubi che sorgeranno su una piastra di 5 mila metri quadrati riservata a parcheggi e autorimesse private.
Ma nel 2016, dopo quarant'anni dalla chiusura della fabbrica, il progetto di bonifica e riqualificazione dell'area non è ancora realtà anche se, ci assicurano dalla direzione milanese della Zambon, è in via di assegnazione l'appalto per i lavori milionari a suo carico e, aggiunge l'azienda, sotto il suo responsabile controllo, per evitare anche quanto spesso avviene nel settore degli appalti pubblici...
Ciò che è mancato in questi anni per non allungare così tanto i tempi è stata, forse, una voce forte dei cittadini sulla situazione dell'area.
A VicenzaPiùTv la signora Claudia, che da 25 anni abita lì e fin da quando era una bambina vedeva uscire fumi bianchi e di diversi colori dal suo appartamento con vista sulla fabbrica, fa una appassionata denuncia, non solo per ricordare il passato ma, soprattutto, per rivolgere un appello a chi di dovere a risolvere senza ulteriori ritardi la situazione: la bonifica è indispensabile per la salute pubblica ma la riqualificazione sarà utile anche dal punto di vista urbanistico di un'area nel centro città da troppo tempo dismessa e abbandonata al degrado.
Non manca l'appello finale al vicino di casa Variati raccontando di tredici morti per tumore in un unico condominio che sorge a poche centinaia di metri dagli ex stabili di Zambon e chiedendosi se possa essere stato l'inquinamento della fabbrica a causare l'insorgere di tumori tra i residenti.
Tra i tredici residenti negli anni '80 sono state colpite le famiglie Zambra e Buckovich oltre ai coniugi Schiavo; negli anni 90 le famiglie Andaloro, Furlan e Cola; dopo gli anni 2000 Medici, Grazian e recentemente nel 2015 altri tre morti per tumori: Filippandi, Citro, Bassanese.
Non si sa, dice Claudia, se in dipendenza dell'inquinamento dell'area ma di certo qualche dubbio ci sorge.
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