Amenduni sgambetta Geronzi?
Mercoledi 30 Marzo 2011 alle 20:45 | 0 commenti
La famiglia Amenduni è nota ai più a Vicenza per il gruppo Valbruna, ma è ben più potente per le sue attività immobiliari non certo locali e perché in possesso di varie partecipazioni importanti tra cui quelle nella BpVi. Ma la potenza reale della famiglia (nella foto VicenzaPiù il fondatore Nicola con la giornalista di Tva Elisa Santucci in occasione di una manifestazione di beneficenza, n.d.r.) si materializza nella sua partecipazione di riferimento (con un "maestoso" 4% complessivo) nelle Generali, direttamente e tramite la Ferak . E in questo ruolo gli Amenduni stanno interpretando un ruolo centrale nella complessa partita che si sta giocando nella compagnia triestina.
Cesare Geronzi (il presidente senza deleghe anche se a lui "basta avere quella all'uso del telefono" come ha dichiarato il "Cesare" della finanza, su cui tra l'altro pende una richiesta di condanna a 8 anni in primo grado per il crac Cirio) è dovuto in questi giorni scendere a un primo patto con una serie di soci, tra cui la Ferak degli Amenduni, che si sono "ribellati" alla sua gestione del colosso assicurativo e finanziario, al centro degli equilibri del paese.
L'ex deus ex machina di Banca di Roma, Capitalia, Mediobanca (e chi più ne ha più ne metta) ha deciso, infatti, di convocare un Cda straordinario per il prossimo 6 aprile, anche se ufficialmente non a seguito della lettera di richiesta data per firmata da un terzo dei membri del Cda, cioè da Diego Della Valle, Lorenzo Pellicioli (De Agostini), gli indipendenti Cesare Calari, Carlo Carraro e Paola Sapienza oltre che da Angelo Miglietta in rappresentanza, appunto, di Crt (la fondazione Cassa di Risparmio di Torino, che vuol dire gruppo Intesa San Paolo) e Ferak (di cui Crt è socia).
Tra i punti all'odg, oltre ai costi della presidenza, le deleghe al presidente sulla comunicazione (nota al mondo finanziario la querelle non da poco sulle linee di sviluppo delle Generali espresse dal presidente e totalmente contrastanti con quelle dell'Ad Giovanni Perissinotto) e il caso del vice presidente francese Vincent Bollorè, che, fatto storico ed estremamente negativo per la reputazione del gotha della nostra finanza, non ha votato il bilancio 2010.
A questo quadro si aggiungono le dimissioni dal Cda di Leonardo Del Vecchio (Luxottica), la questione dei mega guadagni (alle spalle di Generali?) del gruppo ceco Ppf-Kellner e il tentativo di Geronzi di condizionare la linea editoriale de Il Corriere della Sera, del cui editore, Rcs, Generali è socia tramite Mediobanca.
La politica (economica e confindustriale) a Vicenza guarda nei suoi passi (passati, presenti e futuri) ai signori della Valbruna anche se per gli Amenduni la città , a livello di interessi, è al massimo una provincia dell'impero.
Un fatto tranquillizzante per chi, tra gli amici, sostiene che ai pugliesi naturalizzati Gresele i business locali non interessano più di tanto: sono in fondo per loro solo giochi.
Un elemento da tenere in conto, invece, per la massa di fuoco che il gruppo può sviluppare se solo si è più realisti e si considera quanto Vicenza le possa essere vulnerabile.
Perché la goccia è una goccia, ma il mare è fatto da tante gocce ... Chiedere a Geronzi, per credere.
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