Alta velocità, bassa convenienza
Mercoledi 16 Dicembre 2009 alle 20:18 | 0 commenti
Siamo alle solite. Lo scenario si ripete, uguale, ad ogni cambio di orari effettuato da Trenitalia: entrano in funzione nuove tratte dell'Alta velocità , ovviamente ben pubblicizzate, e contemporaneamente aumenta il costo dei biglietti e spariscono dai tabelloni un certo numero di collegamenti locali. Regionali, interregionali, e ormai anche intercity ed eurostar "normali" sono sempre più rari, oltre che sempre più costosi. Fino a qualche anno fa il pendolare - studente o lavoratore che fosse - che voleva spostarsi da Vicenza verso Venezia o Verona, poteva scegliere tra il lento regionale (quello che fa tutte le fermate), il semiveloce interregionale (che allo stesso costo di un regionale faceva la metà delle fermate) e la gamma dei treni rapidi e dai prezzi maggiorati. Ora non c'è alternativa: o i regionali, che nel frattempo sono diventati sempre più lenti, o gli eurostar. Poco altro.
Dovrebbe bastare questo, oltre a tutti i dubbi di carattere ambientale ed economico, a far sorgere qualche domanda sull'effettiva utilità dell'alta velocità . Per guadagnare qualche manciata di minuti sulle tratte più lunghe (le differenze tra i moderni Frecciarossa e vecchi intercity a volte si contano sulle dita di una mano), si penalizzano migliaia di persone che usano ogni giorno il treno per i loro spostamenti quotidiani. E che giustamente s'incazzano, come raccontano le cronache di questi giorni. E' il mercato, bellezza, si dirà . Può darsi, ma è il classico caso di mercato che si muove senza una logica. O meglio. Con una logica che, al di là degli slogan, fa comodo a pochi e scontenta molti. Quanto tempo ci vorrà prima che qualcuno lanci la fantastica idea dell'alta velocità sulla linea Vicenza - Schio?
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