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Allattamento al seno in luoghi pubblici e nel posto di lavoro, argomento ancora tabù

Di Monica Zoppelletto Martedi 31 Gennaio 2017 alle 17:00 | 0 commenti

 

Allattare in pubblico è un gesto naturale, almeno così dovrebbe essere, invece genera sempre molte polemiche. Nel video, fatto qualche tempo fa dalla nostra redazione, si vede che l'Ulss 4 Alto Vicentino si rivolge alle neo mamme e le informa sull'allattamento che è molto importante, perché non viene interrotto secondo qualche criterio medico. Spesso le donne che allattano al seno i loro bambini in luoghi pubblici vengono mal viste e addirittura criticate perché creano scandalo e di questo si è occupata recentemente anche la cronaca. Basti pensare che in alcuni casi le donne vengono invitate ad allontanarsi o addirittura uscire per allattare.

L'ultimo caso risale a pochi giorni fa, quando in un ufficio postale a Biella una mamma è stata allontanata mentre allattava e cambiava il figlio di tre mesi. Ma cosa dice la legge? In Italia non esiste una legge che regolamenta l'allattamento nei luoghi pubblici anche se, ultimamente, stanno prendendo piede alcune interessanti iniziative. E' il caso del Progetto Baby Pit Stop, un progetto dell'UNICEF nato per sostenere il diritto fondamentale del bambino all'allattamento. Consiste in spazi gratuiti attrezzati per accogliere i genitori che vogliono allattare e assistere i propri figli, già avviato in diverse città italiane.Si tratta in un box collocato in spazi pubblici come negozi, ristoranti, università, supermercati, in cui le mamme possono allattare i bambini e cambiare pannolini. Negli Stati Uniti la situazione è ben diversa perché l'allattamento al seno in pubblico è consentito quasi ovunque. Anche in Australia c'è una legge che protegge le poppate ed è addirittura in vigore dal 1984. Nel bel Paese invece tutto dipende dalla sensibilità di chi si incontra.

Sul tema è la deputata del Partito Democratico Daniela Sbrollini ci ha dichiarato: "Sono favorevole a questo gesto, è il più naturale che c'è. Trovo assurdo - prosegue - il divieto. Stiamo portando avanti in commissione un avvicinamento per quello che riguarda la mamma e il bambino, per farli rimanere in simbiosi". In Italia allattare sul posto di lavoro è di fatto proibito: "Bisognerebbe creare qualcosa - dice Sbrollini - che possa agevolare la mamma. E' tutta una questione culturale, - conclude la deputata del Pd -  ci scandalizziamo per questo e non per quello che succede nel mondo".

E ne fa una questione di cultura anche Paola Bortolazzo, infermiera e consulente IBCLC Vicenza. "Promuovo e proteggo l'allattamento al seno - dice Bortolazzo -.  E' necessario creare un clima favorevole, così sarebbe più facile. Negli ospedali, ad esempio, per le infermiere turniste che allattano ancora al rientro dalla maternità, oltre l'anno di vita del bambino, non sono previste pause allattamento per togliere il latte se ne hanno bisogno. Non è ancora normale avere a disposizione, nei posti di lavoro, una stanza dove questo ouò essere possibile".

Vedere una mamma che allatta il bimbo in pubblico dovrebbe essere normale, ma alcune donne, per paura dei giudizi della gente, non escono di casa per non dover incorrere nel rischio di dover far fare la poppata in pubblico. Alcune si vergognano di una cosa che dovrebbe essere normale e naturale. "Il latte materno è importante - conclude Paola Bortolazzo - ma servirebbero più figure specifiche per aiutare le mamme ad essere più consapevoli di questo".

Dello stesso avviso è Flavia Intallura, USB Vicenza: "Bisogna vedere in che modo la mamma allatta. Alcune donne tirano fuori tutto il seno come se fossero a casa propria e questo può creare disagio. Se invece lo si fa con discrezione non c'è nulla di male perché è una cosa naturale". Per quanto riguarda la poppata nel posto di lavoro Itallura dice: "Sono d'accordo. Servirebbe una petizione per una legge per garantire alla mamma di allattare al lavoro. In questo modo si eliminerebbe un'altra discriminazione nei confronti delle donne".

Ora non rimane che aspettare e vedere se in Italia ci saranno altre mamme "scandalose" che vengono giudicate e addirittura allontanate mentre allattano al seno il proprio bimbo.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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