Al G20 Bruxelles e Fmi commissariano l'Italia, ma B. non lo sa: "Siamo un Paese benestante"
Sabato 5 Novembre 2011 alle 00:26 | 0 commenti
Siamo alla "soluzione greca". Berlusconi in conferenza stampa: il Fondo monetario internazionale "certificherà " le misure anti crisi. Poi aggiunge: "Siamo un Paese benestante. Ristoranti pieni, i consumi non sono diminuiti"
Il passaggio in Francia (Cannes, G20) di Silvio Berlusconi incide un'altra tappa nel commissariamento dell'Italia. Il premier torna a Roma accompagnato dall'ombra di un'osservazione speciale: quella del Fondo monetario internazionale (che porterà da 6 a 3 mesi i controlli periodici sui conti italiani) e della Ue (che la prossima settimana invierà una delegazione).
È una soluzione greca, un'ulteriore perdita di sovranità legata direttamente all'erosione di credibilità dello stesso Berlusconi, la cui sorte personale e politica diventa così quella dell'intero Paese.
Dalla lettera della Bce del 5 agosto a oggi il passaggio è coerente, sebbene Berlusconi e il ministro degli Esteri Franco Frattini si siano affrettati a spiegare, in conferenza stampa, che l'Italia non ha accettato gli aiuti del Fmi né del fondo europeo salva-Stati e che i controlli dei nostri nuovi revisori riguarderanno solo l'attuazione delle misure anti-crisi. In sostanza l'approvazione del maxiemendamento al dl Stabilità e gli eventuali, successivi provvedimenti legislativi che saranno presi.
È stato lo stesso B., accompagnato da un muto Tremonti, a usare la metafora dei revisori. Il Fondo Monetario Internazionale, ha detto, "certificherà " l'adozione delle misure anticrisi dell'Italia come una società di revisione certifica i bilanci di una impresa. "Ci siamo rivolti alla direttrice Lagarde e abbiamo chiesto che il Fondo possa certificare e monitorare l'avanzamento delle nostre riforme in modo da poter comunicare con l'autorevolezza che le è propria lo stato di avanzamento". Il premier ha aggiunto che nonostante le dimensioni del debito pubblico italiano "non avevamo difficoltà a onorarlo, anche perché metà del nostro debito in mano a investitori italiani". Dunque "non siamo assolutamente preoccupati", ma "richiamati alla necessità di una riduzione del debito continueremo con decisione in questa direzione".
Ma la credibilità dello stesso, proverbiale ottimismo berlusconiano è stata messa a dura prova da un altro passaggio della sua conferenza stampa. Quando il premier ha detto che l'Italia "è un Paese benestante", i "consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, sugli aerei a fatica si trovano posti" e anche le mete delle vacanze "sono piene". "Se andate in Italia non vi accorgerete che il Paese sente qualcosa che possa assomigliare a una grande crisi". Parole che segnalano un pericoloso allontanamento del Cavaliere dalla nostra, italiana realtà .
L'Italia ha inoltre dato alla Commissione europea la missione di valutare le misure annunciate dal governo in modo dettagliato e di vigilare sull'esecuzione di queste misure. Lo ha riferito il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, sottolineando come "tutto questo sia estremamente importante per la credibilità delle misure annunciate".
L'esito ufficiale di questa giornata sono dunque due richieste di controllo e commissariamento virtuale che Roma trasmette a Bruxelles e Fmi. Ma sappiamo tutti che le cose sono andate esattamente all'incontrario: la richiesta viene dalle istituzioni internazionali, e Berlusconi l'ha dovuta accettare.
LA GIORNATA
L'Italia va messa sotto tutela, va sorvegliata e se necessario commissariata. L'Europa e il Fondo Monetario Internazionale non si fidano e pretendono di controllare l'effettiva attuazione delle misure promesse da Roma a Bruxelles. Quella che si profila dalle trattative in corso al G20 di Cannes è dunque una sorta di riedizione in scala ridotta della troika (mancherebbe infatti la Bce per ricostituire il terzetto) che periodicamente ha visitato la Grecia negli ultimi mesi sorvegliando il Governo socialista nell'applicazione dei provvedimenti richiesti.
Ma cosa dice il governo italiano? Le notizie a riguardo sono discordanti. Secondo quanto riporta la Reuters l'Italia avrebbe acconsentito al monitoraggio da parte del Fondo monetario Internazionale e della Commissione Europea sul procedere delle riforme strutturali, delle pensioni e del lavoro concordate con la Ue la scorsa settimana. Lo ha detto una fonte senior dell'Unione europea. "Dobbiamo essere sicuri che ci sia credibilità negli obiettivi dell'Italia - che l'Italia li raggiunga. Abbiamo deciso di coinvolgere il Fmi nel monitoraggio, avvalendoci del loro metodo e gli italiani dicono che si può fare", ha detto la fonte. "L'Italia non ha nessun problema con la sorveglianza, anche con il coinvolgimento del Fmi" ha detto, aggiungendo che Commissione Ue e Fmi compileranno ciascuno un rapporto su come l'Italia sta raggiungendo i suoi obiettivi.
Esattamente opposta la versione che viene fornita da fonti italiane: l'Italia non avrebbe accettato alcun monitoraggio sull'andamento delle riforme da parte del Fondo monetario internazionale. "L'intera area euro", riferiscono le fonti citate dall'agenzia Agi, "è sotto stress, Spagna e Italia comprese. Gli advices del Fondo", concludono le fonti, "si potranno affiancare al ruolo indicato dall'Eurogruppo del 27 per la Commissione europea". Il problema, riferiscono altre fonti europee citate dall'Ansa, è soprattutto politico: gli ispettori, con gli accresciuti poteri di monitoraggio, potrebbero rilevare la necessità di un intervento del Fondo tramite l'apertura di una linea di credito in favore di Roma. ‘Aiuto' che L'Italia non vuole perché, spiegano le fonti, sarebbe come accettare un ‘commissariamento' da parte di Washington.
Oltre alle pressioni europee Berlusconi deve anche fare i conti con il fronte interno: tutti sanno anche a Cannes infatti che c'è il serio rischio che il governo italiano non abbia più i numeri parlamentari per trasformare le promesse in realtà . Le notizie che arrivano dall'Italia sono allarmanti: deputati che lasciano il Pdl, lettere di malpancisti, minacce. La maggioranza si assottiglia sempre più fino a scendere pericolosamente sotto quota 315. Il Cavaliere si informa e tiene la linea: in caso di crisi si va dritti al voto, anche a gennaio. Questa la sua linea.
Tanto che a via dell'Umiltà , sede del Pdl, avrebbero già iniziato ad acquistare spazi per i poster elettorali. Ma molti, nel partito del premier così come nel governo, iniziano a dubitare e temono di ‘affondare' con il premier e con Bossi, anche lui determinato ad andare al voto in caso di crisi. L'umore del Cavaliere, insomma, è plumbeo come il cielo che domina Cannes.
Non a caso B tiene un profilo bassissimo, scherza poco e resta piuttosto in disparte. L'unico sorriso glielo strappa Barack Obama che incontra nei corridoi dell'albergo: parlano di forma fisica e scherzano. Forse sarà l'unico bel ricordo di quello che - confida lui stesso - potrebbe essere il suo ultimo G20.
Da Rassegna.it
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