Bulgarini all'Astra con Variati: in meno di 100 a sognare con un aspirante sindaco del '500 e un sindaco uscente senza un futuro... da intervistatore
Giovedi 30 Novembre 2017 alle 23:59 | 2 commenti
Se i numeri dicono qualcosa il teatro dell'Astra pieno, e anche di più, in tutti i suoi 404 posti sabato 28 ottobre alla presentazione ufficiale di Jacopo Bulgarini d'Elci come candidato civico alle primarie di centrosinistra e praticamente vuoto stasera, 30 novembre, con meno di 100 fans ad ascoltare lui intervistato dal sindaco uscente Achille Variati, suo grande sponsor e padre putativo politico, non deve essere stato un buon esito per il lavoro fatto in poco più di un mese e neanche un buon presagio per domenica 3 quando, però, dalle urne verranno fuori i soli numeri che contano.
Una campagna iniziata col botto immaginifico di video, artisti e interventi di spessore a far da corona alla accattivante ma elitaria vena visionaria di Bulgarini è finita, intanto, col flop inimmaginabile di stasera, che non è ascrivibile, comunque, a chi un Comune e i giochi politici sa di certo condurli fin da quando era in fasce anche se ha dimostrato che è fuori dalle sue corde uno show, sia pure familiare e intimista.
Se è finita così è, semplicemente, perchè la gente non è venuta ad ascoltare chi meriterebbe per cultura lo splendore del '500 e allora c'è da mostrare cristiana solidarietà all'attore principale, per altro costretto da Variati ad ammettere di non essere credente con un qualche fastidio da parte del principe ereditario.
Bulgarini aveva puntato per gli ultimi "effetti" su questa formula, che aveva orgogliosamente annunciato, anche nella pubblictà a pagamento sui soliti media di sistema riveriti anche stasera col saluto al direttore di Tva di passaggio.
Definita rivoluzionaria e atipica (il vecchio sindaco che intervista il suo prescelto) la formula (o il candidato?) ha fatto flop come la nostra ex BPVi, che, però, stasera con i problemi che ha creato e che ricadranno anche sulla futura amministrazione sembrava tanto lontana dai discorsi e dalle discettazoni dotte sulla bellezza: "a chi mi critica per aver scelto un tema difficile come la bellezza, ebbene dico: occuaparsi di bellezza vuol dire combattere la bruttezza e puntare a...".
Superata la noia provata per i dialoghi, pieni di afflati e visioni, ma smielati e a volte "messalini" (leggasi "da messa", niente a che vedere con la vivace... Messalina) e reduce, io, da 4 giorni di via vai eccitanti ma faticosi con colleghi romani per collaborare a costruire i presupposti di un'inchiesta innovativa (sempre che non sia un flop come la formula di Bulga) sulle nostre ex banche venete e sul mondo "intorno" per una tv nazionale, e che tv!, ho voluto credere, dopo oltre un'ora di doveroso ascolto, alla promessa di Bulgarini che il suo monologo finale sarebbe durato non più di 5 minuti.
Al 25° minuto delle sue enunciazioni visionarie, che non si capivano o che io non capivo, mi son detto che se va votato un candidato anche perchè contiamo che mantenga le sue promesse, beh stasera non era per Bulgarini e per me la serata giusta.
Tanto più che non amo chi si nasconde dietro verità opininabili, alias bugie, da "pezo el tacon del buso" ("penso che chi stasera non è qui sia davanti agli schermi di Tva per l'ultimo confronto tra i tre candidati", confronto iniziato oltre un'ora dopo la kermesse all'Astra...) e chi, ancora, contrappone la campagna degli altri due candidati, sostenuti, a suo dire, da gruppi e risorse superiori, alla sua spartana e frugale attività promozionale, come se volesse far dimenticare che il suo sponsor Variati pesa da solo ben più di ogni gruppo e che la sua capacità di convogliare consensi è la sua più grande risorsa.
Certamente, però, bisogna dirlo, da politico, perchè Variati di futuro proprio non ne ha... da aspirante intervistatore e intrattenitore, come mi ha detto uno dei primi che non ha resistito ed è uscito prima del tempo.
Tempo che non conosco perchè alle 22.20, pur se dopo il collega sfatto del GdV, ho dato anche io forfait, se non altro per relazionarvi e regalare al protagonista in serata no almeno la consolazione di pubblicare il video del suo saluto di oggi alla stampa, che dovrebbe contenere oltre alla propsta di un'opera d'arte in ogni quartiere anche altri spunti del suo programma enunciato in maniera più consona alla vecchia esperienza di Bulgarini come comunicatore di livello.
Dovrebbe perchè, pur essendo responsabile dei contenuti da direttore di questo mezzo, giuro non ce la faccio ad ascoltare altri 20 minuti pe cui mi fido di lui, il collega pubblicista Jacopo Bulgarini d'Elci, che vorrei tanto, sono sincero, che anche dopo le elezioni del 2018 possa proseguire il suo lavoro come assessore alla cultura sia guidato da un manico più pratico, concreto e meno Villa...no.
La facile battuta, pessima a quest'ora, forse migliore di mattina, è riferita a Giovanni Villa, il membro del Cda della Fondazione Roi che ha concorso al suo disastro, Gianni Zonin regnante e Bulgarini ammirante, e che da solo giustificherebeb l'appello alla discontinuità col passato che Achille non vuole e Jacopo non ama.
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