A proposito di equità
Mercoledi 30 Novembre 2011 alle 09:47 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI FdS Vicenza - Il primo ministro Monti nel suo discorso di insediamento ha parlato di equità . Parole "sagge". Oggi l'ISTAT ci avvisa che i salari sono aumentati in un anno di circa l'1,7%, mentre l'inflazione, nello stesso periodo, è cresciuta del 3,4%. E' del tutto evidente che chi vive del proprio lavoro è più povero rispetto a un anno fa. Dal fronte "manovra prossima ventura", poi, arrivano ulteriori indiscrezioni che confermano quanto anticipato nei giorni scorsi.
Si prevede che gli anni di lavoro (e contributi) necessari per andare in pensione (anzianità lavorativa) non saranno più 40 ma diventeranno, probabilmente, 43. Tre anni in più di contributi per avere meno pensione perché si passerà dal contributivo al retributivo in brevissimo tempo e questo penalizzerà togliendo qualche migliaio di euro all'anno a chi ha cominciato a lavorare qualche decina d'anni fa. Infine (ma forse al peggio non c'è mai fine), si parla, per il 2012, di bloccare il recupero dell'inflazione per tutte le pensioni. E' bene sapere che la media nazionale delle pensioni supera di poco i 700 euro mensili (anche per la nostra provincia). La manovra bloccherebbe pensioni già molto basse almeno per tutto l'anno prossimo. Il risultato è che poveri saranno più poveri.
Andare in pensione dopo 40 anni di contributi e di lavoro non è un privilegio ma un diritto sacrosanto. E una pensione di 700 euro o meno è una miseria, non è un
lusso. I privilegi sono quelli di chi riceve pensioni altissime avendo lavorato poco (e spesso male), sono quelli di chi evade le tasse, corrompe o si fa corrompere senza mai pagare nulla. Ma per "lorsignori" sono i lavoratori e i
pensionati che dovranno fare i sacrifici. I ricchi? I ricchi no. Di patrimoniale ormai non si parla o se ne parla molto poco. Eppure basterebbe tassare i grandi capitali, colpire chi ha portato il denaro nei paradisi fiscali, prelevare la
ricchezza là dov'è. Invece, al solito, si chiedono i sacrifici a chi già li ha fatti, a chi fa fatica ad arrivare a fine mese, a chi ha salari insufficienti e
pensioni che non garantiscono neppure la sopravvivenza.
La manovra che si preannuncia non è né giusta né equa. Aumenta le differenze tra la "gente comune" e "lorsignori". Possiamo ancora sopportare tutto questo? Non sarebbe necessario alzare la voce e impedire con qualsiasi mezzo democratico questo scempio? Facciamoci queste domande e rispondiamo alzando la testa, tenendo diritta la schiena. Difendiamo i nostri diritti e abbattiamo i privilegi di lorsignori. Ne va del nostro futuro e della dignità diognuno.
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