8 marzo, festa della donna... ma non per tutte
Sabato 8 Marzo 2014 alle 18:22 | 8 commenti
Riceviamo da Riccardo Cagnes - Così come fiorisce la mimosa, fiore che secondo gli Indiani d’America significa forza e femminilità , fioriscono le iniziative per celebrare questa giornata e ciò che essa rappresenta. Convegni, programmi televisivi, programmi culturali. Il Presidente della Repubblica ha celebrato questa giornata rivolgendo un pensiero alle donne.
Alle donne vittime di violenza, alle donne che non trovano spazio in una società maschilista, alle donne che hanno fatto grande il nostro Paese, alle donne che operano nelle associazioni di volontariato, alle donne il cui impegno è rivolto alla religione.
La Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, è intervenuta anch'essa ricordando la necessità e l'urgenza delle "quote rosa" in politica e nelle istituzioni. Tutte parole sacrosante. Come si può non condividerle?
Il mio modesto pensiero va, invece, alle donne vittime della violenza invisibile perpetratagli dalle istituzioni. A quelle donne che hanno dovuto rinunciare ad una vita sociale, a quelle che non hanno diritto di scelta perchè ogni attimo della loro vita è dedicato ad una persona con disabilità o non autosufficiente, a coloro che hanno rinunciato al posto di lavoro, a quelle donne che gridano, pacatamente, il loro dolore e rimangono inascoltate persino dalle altre donne che rivendicano le pari opportunità .
A queste vere donne dedicherei più che una giornata di festa e molto più che una mimosa.
8 Marzo, Festa della donna... Ma non per tutte!Se vogliamo essere precisi il giorno 8 marzo ricorre la Giornata Internazionale della Donna (comunemente conosciuta ed accettata come ?Festa della donna?) . Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922. Io sono contraria ad una giornata della donna, perché tutti i giorni dovrebbero celebrare la vita sia della donna, sia dell'uomo in modo assolutamente paritetico. E comunque una volta la Giornata aveva dei valori oggi è diventata un'altra delle tante bancarelle promozionali che ricorrono sistematicamente con cadenza annuale (Shoà, Papà, San Valentino, Natale, Pasqua, Pesach, Hannukkà....ecc.), non sono più Giornate di Valori, ma Giornate di celebrazioni e allora se siamo Donne davvero e non mezze cartucce, smettiamola di voler chiedere il diritto alla vita il giorno 8 marzo, perché il diritto alla vita spetta a tutti, in ugual misura e per tutto il tempo che rimaniamo in vita! Io ho deciso andando contro corrente, di comprare ogni 8 marzo alcuni alberi da piantare in Israele, perché che tu dica che l'otto marzo non è una festa, ma una giornata, può anche essere vero, ma i miei occhi vedono in piazza ci sono i venditori di mimose, nei negozi i venditori di dolci...nelle librerie i venditori di libri, nelle fiorerie i mazzi di fiori e così via. E la realtà dalla quale non ci possiamo sottrare è questa, che piaccia o no.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica ). Bella l'idea delle piante in Israele Paola , sono sicuro che vivranno per tantissimo tempo .
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