BPVi e Veneto Banca subito made in Intesa? No, operazioni e scontrini Bancomat ancora con i vecchi nomi. Intanto è "matto" chi tenta il suicidio a Montbelluna, ma è premiato che ha "suicidato" le due banche venete

Oggi, a dispetto di quanto ci si aspettava dopo la cessione per un euro a Intesa Sanpaolo della non poca "ciccia" residua di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poste in "liquidazione coatta amministrativa" con tanto di tre commissari liquidatori a testa, e che cioè "tutto" nelle loro ex filiali fosse made in Intesa, se si andava in una sede qualunque o se si prelevava ad un bancomat le relative operazioni erano tutte ancora targate con i nomi e i codici delle banche "liquidate". Normale e/o lecito? In Italia tutto è possibile ritardi ed errori compresi. Anzi in quelli non ci batte nessuno come dimostra il disastro dei due Istituti nato prima della crisi, come ha confermato domenica Paolo Gentiloni, ma moltiplicato da anni di decisioni in ritardo oltre che da "decisioni" errate e/o a dir poco sospette di Ad di razza come Francesco Iorio e Cristiano Carrus.
Continua a leggereTiepolo 2.0, il "testamento" professionale e morale di Gianni Mion e Fabrizio Viola per le ormai fu BPVi e Veneto Banca: il piano industriale bocciato per la Banca del Nord Est

Veneto Banca opera "sotto la responsabilità di Intesa", bad bank allo Stato e i commissari liquidatori Alessandro Leproux, Giuliana Scognamiglio e Fabrizio Viola si occuperanno di azionisti e obbligazionisti subordinati

BPVi opera "sotto la responsabilità di Intesa", bad bank allo Stato e i commissari liquidatori Claudio Ferrario, Giustino Di Cecco e Fabrizio Viola si occuperanno di azionisti e obbligazionisti subordinati

BPVi e Veneto Banca a Intesa, i dettagli: dallo Stato subito 5,2 miliardi, con le garanzie si arriva a 17, 1 mld pr esuberi, nulla per ora per i soci azzerati che non hanno transato

Spesa immediata da 5,2 miliardi con le garanzie mobilitati fino a 17 miliardi
L'esborso immediato da parte dello Stato vale 5,2 miliardi, finanziati dal debito aggiuntivo (20 miliardi) già previsto dal decreto di Natale. Di questi 4,78 servono a garantire la neutralità dell'operazione sui capital ratios di Intesa, come chiesto espressamente dalla banca, e altri 400 milioni servono a finanziare garanzie potenziali su rischi futuri fino a 12 miliardi: si tratta di garanzie fino a 6,3 miliardi per la retrocessione di crediti che non risultino in bonis e oltre 4 miliardi per crediti in bonis ma ad alto rischio.
Continua a leggereCon la liquidazione coatta amministrativa (fallimento) di BPVi e Veneto Banca i soci hanno 60 giorni per inserirsi nello stato passivo

First Cisl, Giulio Romani: "BPVi e Veneto Banca, siamo sollevati per la soluzione trovata, ma si istituisca il reato di disastro bancario"

Cdm ha approvato DL per "regalare" a Intesa il buono di BPVi e Veneto Banca senza fare accenni ai soci che non hanno transato. Un Paese normale si sarebbe rivalso su eventuali responsabilità di vecchi cda e/o di Bankitalia & c.

Il Consiglio dei minstri ha appena approvato il decreto per il "salvataggio" di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca in una riunione lampo. Il DL, scrive l'Ansa, crea la cornice normativa per la 'liquidazione ordinata' (liquidazione coatta amministrativa) delle due ex Popolari venete, con il conseguente passaggio della parte sana delle due venete a Intesa Sanpaolo. Il varo del decreto, ha detto il premier, Paolo Gentiloni, in una conferenza stampa al termine del CdM, "è una decisione molto importante, molto urgente, e necessaria e io confido che questa decisione avrà in Parlamento il sostegno che merita, cioè il più ampio possibile". La crisi delle banche venete, ha detto ancora Gentiloni, risale a prima della crisi economica (tornero su questo condivisibile e importante passaggio così come sull'assenza di ogni riferimento alle decine di migliaia di soci che non hanno aderito all'Offerta Pubblica di Transazione e che hanno in corso azioni di rivalsa) e "ha raggiunto livelli che hanno reso necessario un intervento di salvataggio, per evitare i rischi evidenti a tutti di un fallimento disordinato".
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