BPVi e Veneto Banca subito made in Intesa? No, operazioni e scontrini Bancomat ancora con i vecchi nomi. Intanto è "matto" chi tenta il suicidio a Montbelluna, ma è premiato che ha "suicidato" le due banche venete
Lunedi 26 Giugno 2017 alle 23:02 | 0 commenti
Oggi, a dispetto di quanto ci si aspettava dopo la cessione per un euro a Intesa Sanpaolo della non poca "ciccia" residua di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poste in "liquidazione coatta amministrativa" con tanto di tre commissari liquidatori a testa, e che cioè "tutto" nelle loro ex filiali fosse made in Intesa, se si andava in una sede qualunque o se si prelevava ad un bancomat le relative operazioni erano tutte ancora targate con i nomi e i codici delle banche "liquidate". Normale e/o lecito? In Italia tutto è possibile ritardi ed errori compresi. Anzi in quelli non ci batte nessuno come dimostra il disastro dei due Istituti nato prima della crisi, come ha confermato domenica Paolo Gentiloni, ma moltiplicato da anni di decisioni in ritardo oltre che da "decisioni" errate e/o a dir poco sospette di Ad di razza come Francesco Iorio e Cristiano Carrus.
Ritardi ed errori così "normali" che se a qualcuno, che tenta il suicidio per la seconda volta in una filiale Veneto Banca a Montebelluna, si dà del matto o, cinicamente, dell'incapace, di farla finita, a chi ha "suicidato" per la prima volta le nostre ex banche si lasciano titoli da Cavaliere del lavoro e passaporti (al "bad Ad" Vincenzo Consoli no, a lui no, ma al "good president" Gianni Zonin sì...) e a chi le ha "colpite" per la seconda volta si conferiscono retribuzioni da nababbi..
Ma se per gli esecutori dei primi due non completi "suicidi" si reputano normali onoreficenze e prebende, quale sarà il premio per i mandanti dell'eliminazione definitiva dell due ex Popoalri venete?
Per conoscerlo andiamo insieme a novembre in Banca d'Italia e vediamo se i suoi inquilini dei piani alti saranno gli stessi...
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