2013, la Dal Lago sindaco
Potete leggere questo articolo nel numero 164 di VicenzaPiù, oggi in edicola e da domani in distribuzione gratuita in diversi locali della città o scaricabile in pdf da questo sito.
Il disegno in sonno sta già cominciando a tessere la sua tela: una lista trasversale per candidare la leghista Manuela. Le contromosse di Variati
Parlarvi di Manuela Dal Lago potrebbe richiedere poche righe: consigliere comunale col Partito Liberale Italiano nel 1990, tre anni dopo convertita alla Lega Nord, dal '95 al '98 assessore provinciale alla cultura, presidente della Provincia dal '98 al 2007, ex presidente dell'autostrada Serenissima Brescia-Padova, oggi capogruppo leghista in Sala Bernarda a Vicenza e vicecapogruppo del Carroccio alla Camera dei Deputati. Ma, naturalmente, sarebbe farle un torto. Manuelona nostra è molto di più. E', con Stefano Stefani, una delle due teste della diarchia che regge il movimento padano nel Vicentino. Ed è una bella testa politica: fine, machiavellica, scaltra. Sa muoversi bene fra interessi ed emendamenti, restando sempre una spanna sopra ai suoi colleghi di partito. E soprattutto, è ambiziosa. A 64 anni non teme l'invecchiamento e mira ad sogno antico: la poltrona di sindaco della città del Palladio.
Ladri di biciclette&Co
Articolo tratto dal numero 163 di VicenzaPiù, da sabato in edicola e da oggi in distribuzione gratuita in numerosi locali della citta.
Ecco i comunicati più curiosi diramati dai carabinieri della provincia. Tra ladri di biciclette che scappano a piedi, ladri di decespugliatori, giovani barcollanti e nervosismi sospetti
A volte leggendo un quotidiano, o guardando un telegiornale, viene da chiedersi come abbiano fatto i giornalisti ad accedere alle notizie. Quali saranno i "canali" che usano, per andare a "caccia" di scoop? La realtà molto spesso è assai più banale della fantasia. Nel caso della cronaca nera, ad esempio, i media ricevono la gran parte delle informazioni dalle forze dell'ordine stesse, via email, con comunicati stampa. Ad esempio dai carabinieri, che controllano il territorio suddividendolo in Compagnie comandate da un capitano, o un tenente. Le notizie vanno poi approfondite: ma cosa arriva ai giornalisti?
Di seguito, ecco una panoramica di alcuni comunicati stampa arrivati dalle compagnie del territorio vicentino negli ultimi mesi, che riusciranno a strappare almeno un sorriso: a volte per le circostanze curiose a cui fanno riferimento, a volte per le battute che essi stessi contengono, a volte semplicemente per il tipo di reato commesso. Ad ogni comunicato stampa abbiamo messo un titolo di fantasia (in corsivo), tolto il nome dei civili coinvolti e di luoghi facilmente riconoscibili, e della specifica Compagnia "mittente": il resto, però, è tutto autentico.
Franzina (PdL): "Quaresimin prossimo presidente Aim"
Maurizio Franzina, consigliere comunale PdL, gli ex amministratori Aim hanno deciso di chiamare in causa anche lei e Carla Ancora come assessori dell'ex giunta Hullweck (nonché lo stesso ex sindaco e tutti i dirigenti della multiservizi). Siamo al "muoia Sansone con tutti i filistei"? Era al corrente, e quanto? Che rapporti aveva con l'ex cda? E cosa pensi della posizione del direttore amministrativo Vianello e degli altri dirigenti confermati?
Personalmente, come ben sanno gli ex amministratori di Aim, non ero al corrente di nulla, né vi era motivo che lo fossi. Penso che la logica che sta informando il comportamento di alcuni ex amministratori Aim sia legata alla scarsa propensione da me manifestata, in molte riunioni del gruppo consiliare Pdl, ad una loro difesa avulsa da elementi oggettivi, concreti e fattuali. La mia posizione sulla gestione di Aim era critica da molto tempo. Ritenevo ad esempio che i servizi di igiene ambientale dovessero andare sotto un'unica azienda di scopo, cosa fatta per la verità solo molti anni dopo dall'attuale presidente Fazioli.
La chiesa, la politica e la strategia del distacco
A quasi vent'anni dalla fine della Dc, mappa dei legami tra il mondo della politica e le mille facce dell'universo cattolico. Che ha sempre più paura di esporsi
La querelle Feltri - Avvenire ha riportato al centro dell'attenzione l'eterna questione del rapporto tra la Chiesa, il mondo cattolico, e la politica. Un rapporto dominato per decenni dalla presenza ingombrante della Democrazia Cristiana, e rimesso completamente in discussione dai rivolgimenti politici degli ultimi quindici anni. "Tramontata l'epoca dell'unità politica dei cattolici, scomparsa la Dc, la Chiesa (italiana) si adattò al nuovo mondo bipolare", scriveva domenica 6 settembre Angelo Panebianco sul Corriere della Sera . Per poi aggiungere: "Dal '94 ad oggi, dire «bipolarismo» significa dire Berlusconi:[...] Nei governi Berlusconi la Chiesa italiana trovò più di un interlocutore ben disposto: [...]Oggi le cose sono in movimento. [...] E' evidente che la Chiesa, confusamente, si interroga sulle opzioni disponibili: mantenere un rapporto privilegiato con il centrodestra tenendo a freno gli avversari interni? Puntare su un «partito cattolico » di centro (una mini- Dc) che tuteli i suoi interessi quali che ne siano le alleanze? Cercare nella sinistra un nuovo interlocutore?".
Questo a livello nazionale. A livello locale, se possibile, la situazione è ancora più complicata. Perché la Chiesa, quando si espone, lo fa sulle grandi questioni politiche (soprattutto su alcune grandi questione politiche), molto meno sull'amministrazione locale. E soprattutto perché la Chiesa è al suo interno un mondo estremamente variegato e multiforme, sia che si considerino le istituzioni ecclesiastiche, sia che si guardi allo sterminato panorama dell'associazionismo di stampo cattolico. Quel che è certo è che, quando ci sono, i rapporti tra mondo cattolico e mondo politico sono oggi molto più sfumati, indiretti e mediati rispetto al passato. E che in molti punti si intravede un certo distacco, più o meno evidente, dalle questioni più apertamente politiche.
Schneck segreto: "Sono contrario al Dal Molin Usa"
Articolo pubblicato su VicenzaPiù n.162 in edicola sabato 12 settembre
Ecco la trascrizione di una conversazione privata col presidente leghista della Provincia. In cui Titti il Panzer dice quel che pensa davvero sulla base, sulle armi atomiche a Longare, su Hullweck. E sul nuovo teatro
La Lega vicentina ha il cervello che dice una cosa e la pancia che ne sente un'altra. E' di lotta e di governo, e quando governa copre gli istinti che la spingono alla lotta. Ma essi, al riparo da taccuini e telecamere, saltano fuori, straripano, si liberano dal politically correct che li ingabbia. E se c'è un padano che tale contraddizione la riassume in sé condita di quella veracità allergica al bon ton che ha reso i leghisti così invisi ai parrucconi, è il presidente della Provincia, Attilio "Titti" Schneck detto il Panzer.
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