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Transazione BPVi, c'è e ci deve essere un limite a tutto: lo dice Andrea Arman per il Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete "Don Enrico Torta"
Il termine per aderire alla proposta di transazione che le banche popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, stanno imponendo ai risparmiatori sta spirando e coloro che hanno sottoscritto sono poco sopra un terzo rispetto alle aspettative delle banche. Già dall'inizio la campagna per convincere i risparmiatori a rinunciare ai propri risparmi ai propri diritti ed alla propria dignità è stata fortemente aggressiva, con continua sollecitazione diretta ed indiretta ai risparmiatori. Nonostante le nostre proteste nessun organo di controllo (Banca d'Italia e Consob) e neppure la magistratura sono intervenuti per censurare il contenuto della proposta di transazione e le modalità con le quali questa è inculcata ai risparmiatori. E' da sottolineare ed evidenziare che la maggioranza dei risparmiatori coinvolti nel crack delle popolari venete è costituita da anziani, spesso molto anziani.
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BPVi e Veneto Banca: lettera aperta Associazioni "don Enrico Torta" indirizzata a tutti. Arman: no a transazione ma si tratti
Lettera aperta delle Associazioni Banche Popolari Venete "don Enrico Torta" a firma Avv. Andrea Arman, a tutti i risparmiatori di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza ed a tutti i dipendenti, agli amministratori delle due banche e di fondo Atlante, ai sindaci ed ai politici del Veneto e delle altre province coinvolte nel crack delle banche, a tutti i cittadini
A meno di due settimane dalla conclusione della proposta di transazione che le due banche popolari hanno fatto ai risparmiatori, sentiamo il bisogno di svolgere pubblicamente e serenamente alcune riflessioni su temi che sono di interesse generale, ancorché, apparentemente, investano direttamente solo i risparmiatori. L'esposizione di cui sotto necessita di una premessa che riteniamo idonea a sgomberare il campo da volute ambiguità . Continua a leggere
A meno di due settimane dalla conclusione della proposta di transazione che le due banche popolari hanno fatto ai risparmiatori, sentiamo il bisogno di svolgere pubblicamente e serenamente alcune riflessioni su temi che sono di interesse generale, ancorché, apparentemente, investano direttamente solo i risparmiatori. L'esposizione di cui sotto necessita di una premessa che riteniamo idonea a sgomberare il campo da volute ambiguità . Continua a leggere
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Il fallimento della Vimet e i suoi rapporti con BPVi e Veneto Banca: campanello d'allarme di intrecci tra mala gestio, banche e crisi
La crisi economica, come tutti sappiamo, ha picchiato duro anche nel nostro territorio, basta fare un "tour" nelle zone industriali per rendersi conto di quanta ricchezza, in pochi anni, sia andata distrutta. Non ci fa più nemmeno effetto vedere cartelli con la scritta "Chiuso per fallimento", sono migliaia le ditte, grandi, medie, piccole e piccolissime che hanno chiuso i battenti sommerse dai debiti. Ma l'emozione destata quando il Tribunale di Vicenza, alcuni giorni fa, ha dichiarato l'insolvenza della Vimet spa è stata forte. Vimet era il più grande banco metalli d'Italia, un "gioiello" dell'industria vicentina, una delle poche società del nostro territorio ad avere respiro internazionale, insomma un qualcosa che dava lustro e visibilità a Vicenza non solo all'interno dei nostri confini.
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JP Morgan consiglia di vendere i bond senior di BPVi e VB
Per Veneto Banca e Popolare Vicenza tutte le opzioni sono sul tavolo, inclusa quella del bail-in. La parola che fino ad oggi era tabù e che in Veneto come a Roma in tanti hanno voluto esorcizzare, diventa ora una delle possibilità da esaminare alla luce della scarsa adesione dei soci alla proposta di transazione sulle vecchie azioni. Perchè più è bassa la percentuale di adesioni (oggi siamo attorno al 35%, a fronte di un 80% come target), più è elevato il rischio di contenzioso, maggiore è l’accantonamento che la banca deve mettere da parte. Con effetti pesantissimi sui ratio patrimoniali.
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Ex Popolari venete, 60 mln per i soci disagiati. Gianni Mion: schema trasparente
Rimborsi, le ex popolari giocano il jolly sociale. Mentre il Tesoro interviene per spingere le transazioni con i soci, avvertendo che il suo intervento nell’aumento di capitale non potrà aumentare la quota dei rimborsi. E mentre l’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, in un intervento sul Sole 24 Ore, imputa «ai comportamenti scorretti dei vertici per troppo tempo sottovalutati o, peggio, tollerati anche a livello locale» il disastro del passato, per il futuro il clima si fa sempre più preoccupato intorno all’aumento di capitale e alla trattativa tutta in salita con le autorità europee.
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Ex Popolari venete, no a rimborso maggiore. Nemmeno con l'intervento pubblico
Per le banche venete la strada è sempre più in salita: insieme, Popolare di Vicenza e Veneto Banca si apprestano a chiedere un aumento di capitale da 4,7-5 miliardi di euro, di cui 1,2 dalla conversione dei bond subordinati. C’è anche l’ipotesi che procedano direttamente alla richiesta al Tesoro di una «ricapitalizzazione precauzionale», secondo il precedente del Montepaschi, attingendo ai 20 miliardi del fondo salva-risparmio. Ma in ogni caso vanno prima chiuse le transazioni con gli azionisti, per escludere rischi di eventuali cause da parte di chi contesta vendite illecite di azioni.
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Il fondo Atlante in trappola, "tradito" da BPVi e Veneto Banca è al bivio: aderire a Codacons o (ri)mettere in cassa la transazione da 600 milioni di euro, se ci sono ancora...
Fino a poco tempo si faceva riferimento ai circa 200.000 soci complessivi delle due ex Popolari Venete parlando di soci "traditi" dalle vecchie gestioni di Banca Popolare di Vicenza made in Gianni Zonin, "amato" da Bankitalia e ancora a piede libero, e di Veneto Banca guidata da Vincenzo Consoli, "odiato" da Palazzo Koch che di certo per il suo lungo arresto ai domicialiari non si è certo disperata. Ebbene ora a quei 200.000 soci si sta per aggiungere il Fondo Atlante, per il quale il suo vate, il "prof" Alessandro Penati prometteva alle banche sottoscrittrici, in primis Unicredit e Intesa, e a chi ci ha messo, tanti, altri soldi, come la "postale" Cassa Depositi e Prestiti, un rendimento del 6% prima di scoprire i dati terribilmente "truccati", da film dell'orrore ha detto, anche nell'era successiva a quelli degli autori originari del disastro veneto.
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Transazioni: BPVi al 29,1% di Sì dubbiosa su proroga termini, Veneto Banca al 34% li "allinea" al 22 marzo. Approvati i due fondi a sostegno di azionisti in condizioni disagiate
Banca Popolare di Vicenza ha deciso di costituire un fondo per complessivi 30 milioni di euro a sostegno degli azionisti che versano in condizioni disagiate (fondo di solidarietà , ndr). L'iniziativa si basa sulla consapevolezza della presenza di situazioni di impoverimento e grave disagio sociale che coinvolgono alcuni azionisti risparmiatori di BPVi, oltreché sulla volontà di ricostruire un rapporto di fiducia tra la Banca e i suoi soci risparmiatori. Il fondo è riservato esclusivamente agli azionisti che rientrano nel perimetro dell'Offerta di Transazione e che rinunciano ad azioni risarcitorie, l'attivazione del fondo è subordinata all'esito positivo della stessa Offerta di Transazione.
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Banche, la lettera di Matteo Renzi a Il Sole 24 Ore: BPVi e VB? "Scandalo finanziario"
La nostra sfida è il futuro. Immaginare una visione per l’Italia dei prossimi cinque anni, capace di competere in un mondo che corre sempre più forte. Ma oggi le chiedo ospitalità , caro Direttore, per chiarire un passaggio tra i più delicati dei mille giorni del mio Governo e per ricordare innanzitutto a me stesso i termini di una sfida che vedrà l’Italia impegnata a lungo: i problemi del credito e la riforma delle popolari. Per lungo tempo, già in piena crisi economico-finanziaria, nel nostro Paese non si è avuta da parte della maggioranza degli economisti, degli opinionisti e dei media la percezione dello stato di dissesto e/o della cattiva gestione di diversi istituti bancari italiani.
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BPVi e Veneto Banca, Righi su CorSera: transazione, prendere o... si chiude. Sette in corsa per dieci miliardi di sofferenze
Due date, tre miliardi di perdite e una montagna di sofferenze a cui trovare un prezzo. La primavera per le due ex popolari venete è ancora lontana. Sulla loro strada il primo nodo si scioglierà la prossima settimana, il secondo otto giorni dopo. Mercoledì 15 marzo scadrà il termine per le adesioni alla Opt di Veneto Banca, l'Offerta pubblica di transazione. Il 22 arriverà a termine l'offerta della Banca Popolare di Vicenza. Solo allora, contando le adesioni, sarà possibile capire quanti soci avranno deciso di rinunciare a ogni possibile azione legale in cambio di 9 euro (6 per la Veneto), mantenendo però il possesso azionario. Sarà un dato chiave per stimare l'impatto delle possibili cause civili residuali e il loro peso sui bilanci futuri. Non ci saranno, è il caso di sottolinearlo, offerte al rialzo all'ultimo minuto, non ci sarà un intervento salvifico dello Stato per i 170 mila soci oggetto dell'offerta. Prendere o lasciare. Dare fiducia ancora un volta, recuperando il 15 per cento di quanto venne investito, o indicare la strada della chiusura.
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