Luigi Di Maio cancellerà spesometro, redditometro e studi di settore: peccato siano già stati cancellati
Domenica 3 Giugno 2018 alle 17:24Confartigianato: studi di settore vanno rivisti
Venerdi 12 Febbraio 2016 alle 15:59Considerando l’esperienza quotidiana delle piccole imprese nel loro rapporto col fisco, Confartigianato Vicenza ribadisce la necessità di intervenire sulla materia degli studi di settore, nella convinzione che sia giunta l'ora di cambiare passo e di riformarne profondamente l'utilizzo come strumento di accertamento, per valorizzarne invece le potenzialità quale elemento di “complianceâ€, ovvero di conformità normativa. Continua a leggere
Studi di settore, Busin (LN): arma di distruzione di massa delle partite Iva
Martedi 3 Marzo 2015 alle 18:43Gli studi di settore, con la crisi, sono diventati arma di distruzione di massa delle partite Iva, vanno cancellati. Il sistema è da rivoluzionare.Â
Continua a leggereOk correttivi per studi di settore, ma più burocrazia
Mercoledi 30 Giugno 2010 alle 11:21Fisco tra luci e ombre
Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 12:15Assoartigiani Vicenza Â
Fisco a metà tra luci e ombre
Alcune misure troppo penalizzanti per le piccole imprese ma c'e' fiducia nei correttivi per studi di settore e redditometro
Luci e ombre: si potrebbero riassumere così alcuni recenti comportamenti restrittivi dell'Agenzia delle Entrate, pur se condivisibili negli obiettivi, appaiono però criticabili nel metodo, essendo rivolti a una platea troppo vasta di contribuenti, e per importi anche di modico valore.
Spiega il presidente dell'Assartigiani Confartigianato Vicenza, Giuseppe Sbalchiero:
«Il pretendere un "visto di conformoità " per poter esercitare la possibilità di compensare un credito IVA con altre imposte quando il credito stesso supera il modesto importo di 15.000 euro, appare assolutamente eccessivo. Bene il fine di combattere le compensazioni illecite, ma così si mettono in difficoltà le piccole aziende con crediti IVA che spesso sono "fisiologici". Perché non alzare quel limite almeno a 50.000 euro?».
Secondo Sbalchiero «anche l'inasprimento delle misure cautelari in ambito tributario - evidenziato pure da una recente circolare della Direzione centrale dell'accertamento - rivolto a una vasta platea di contribuenti che certo non ha assunto di norma gravi comportamenti di evasione, ci appare inopportuno e penalizzante anche in tal caso per le piccole realtà aziendali, che hanno posizioni debitorie per importi spesso contenuti».
L'Assoartigiani auspica comunque che vi sia, da parte degli uffici competenti, una adeguata selezione e ragionevolezza nell'applicazione del dettato normativo.
Ancor più pesante è l'atteggiamento che vede inascoltate le richieste di riconsiderare la indeducibilità degli interessi passivi per la parte eccedente il 30% del risultato operativo lordo, misura particolarmente penalizzante in un momento economico come quello che stiamo vivendo.
La richiesta delle associazioni di categoria, fra le quali Confartigianato, non solo non è stata ascoltata, ma è stata addirittura dimezzata la soglia minima che comunque era detraibile (da 10.000 euro a 5.000 euro).
Ma non ci sono solo ombre. È doveroso riconoscere anche intenzioni e provvedimenti del governo che tendono a migliorare il rapporto con il contribuente e a rendere l'imposizione più equa. Ad esempio, gli Studi di Settore applicabili per il 2009 vedranno introdotto un ulteriore correttivo sul grado di utilizzo dei beni strumentali. In tempi di crisi, infatti, la presenza di impianti non è di per sé significativa della capacità dell'azienda di produrre ricavi. In merito, bisogna dire che l'intervento della Confartigianato è stato determinante. Inoltre, i correttivi congiunturali individuali dovrebbero meglio permettere di cogliere il grado di crisi registrato dal singolo soggetto. Il tutto andrà ovviamente valutato nel momento applicativo, dove emergerà l'effettivo impatto che i correttivi annunciati avranno su ciascuna realtà aziendale.
Anche l'obiettivo di favorire la riduzione del ricorso al Contenzioso Tributario è da condividere. Infatti, con un recente provvedimento, è stato previsto che a garanzia della rateazione richiesta in sede di concordato, acquiescenza e conciliazione, se l'importo in questione non supera i 50.000 euro non sarà più necessaria la presentazione della fideiussione.
Da ultimo, ma non certo per importanza, c'è la rivisitazione integrale del cosiddetto "redditometro". Le tappe previste sono quattro: un tavolo di discussione con le parti interessate; i provvedimenti normativi; la sperimentazione; il varo entro il 31 dicembre di quest'anno. Il percorso dovrebbe portare a uno strumento più affidabile superando quello precedente che fa riferimento a pochi elementi di capacità contributiva, alcuni dei quali anche obsoleti e mal considerati.
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Corretti Studi di settore
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 08:57
Risultato importante delle azioni di lobby di Apindustria vicenza
Gli Studi di settore corretti a seguito della "stretta creditizia"
Fin dai tempi della istituzione degli Studi di Settore, Apindustria Vicenza ha sempre segnalato quanto iniqua fosse l'applicazione degli stessi alle piccole e medie imprese del comparto manifatturiero e quanto fosse auspicabile una loro modifica, volta a tenere conto del fatto che nelle transazioni tra operatori non possono essere applicate logiche di accertamento proprie dei soggetti che operano con i privati. Negli ultimi tempi, poi, la forte crisi in atto ha aggravato ulteriormente la situazione a causa della pesante stretta creditizia conseguente alla riduzione del credito concesso dagli istituti bancari, che ha realmente messo in ginocchio molte realtà imprenditoriali - in particolare quelle meno capitalizzate - le quali, senza più la liquidità necessaria per far fronte a ordini e commesse, si ritrovano ad avere costi sempre più alti e meno ricavi e, quindi, non sono più in linea con gli Studi di Settore!
A lanciare un forte campanello d'allarme, già due anni fa, è stata Apindustria Vicenza, la quale si è adoperata fortemente presso i tavoli di discussione e l'Osservatorio Regionale sugli Studi di Settore, all'interno del quale, grazie all'intervento dei funzionari del proprio Ufficio fiscale, agli inizi del 2009 ha ottenuto l'istituzione di uno specifico Gruppo di lavoro dedicato all'analisi degli effetti della "stretta creditizia" in rapporto alla applicazione degli Studi di settore. Finalmente un primo passo è stato raggiunto: è di questi giorni, infatti, la notizia che a seguito delle analisi prodotte dal Gruppo di lavoro, con il contributo dei funzionari dell'Agenzia delle Entrate del Veneto, l'Osservatorio Regionale ha recepito e segnalato alla Direzione Centrale Accertamento la necessità di introdurre degli appositi correttivi agli Studi di settore, per ridurre gli incrementi di ricavi connessi all'aumento degli interessi passivi ed, inoltre, per ridurre gli incrementi di ricavi in funzione del minor accesso al credito nel singolo settore economico.
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