Ho letto la dichiarazione dela presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (in fondo*), che si dice "addolorata" e afferma che ormai quella dei morti sul lavoro e degli infortuni gravi è "emergenza" e non più "fatalità ". Così crede, forse, di salvarsi l'anima (e la faccia). Noi sappiamo che non è così. Di quale emergenza parla la Casellati? A fine 2017, in dieci anni, i morti sul lavoro o sulle strade in itinere sono stati oltre 13.000. Questa non è emergenza, è la normalità di un sistema spaventoso che mette al primo posto il capitale (i soldi) e il profitto d'impresa rispetto ai diritti di chi vive del proprio lavoro.
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"Essere qui oggi - ha detto la neo eletta Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati rispondendo al benvenuto di Luca Zaia - è per me motivo di orgoglio. Il mio incarico è di terzietà istituzionale ma in questa occasione non posso dimenticare di essere una veneta eletta senatrice in Veneto, e non nego che, trovandomi in veste ufficiale nella mia terra, il cuore batte un po' di più".
Che Luigi Di Maio e gli eletti del Movimento 5 Stelle siano capaci di governare un Paese, per giunta, complesso come l'Italia è da dimostare e forse a breve lo sapremo. Che siano "ingenui" lo dimostra il niet per la presidenza del Senato opposto a Paolo Romani, condannato, per carità , per aver fatto usare il cellulare comunale alla figlia, e la successiva valanga di schede che hanno riempito col nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati (per brevità di cotanto nome MEAC) il cui curriculum, da avvocato, prima, e da membro del Csm, poi, è arrichito dalla costante difesa del pluricondannato più famoso d'Italia, Silvio Berlusconi.
Oggi 3 novembre si è svolto presso il Tribunale di Vicenza un incontro in cui sono intervenuti il Vicepresidente del CSM Giovanni Legnini, il Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione Giovanni Canzio, i Consiglieri del CSM Pierantonio Zanettin, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Maria Rosaria San Giorgio, Claudio Maria Galoppi, Lorenzo Pontecorvo, il Procuratore della Repubblica Antonino Cappelleri e il Presidente del Tribunale Alberto Rizzo. Lo scopo dell'incontro è stato quello di presentare, dopo l'inaugurazione avvenuta il 14 gennaio 2017, i progressi avvenuti e le iniziative promosse.
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«Sono scomparsi quasi tutti quelli che venivano, ma alcuni amici sono rimasti ed è stato un segno importante»: ha detto anche questo Giancarlo Galan, nella confessione rilasciata al programma radiofonico La Zanzara, quando ha rivelato di pensare spesso al suicidio e di essere frenato solo dall’amore per la figlia (qui il nostro commento di ieri, ndr). Parole che hanno turbato molto quei «pochissimi» (la quantificazione è dello stesso ex Doge) che gli sono rimasti accanto in quest’annus horribilis destinato a continuare ancora, fra la decadenza da deputato e la confisca di Villa Rodella.
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