La procura di Roma, che non brilla certo per solerzia quando si tratta di banchieri e potentati economici, a poche ore dal regalo delle banche venete ad Intesa San Paolo, con la dote inziale di 5 miliardi di euro come caparra dei 17 mld impegnati dal ministro Padoan per salvare, a spese della collettività e di 207.000 famiglie frodate Intesa San Paoloe BpVi dello spiccia faccende di Bankitalia Zonin, ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex AD di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, l'ex presidente Flavio Trinca e altri nove tra amministratori e manager, per le irregolarità nella gestione dell'istituto di credito tra il 2012 ed il 2014.
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Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete "don Enrico Torta" scrive: nonostante la questione del "salvataggio" delle banche popolari venete sia stata sottratta al potere degli azionisti ed alle regole del diritto, passando nella competenza del Parlamento dello Stato, gli argomenti e le modalità di convincimento non cambiano. Anche nei confronti degli Onorevoli si svolge la solita minaccia, quasi terroristica, che, o si fa così oppure crolla tutto e naturalmente c'è il Bail-in. Noi, come risparmiatori, questi discorsi abbiamo cominciato a sentirli dal dicembre 2015 e, stando all'illuminata opinione dei tanti che anche in questi giorni ingolfano i giornali del loro saccente parere, già nel 2015 dovevamo fare tutto subito e senza fiatare per salvare le banche e la nazione. Poi le cose sono andate come sono andate: piani industriali ridicoli, inerzia totale da parte dei consigli di amministrazione e da parte del Governo della Repubblica Italiana, ancora minacce di disastro alle successive assemblee, compensi da milioni di Euro ai vari amministratori, aumento incontrollato del dissesto etc. Tutte cose note che, però, è bene riportare alla memoria.
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"Ecco il fatto: alla fine del 2014 (per la precisione il 26 ottobre 2014, ndr) Veneto Banca passa l'AQR della Bce (che ne attesta la bontà dei crediti), il 24 giugno del 2017 sempre la Bce afferma che Veneto Banca è fallita". Cosa è successo nel frattempo, si chiede, dopo questa premessa fattuale, Antonio Guadagnini, consigliere di maggioranza della Regione Veneto con "Siamo Veneto" ma con uno spirito critico che non lo omologa con le decisioni a tavolino della Giunta Zaia. Lo dimostrano le sue prese di posizione contro le ultime vicende della Superstrada Pedemontana Veneta e il suo canto fuori dal coro dei poteri, locali e nazionali, sul disastro delle due ex Popolari Venete, ora entrambe finite in liquidazione coatta amministrativa
La prima volta che i militari della guardia di finanza entrarono nella sede centrale della Banca Popolare di Vicenza, le facce scure dei dipendenti dell'istituto di credito affollavano i bar di via Framarin: durante l'ispezione niente computer, non restava che concedersi un caffè. Le bocche restarono cucite, almeno per un po', troppi giornalisti in giro. Oggi negli stessi bar, l'aria è sicuramente meno tesa e più di qualcuno ha voglia di parlare, anche se nascosto dall'anonimato, per raccontare il momento per certi versi "elettrizzante" che l'ex Popolare sta attraversando.
L'associazione Noi che credevamo nella BpVi & in VBanca dà qualche delucidazione sul decreto del consiglio dei ministri sulle banche venete. Con questo Decreto si svuotano due banche in difficoltà , Popolare di Vicenza e Veneto banca di tutto il capitale e l'attivo, impedendo ai cittadini che stavano facendo loro causa, di vedersi restituito il maltolto. Avevamo, proprio in questi giorni, sentenze a noi favorevoli che stavano restituendoci dignità e risparmi e che stavano portando a galla la verità . Questo Decreto congelerà e invaliderà ogni causa presente e futura annullando diritti Costituzionali e norme del Codice Civile.
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"La soluzione trovata dal Governo Gentiloni per salvare Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza è un misto di ipocrisia e malafede. Così a pagare sono sia i contribuenti che i risparmiatori, e la parte buona delle due venete se la prendono senza sforzi i privati di Banca Intesa", lo afferma il capogruppo M5S al Senato Enrico Cappelletti. "Lo Stato ha regalato 5,2 miliardi ad una grande banca nazionale e ha messo a garanzia dell'operazione altri 12 miliardi per coprire le perdite dei crediti deteriorati. 17 miliardi in tutto che potevano essere risparmiati o investiti nell'economia reale se solo si fosse intervenuti a tempo debito. Sulle due banche venete invece lo Stato ha perso tempo con la soluzione tampone del Fondo Atlante, per poi dover svendere alla cifra ridicola di 1 euro le good bank a Intesa. Continua a leggere
Sulla liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca il nostro direttore Giovanni Coviello ha intervistato, dopoLuigi Ugone di "Noi che credevamo nella BPVi" e Marco Paccagnella e Fabrizio Zampieri di Federcontribuenti Italia, anche Paolo Ghezzi, segretario di gruppo First CislBPVi, uno dei sindacati più rappresentativi dei bancari "C'è un forte malessere dei dipendenti per quello che è successo - ci ha detto Ghezzi il 26 giugno scorso - e bisogna capire che chi ha portato la banca al dissesto non sono stati di certo i dipendenti, che tra l'altro hanno vissuto e vivomo momenti complessi nel rapporto con i clienti. C'è stata miopia del settore delle banche. Ora c'è la necessità di mettere il settore in sicurezza".
La Commissione europea e' stata informata delle decisioni prese dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager sulle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e sulla multa a Google per abuso di posizione dominante. Lo ha indicato il portavoce comunitario indicando che i commissari "hanno ascoltato sia Vestager che il vicepresidente Dombrovskis su tali importanti decisioni e la loro positiva ricezione". Il portavoce non ha voluto specificare il tipo di discussione dei commissari sugli aiuti di Stato per l'operazione Intesa SanPaolo per le due banche venete, limitandosi a dire che "si e' ricordato il quadro giuridico generale nel quale la decisione si inserisce".
Margaret Vestager, commissaria europea alla concorrenza, una settima fa era la maestra severa pronta a rimproverare l'Italia ad ogni passo falso, oggi è la prima figura di livello internazionale a difendere il Bel Paese dagli attacchi della Stampa estera. I giornali economici europei, infatti, non hanno lesinato critiche all'operazione di liquidazione di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. "Le due banche degradate, da pessimi prestiti e vendite fraudolente hanno aperto lunedì grazie all'intervento dello Stato". Riassume il Guardian. Non va più leggero il Financial Times che dopo aver sbattuto il costo dell'operazione, 17 mld, come il mostro in prima pagina sottolinea: "L'accordo per la liquidazione ha aperto un varco nelle regole dell'Ue sui piani di salvataggio".Continua a leggere
Chi non riuscisse a capire bene che cosane è stato di Popolare di Vicenza e a Veneto Banca finite nel triangolo delle Bermude costituito da Commissione europea, Banca centrale europea e governo italiano - può leggere questa antologia delle rare parole di chi tratta il denaro pubblico come fosse un suo affare privato. Ne trarrà l'amara consolazione che forse neppure i protagonisti hanno capito cosa stavano combinando
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