Ci arriva, come ormai avviene quasi quotidianamente, una lettera all'indirizzo mail da noi riservato ai soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza,[email protected], a cui da tempo sottoponete ogni quesito a cui stiamo rispondendo, da cronisti, privatamente e, se utile a molti, anche su questo mezzo mantenendo l'anominato ove richiesto e purchè la domanda sia fatta con un nome e cognome. Questa lettera via mail è simile a tante altre ricevute in questi giorni dopo la proposta di transazione fatta a 94.000 soci della BPVi (9 euro ad azione per chi ha acquistato azioni nei dieci anni precedenti e fino al 31 dicembre 2016 oltre a una serie di proposte commerciali in cambio della rinuncia tombale ad ogni azione legale) e a 75.000 di Veneto Banca (15% del prezzo di acquisto eccetera eccetera).
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Fabio Poloni su Il Mattino di Padovaillustra alcuni aspetti della transazione proposta ai soci di Veneto Banca ma utili da capire anche per i "cugini", prossimi fratelli della Banca Popolare di Vicenza. Vi proponiamo l'articolo di seguito.
L'offerta: chi aderisce non potrà fare causa ai dipendenti ma neppure ai promotori. Scrive Fabio Poloni su "Il Mattino di Padova" di oggi: "Facciamo pace? Dai, ti ridò indietro qualcosa e ti faccio pure un nuovo conto senza costi". Il riassunto è estremo - in realtà sono ventisei pagine di regole, riferimenti, tempi, cifre - ma il succo è questo: dopo lo tsunami che ha raso al suolo il valore delle azioni, Veneto Banca lancia l'«offerta di transazione» ai propri soci. Un accordo, insomma, per evitare di andare allo scontro legale. L'impalcatura è ormai nota: l'ex Popolare di Asolo e Montebelluna offre ai soci il quindici per cento del valore andato in fumo, e c'è tempo fino al 15 marzo per accettare.
Torniamo a parlare dell'offerta transattiva che la nuova dirigenza della Banca Popolare di Vicenza ha proposto ai "vecchi" azionisti, i famosi 9 euro in cambio "dell'impegno, da parte del socio, a non agire nei confronti della Banca per i temi inerenti al proprio investimento in azioni di BPVi o Veneto Banca o società del Gruppo." Detto che i discorsi che faremo per la ex Popolare vicentina valgono sic et simpiciter anche per il 15% offero ai poveri soci (o soci ora poveri, fate voi) di Veneto Banca, come già ribadito in un articolo precedente tale offerta rappresenta un "unicum" nel panorama italiano, mai prima d'ora, infatti, agli azionisti di una società di simili dimensioni era stato offerto un "ristoro" (termine che la Treccani definisce come "aiuto, conforto, consolazione"), non quindi una proposta di riacquisto azionario. Ma proprio in quanto trattasi di un "unicum" riteniamo doverose chiederci quale sia la "ratio" di questa iniziativa. E la risposta è evidente, non si tratta di un "aiuto, un conforto, una consolazione", ma del controvalore di un "impegno" (quello appunto di non far causa alla Banca).
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Come noto le due ex popolari venete nel proporre ai propri azionisti un'offerta transattiva (9 euro per la Banca Popolare di Vicenza ed il 15% del prezzo pagato per l'acquisto delle azioni per Veneto Banca) hanno messo a disposizione, di coloro che aderiranno, anche una "proposta commerciale integrativa" denominata "Linea per te", in pratica una serie di condizioni agevolate su determinati prodotti bancari. Tale proposta commerciale integrativa, naturalmente, è stata esposta con enfasi dalla dirigenza dei due Istituti, ma accolta con una certa freddezza dai soci che hanno un po' snobbato, se non addirittura avversato, "Linea per te". Visto che gli organi di informazione hanno il dovere dell'obiettività , riteniamo corretto da parte nostra provare a dare una valutazione "oggettiva" della proposta commerciale avanzata, quindi scevra di pregiudizi, ma anche senza toni enfatici.
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Ci arriva, come avviene quasi quotidianamente, una lettera all'indirizzo mail da noi riservato ai soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza, [email protected], a cui da tempo sottoponete ogni quesito a cui stiamo rispondendo, da cronisti, privatamente e, se utile a molti, anche su questo mezzo mantenendo l'anominato ove richiesto e purchè la domanda sia fatta con un nome e cognome. Questa lettera, come un'altra già pubblicata a firma di un gruppo di azionisti risparmiatori, dimostra una nuova tendenza: chi scrive non chiede l'anonimato a significare che gradualmente si ritrova un coraggio perduto non per errori commessi, ma, questo è palese, per torti subiti. La nuova gestione della BPVi sta incoraggiando con una proposta di transazione che, accettabile o meno questo sta ai singoli soci valutarlo e grazie ai confronti pubblici che ha generato, come quello da noi trasmesso su VicenzaPiu.tv e ora disponibile qui, ha reso chiaro un fatto: a vergogarsi devono essere la vecchia gestione di Gianni Zonin & c. e la classe politica e sociale che ne è stata complice, non i vecchi soci indotti a svuotare le proprie musine per riempire quelle di pochi privilegiati. Il direttore
Pubblicato il 27 gennaio alle 23.21, aggiornato sabato 4 febbraio alle 16.00 con video qui proposto e annunciato davanti a Don Torta nell'assemblea odierna dell'Associazione "Noi che credevamo nella BPVi", che abbiamo trasmesso in diretta streaming su www.vicenzapiu.tv e le cui repliche saranno disponibili fra poco più di un'ora sullo stesso sito ma anche scaricando l'App gratuita VicenzaPiù Tv, come da informazioni di dettaglio qui riportate. A seguire, in serata, pubblicheremo su questo portale il video integrale dell'assemblea.
Reverendo Monsignor Beniamino Pizziol, sono un devoto cattolico e mi permetto di chiedere a Sua Eccellenza qualche minuto di attenzione per alcune mie povere osservazioni e per una semplice domanda finale a cui vorrei che Lei, dall'alto della sua Fede cristiana, desse una risposta che si richiami alla Carità e induca alla Speranza.
Il Comitato Nazionale Azionisti BPVI, da cui era nata l'omonima Associazione poi naufragata, ha incontrato ogi, 30 gennaio, i vertici della Banca Popolare di Vicenza per discutere di una serie di punti della transazione propsota che ieri avevamo riassunto. Ci riferisce dell'esito dell'incontro, a cui erano presenti per il Comitato anche Christian Pozza e l'avv. Giorgio Dal Castello, Simone Bassotto, uno dei fondatori del Comitato. «Con Giampiero Beltotto - dice Bassotto - era presente per la BPVi uno dei due vice direttori generali Luca Reverberi, responsabile della Direzione Community Banking, che in sintesi ha ribadito il ristoro di 9 euro e la probabile emissione di warrant. Chi vuole fare ricorso all'arbitro Consob può comunque, prima della sua pronuncia, addivenire a transazione con BPVI che allora chiederà all'arbitro di non decidere».
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Domani, lunedì 30 gennaio, alle 9 in via Btg. Framarin il Comitato Nazionale Azionisti BPVI , da cui era nata l'omonima Associazione poi naufragata grazie alla (non) gestione di Renato Bertelle, incontrerà i vertici della Banca Popolare di Vicenza per discutere dei seguenti punti riguardo alla proposta di transazione avanzata dalla BPVi il 9 gennaio: 15% con o senza warrant?; se un socio ha acquistato con soldi dei genitori invalidi ha diritto a 30 euro per azione o 9?; gli anziani tutti a 30 euro?; il ricorso alla Consob impedisce di accedere alla proposta transattiva?; perchè lasciare le somme avute in depositi vincolati?; accreditamento come le associazioni dei consumatori ai tavoli per scavalcati, disagiati e anziani in difficoltà ; proposta coinvolgimento negli utili per la valorizzazione degli NPL. Saranno presenti per il Comitato Nazionale Azionisti BPVI il dr. Simone Bassotto (nella foto), il dr. Christian Pozza e l'avv. Giorgio Dal Castello.
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Se la matematica non è un'opinione, sono tra i 20 e i 25 mila i soci dalle ex Popolari venete che hanno già firmato l'offerta di ristoro dei due istituti per chiudere il contenzioso legato al crollo del valore delle azioni. Fonti vicine a Bpvi e Veneto Banca, infatti, informano che sono già stati contattati personalmente la metà degli interessati (in totale si tratta di 169 mila vecchi soci interessati alla possibile transazione) e che, di questa metà , il 30% circa ha già firmato l'accettazione del rimborso, il 66% ha manifestato interesse senza ancora impegnarsi mentre soltanto il 4% ha opposto un rifiuto netto. Alla scadenza del termine per manifestare l'interesse, fissata al 15 marzo, mancano ancora più di 30 giorni lavorativi. Al ritmo attuale, le due banche potrebbero chiudere il primo giro di contatti in un paio di settimane e avere così a disposizione un tempo congruo per convincere gli indecisi.
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