Delusione ed amarezza tra le tante vittime del dissesto della BPVi le quali riponevano fiducia nella decisione del gup nell'udienza preliminare in corso da dicembre sulla richiesta di rinvio a giudizio dei sette imputati (oltre alla banca stessa come persona giuridica) i quali devono rispondere a vario titolo di aggiotaggio, ostacolo alle attività di vigilanza e falso in prospetto. A Roma, nel processo "gemello" su Veneto Banca, il gup Lorenzo Ferri ha autorizzato la citazione del responsabile civile Banca Intesa, mentre a Vicenza il gup Roberto Venditti ha detto no.
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Si torna in aula oggi per il processo Banca Popolare di Vicenza dove, scrive Il Mattino di Padova, è attesa la decisione del giudice in riferimento alla chiamata in causa come responsabile civile di Bankitalia e Intesa Sanpaolo. A Roma, nel procedimento fotocopia per Veneto Banca, la chiamata in causa è già stata decisa. Numerosi i legali dei risparmiatori che hanno chiesto l'esclusione come parte civile di Bankitalia: «Lasciare Banca d'Italia fra le vittime del reato è come dire che la guardia, incaricata di vigilare sul detenuto che scappa dalla porta, merita di essere risarcita», è scritto in un'istanza.
Vanno avanti le udienze davanti al Gup Roberto Venditti per il processo a Vicenza per il crac della Banca Popolare di Vicenza e al Gup Lorenzo Ferri per il processo romano sul flop di Veneto Banca. Sono molte le decisioni simili dei due procedimenti ma sono anche molti i dubbi che agitano (e a lungo agiteranno) i sonni delle migliaia di soci, circa diecimila in totale, la cui costituzione di parte civile è stata accettata, di quelli, molto pochi, che l'hanno avuta rifiutata e di coloro, decine di migliaia, che neanche ci hanno provato o ne hanno semplicemente rinviato la richiesta.
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Esclusi solo coloro che abbiamo sottoscritto una transazione (come l'Offerta Pubblica dii Transazione, Opt, ndr), ammessi tutti gli altri richiedenti. Così il gup Roberto Venditti ha deciso sulle richieste di costituzione di parte civile nel corso dell'udienza preliminare che va avanti sul dissesto della Banca Popolare di Vicenza e sulla liquidazione che ne ha azzerato totalmente il capitale, provocando un danno di diversi miliardi ad una folta platea di piccoli risparmiatori.
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L'istanza depositata da un risparmiatore nell'udienza della scorsa settimana ha aperto più che uno spiraglio un portone: sabato prossimo numerosi avvocati presenteranno infatti in aula analoga richiesta di sequestro conservativo nei confronti degli imputati di Banca Popolare di Vicenza per un importo di centinaia di milioni di euro. Trecentocinquanta milioni quelli che chiederà solo l'avvocato Sergio Calvetti che assiste 2.400 ex soci. «Sabato chiederemo il sequestro dei beni immobili, ma anche di quelli mobili degli indagati: gli arredi di casa e pure le azioni», annuncia il legale, «Non solo: procederemo nei confronti di coloro che hanno ricevuto beni in donazione e agiremo sui fondi costituiti».
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Gli sviluppi giudiziari per le due ex Popolari venete arriveranno tra fine febbraio e la prima metà di marzo quando si chiuderanno, salvo slittamenti, le udienze preliminari in corso a Roma per Veneto Banca e a Vicenza per Banca Popolare di Vicenza. Sei le sedute in calendario per gli ex amministratori dell'istituto berico accusati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza: il 20 e il 27 gennaio e poi altre quattro date a febbraio, con l'ultima prevista il giorno 24 quando il giudice Roberto Venditti deciderà se rinviare a giudizio, come chiede la Procura, l'ex presidente Gianni Zonin e altri sei ex amministratori oltre all'istituto di credito in qualità di persona giuridica.
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Alcuni avvocati della difesa hanno provato a ritardare di qualche mese i tempi dell'udienza preliminare per il crac della Banca Popolare di Vicenza, ma il Gup Roberto Venditti ha optato per un calendario serrato di sedute, fissandone tre per la definizione dell'ammissione delle parti civili. Appuntamento al 20 e 27 gennaio e poi ancora il 3 febbraio. Entro questa data quindi si saprà quante delle oltre diecimila richieste depositate troveranno accoglimento ed avranno quindi ingresso nel processo contro gli vertici della Banca Popolare di Vicenza. La battaglia con gli imputati si preannuncia dura, soprattutto con riferimento alla richiesta di costituzione avanzata dalle organizzazioni rappresentative dei consumatori che diversi avvocati della difesa non hanno fatto mistero di volere combattere.
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Misure di sicurezza imponenti intorno al Tribunale nel nuovo edificio di via Ettore Gallo, con identificazione e perquisizione nei punti di accesso, ma non c'è stato il temuto "assalto" di migliaia di persone nella seconda seduta dell'udienza preliminare per il crac della Banca popolare di Vicenza. Il Gup Roberto Venditti ha dovuto gestire il previsto afflusso di decine e decine di avvocati alcuni dei quali con centinaia di richieste di costituzione di parte civile in borsoni e valigie. Ancora impossibile compiere una stima del totale delle richieste ma è probabile che il numero finale potrebbe sfiorare le diecimila.
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Pubblicato il 12 dicembre alle 19.18, aggiornato il 13 alle 9.50. La notizia dello stralcio della posizione di Samuele Sorato, rivelataci il 12 mattina dall'ex socio BPVi Giovanni Rolando (qui il video registrato in tempo reale ma che abbaimo pubblicato di sera solo dopo le opportune verifiche, fatte anche per "capire" e non solo "dire", senza farci prendere dall'ansia), è stata avanzata dall'avv. Fabio Pinelli, che col prof. Alberto Berardi dello studio padovano Pinelli Druda, assistono l'imputato, ed è stata subito e necessariamente fatta propria dal giudice dell'udienza preliminare Roberto Venditti (l'ex dg e per poco ad della BPVi è stato appena operato per un tumore alla prostata, si legge sui media).