Crac BPVi, scattano i primissimi sequestri conservativi a carico degli imputati. Ad un mese (ieri 19 marzo) dal via libera del giudice che ha autorizzato i sigilli sono state depositate in Conservatoria a Vicenza le trascrizioni dell'ordinanza. Il che significa rendere effettivi i sequestri, i primi di una serie. Si parte con terreni e immobili nel Vicentino dell'ex presidente Gianni Zonin e dell'ex consigliere del cda ed ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto (nel video Claudio Gatti del Sole 24 Ore ricostruisce le "bolle" di Zonin con i servizi soprattutto di VicenzaPiu.Tv, ndr).
Da lunedì 19 sino a martedì 27 p.v. si preciseranno molti profili dei processi penali per il crac della Banca Popolare di Vicenza e per quello di Veneto Banca, per cui approfittiamo di una nota di Codacons Veneto per "fissare" alcuni punti a partire dai sequestri. La caccia ai beni degli imputati è aperta, la verifica di donazioni, vendite e costituzioni di fondi sono al vaglio dei magistrati, scrive l'avv. Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, che aggiunge: "Ma al di là del rumore e delle pene che procurano ai responsabili - le uniche per ora, visto che ad oggi si permettono di avere ancora il passaporto e non hanno fatto un giorno di galera (a parte Vincenzo Consoli per decisione di Roma) - non dobbiamo farci illusioni; per quella via è assai improbabile ottenere risarcimenti".
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Giunge da Vicenza via Bassano del Grappa una sentenza che restituisce speranza ai tanti risparmiatori depredati dal crac delle banche venete e scrive un capitolo nuovo nell'incomprensibile oscillazione di quel pendolo impazzito che, sul tema, si sta rivelando l'amministrazione della giustizia. Se a Vicenza il gup Roberto Venditti, nell'udienza preliminare sul dissesto della BPVi, aveva ribaltato lo storico pronunciamento del collega di Roma Lorenzo Ferri sull'analoga vicenda di Veneto Banca, questa volta un giudice vicentino, Luigi Giglio, referente per il Veneto dei Magistrati onorari di tribunale (gli utilizzatissimi e super precarizzati GOT, Giudici Onorari di Tribunale)), riaccende un barlume di luce per le tante vittime della "malagestio" bancaria.
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Un nuovo capitolo nella vicenda banche Popolari Venete e risparmiatori traditi è stato scritto, facendo breccia sul muro apparentemente inespugnabile eretto dal D.L. 25.06.2017 n. 99 convertito in legge 21.07.2017 n. 131. Il Tribunale di Vicenza, in persona del Giudice Unico, dott. Luigi Giglio, in data 14.03.2018 con la sentenza n. 733/2018 (Emanuela Marsan avvocato di un socio della ex Veneto Banca, ndr) ha fatto proprio l'orientamento illuminante espresso dai giudici di Roma nelle more del procedimento penale nei confronti dei vertici dell'allora Veneto Banca S.p.A.
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Una notizia veramente importante ce l'anticipa l'avv. Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, e noi la confermiamo avendo avuto poi modo di leggere la sentenza a cui fa riferimento e pubblicata oggi, 14 marzo 2018, dal Tribunale di Vicenza il cui giudice di merito civile, Luigi Giglio, ha, infatti, sentenziato di riconoscere il diritto di chiedere il risarcimento a BancaIntesa Sanpaolo per gli eventuali atti in danno di un socio di Veneto Banca ora in Liquidazione coatta amministrativa. Il dispositivo conferma quanto già indicato dal Giudice di Roma, il Gup Lorenzo Ferri, per Veneto Banca ma non recepito per BPVi dal Giudice istruttore, penale, di Vicenza, il Gup Roberto Venditti.
Cominciano così a diventare importanti le somme formalmente congelate, non solo sui beni degli imputati, ma anche di terzi a cui gli stessi avrebbero cercato di cedere soldi o immobili
A fare da apripista, con le istanze dei primi soci della Banca Popolare di Vicenza, era stato alcune settimane fa l'avvocato Renato Bertelle di Malo, che aveva ottenuto il primo sequestro sui beni degli imputati per 15,47 milioni di euro. Ma il vero botto nell'inchiesta infinita che riguarda l'istituto di credito che ha avuto come presidente Gianni Zonin lo ha messo a segno l'avvocato trevigiano Sergio Calvetti, che ha ottenuto un provvedimento da 175,99 milioni di euro, a tutela di circa 2.400 tra ex soci ed ex risparmiatori che si sono trovati con niente in mano.
Processo per il crac di BPVi: l'udienza preliminare rimane in standby fino al 21 aprile (data in cui ci si ritroverà in aula), questo per permettere di riunificare i due tronconi dell'inchiesta (il secondo chiuso solo pochi giorni fa) in un unico procedimento. Per evitare quindi di fare due processi agli stessi imputati, sempre per vicende legate al tracollo della banca. A comunicarlo, nell'udienza di ieri, il gup Roberto Venditti. Del resto ci sono dei tempi tecnici per riuscire a far approdare all'udienza preliminare anche il secondo filone, del quale c'è stata la chiusura delle indagini preliminari solo a inizio settimana.
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In data odierna si è assistito ad un nuovo ed inaspettato sviluppo del procedimento penale che vede imputati i vertici di Banca Popolare di Vicenza, in cui il Gup dott. Roberto Venditti, sciogliendo la riserva assunta sulle richieste di citazione dei responsabili civili formulate dalle parti civili, ha ammesso unicamente quale responsabile civile la Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa escludendo paradossalmente Intesa Sanpaolo. L'orientamento assunto dai giudici del Tribunale di Vicenza si pone in netto contrasto con l'orientamento assunto dai giudici romani nell'omologo procedimento penale che vede coinvolti i massimi esponenti di Veneto Banca.
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