Auspicando su Tva un lungo governo di Lega e M5S per il timore dei gilet gialli di casa nostra Luciano Vescovi dimostra tutto il suo coraggio da leader dei coraggiosissimi imprenditori vicentini di vertice e rischia di superare il ridicolo prefigurando una tirata di orecchie dal suo capo nazionale. The last president (l'ultimo... dei presidenti) di Confindustria Vicenza rispetto agli ultimi due past president (in ordine di tempo Roberto Zuccato e il socio Giuseppe Zigliotto) ha, ancora e solo, un pregio, quello di non essere stato indagato per il crac della Banca Popolare di Vicenza come il primo o addirittura imputato come il secondoÂ
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Con Marian Bratu, l'operaio delle Acciaierie Venete morto il 26 dicembre dopo oltre 7 mesi di agonia e atroci dolori per le ustioni riportate mentre lavorava e il boscaiolo morto il 27 dicembre a Chiuppano (VI), sono 700 i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro da inizio anno. Questo numero spaventoso è certificato dalle liste dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli. Inoltre, se si considerano anche i decessi in itinere, le lavoratrici e i lavoratori morti (la stima è prudenziale) salgono a oltre 1400. In Veneto i morti sono 69: Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).
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Gentile direttore, come ex bancario ed ex socio della Banca Popolare di Vicenza e dopo i nostri numerosi scambi di idee e informazioni via mail, ora le dico che tutte le perplessità derivanti dalle precedenti, contorte formulazioni del testo di legge (a favore dei risparmiatori azzerati da BPVi, Veneto Banca, 4 banche risolte e altre 5 banche in lca come da elenco completo in fondo*, ndr) sono superate da quanto approvato (grazie al governo con M5S e Alessio Villarosa in testa e come da noi anticipato, ndr) , anche se probabilmente ne sorgono altre; ma tant'è! (nella foto da sx al lavoro al Mef Saveria Sechi, Alessio Villarosa, Raffaele Di Giglio, Augusto Cipollone, Eugenio Piccolo).
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Ecco in anteprima assoluta il testo, estratto dalla legge di bilancio 2019 (la manovra completa è scaricabile da qui) bollinato dal Mef (appena presentata al Senato per la discussione e il voto di fiducia previsto in nottata) per gli articoli che, finalmente e, bisogna dirlo, in maniera "rivoluzionaria" vanno a indennizzare, come da noi anticipato in questi giorni, partendo dal 30%, col valore di calcolo basato sul prezzo di acquisto e con una platea allargata di risparmiatori azzerati di Banca Popolare di Vicenza  Veneto Banca, Banca dell'Etruria e del Lazio, CariChieti, Banca delle Marche, CaRiFe, Banca Crediveneto, Banca Padovana di Credito Cooperativo, Popolare Province Calabre, BCC Paceco e Bcc Brutia.Continua a leggere
"Se non fosse successo veramente, quanto accaduto oggi in aula sarebbe impossibile da credersi. La Lega si piega ai diktat del M5S, LeU e PD e vota contro la mozione di Fratelli d'Italia contraria al Global Compact. Salvini adesso che diretta Facebook si inventerà per spiegare al proprio elettorato che la Lega è favorevole all'immigrazione incontrollata?" È quanto dichiara l'onorevole Maria Cristina Caretta deputato di Fratelli d'Italia.
Lo dico con tutta la pena possibile: Luigi Di Maio, non ha saputo resistere alla smania di protagonismo... Al tempo in cui Beppe Grillo volle ritirarsi dalla "piazza", fu ricostituito in fretta e furia il vertice del Movimento: furono fatte elezioni, cambiati gli statuti, composte le liste - gli attivisti 5 stelle furono costretti a cambiare pelle dal giorno alla notte. Ogni posizione soggettivamente ideologica fu compressa nella cruda realpolitik imposta da Di Maio e dai suoi amici. Ormai solo un pugno di fedelissimi si preparava a dare la scalata al M5S e al governo dell'Italia.
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Lega e M5S - dichiara in una nota l'onorevole Maria Cristina Caretta, deputato di Fratelli d'Italia - tradiscono senza ritegno le promesse elettorali nelle quali avevano garantito la difesa delle migliaia di piccoli risparmiatori truffati dalle banche. Una truffa di massa certificata anche dall'apposita commissione parlamentare e che, a chiacchiere, aveva visto l'attuale maggioranza di Governo pronta a schierarsi al fianco di tutti quegli italiani ai quali gli istituti bancari hanno sottratto i risparmi di una vita, i sogni di una vecchiaia tranquilla, le speranze per un futuro migliore, dopo anni di lavoro e sacrifici.Â
Ci dovrebbe essere il "serrate le righe" fra tutte le associazioni e i legali dei risparmiatori, prima soci e poi vittime di Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e altre piccole Bcc e Popolari in Lca e delle quattro banche risolte, per vedere trasformato in legge operativa e, quindi, in realtà (il ristoro più ampio e più praticabile del danno subito) di quello che era solo il sogno dei più ottimisti il giorno della loro messa in liquidazione o della loro risoluzione. E, invece, due associazioni, a loro rumorose parole le più seguite, di fatto ora le più isolate, giocano le ultime carte per dividere le altre, rincorrendo solo il proprio ego e facendo finta, a turno, di spalleggiarsi o di "fare a botte" fra di loro su Facebook salvo condividere l'un l'altra i rispettivi post.
Sbucano diverse sorprese scavando nei trascorsi giornalistici del vicepremier pubblicista Luigi Di Maio, da undici anni iscritto all'albo, regolare pagamento delle quote e costanti frequentazioni dei seminari di aggiornamento professionale, che per le frasi sui giornalisti "infimi sciacalli" sarà giudicato dal consiglio disciplinare dell'Ordine della Campania "entro una settimana", secondo l'annuncio del presidente dell'Odg campano Ottavio Lucarelli, firma di politica dell'odiata (per Di Maio) Repubblica.
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Oggi è Il Fatto Quotidiano, giornale di certo non lontano dalle posizioni del M5S, a rendere noto, con un retrogusto di ironia, che «l'ordine dei giornalisti della Campania "ha mandato gli atti al Consiglio di disciplina", per valutare l'apertura di una procedura nei confronti del suo iscritto Luigi Di Maio, vicepremier ma anche giornalista pubblicista». Se ad accendere la miccia sono state le parole di sabato del vicepremier contro i giornalisti, definiti anche "infimi sciacalli" e "cani da riporto di Mafia Capitale",Â