Quotidiano | Categorie: Politica

La carriera di Luigi Di Maio, FQ: ha iniziato come giornalista sportivo, anche per un mezzo che ha ricevuto contributi...

Di Rassegna Stampa Martedi 13 Novembre 2018 alle 10:50 | 0 commenti

ArticleImage

Sbucano diverse sorprese scavando nei trascorsi giornalistici del vicepremier pubblicista Luigi Di Maio, da undici anni iscritto all'albo, regolare pagamento delle quote e costanti frequentazioni dei seminari di aggiornamento professionale, che per le frasi sui giornalisti "infimi sciacalli" sarà giudicato dal consiglio disciplinare dell'Ordine della Campania "entro una settimana", secondo l'annuncio del presidente dell'Odg campano Ottavio Lucarelli, firma di politica dell'odiata (per Di Maio) Repubblica.

Di Maio, prima sorpresa, nel 2012 descriveva con entusiasmo "la splendida opera di integrazione" dei rifugiati libici a Pomigliano d'Arco che portavano in spalla la statua del Santo Patrono (chissà cosa ne penserebbe oggi l'alleato Matteo Salvini). Di Maio, seconda sorpresa, contribuì a fondare una testata che in qualche modo ha goduto dei vituperati ‘finanziamenti pubblici'. Si tratta di Studentigiurisprudenza.it, il magazine della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II di Napoli, nato nel 2006 come fotocopiato in proprio con 300 copie e poi cresciuto negli anni sino a diventare "il primo giornale di Facoltà con un milione di accessi al sito" e con una impaginazione a colori del cartaceo perché, si legge in un numero di qualche anno dopo, "l'Ateneo ha deciso di finanziare il nostro progetto permettendoci di superare le 15.000 copie stampate".

Non si diventa pubblicisti per caso, dietro c'è la passione di chi vuole mettersi al centro dei fatti e accetta di scriverli per due anni in cambio di pochi spiccioli pur di conquistare l'agognato tesserino bordeaux. Di Maio ci è riuscito nell'ottobre 2007 attraverso una collaborazione con Il Punto. Un periodico di attualità che si divide tra la carta e Internet, nato nel 2001 e diffuso nell'area a nord di Napoli dove Di Maio "scriveva per lo più di basket e di sport minori e mai di politica", ricorda il direttore Mauro Fellico: "Collaborò due anni, giusto il tempo di prendere il tesserino, mandava qualcosa via mail a me o alla persona che seguiva la sua zona perché non c'era una vera e propria redazione, poi ci salutammo, mi ringraziò, nessun contatto ulteriore, non ho conservato il cellulare". E come era il cronista Di Maio all'epoca? "Uno dei tanti giovani di miti pretese che vogliono diventare giornalisti, un ragazzo molto sveglio. Se avesse definito "sciacalli" i giornalisti già allora? Lo avrei cacciato a pedate". Tramite Il Punto due anni dopo provò a diventare pubblicista anche l'onorevole di Forza Italia Luigi ‘A purpetta' Cesaro, la pratica fece scalpore e fu bocciata perché al contrario di quella del vicepremier era priva di alcuni requisiti.

Divenuto pubblicista, Di Maio ha scritto sporadicamente altrove. Nel 2012 ha firmò per il sito di Somma Vesuviana laprovinciaonline.it un articolo su 52 immigrati libici ospiti di un centro di accoglienza a Pomigliano d'Arco che portarono la statua del Santo Patrono in processione. Sotto a un bel titolo, "San Felice sulle spalle dei rifugiati", si legge della "splendida opera di integrazione con il tessuto sociale della città" e si riferisce di "un'intera comunità che si stringe intorno a loro". "Luigi ha fatturato come nostro webmaster fino a quando è diventato parlamentare - dice il direttore del sito, Gabriella Bellini - era bravo, puntuale e preciso, avrà scritto per noi tre o quattro pezzi, era già pubblicista. Continuo a volergli un gran bene e proprio per questo mi è dispiaciuto leggere certe sue parole, lui conosce i sacrifici che fanno i giornalisti delle testate locali. Oggi che è ministro del Lavoro dovrebbe sapere che cosa significa la libertà di stampa in un territorio difficile come il nostro".

di Vincenzo Iurillo, da Il Fatto Quotidiano 


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network