Riceviamo una decisa nota di dissenso da parte dell'associazione "Noi che credevamo nella BPVi" e Veneto Banca alla proposta lanciata da Carlo Messina, ad di Intesa San Paolo, relativa alla creazione di un plafond a favore dei clienti ex risparmiatori delle banche popolari: "A più di 2 anni dall'inizio del nostro dramma...oggi Banca Intesa, il cannibale che ci ha fagocitati ad un euro, propone un'altra elemosina, forse, per lavarsi la coscienza. Ennesima conferma dell'ingiustizia che la politica ha partorito con il decreto del 25 giugno." Continua a leggere
"Un intervento di cui mi congratulo, prima di tutto per il suo importante significato sociale. E' estremamente positivo che con questo primo intervento Intesa San Paolo destini cento milioni a trentamila mila famiglie, l'anello più debole dei soci-azionisti". Lo ha detto Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando l'annuncio del consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, di un intervento da 100 milioni di euro di Intesa a favore degli ex azionisti delle banche venete.
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L'assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, riguardo al tema dei suicidi degli imprenditori veneti per debiti, afferma in questa nota ufficiale: "Il 22 giugno fu il vicentino Antonio Fagan, ieri Roberto Dian, polesano, titolare di una piccola azienda a Castelbaldo, in provincia di Padova. Sono gli ultimi due imprenditori che si sono tolti la vita per eccesso di dignità , per amore del proprio lavoro. È una lista lunghissima e inquietante quella degli imprenditori veneti che sono stati schiacciati dal peso dei debiti. Sempre quella la causa. Certo tanti i fattori che determinano la crisi: il peso eccessivo delle tasse, la concorrenza sleale, aiuti che in altre nazioni ci sono e in Italia no, insomma, un contesto più che sfavorevole che oggi rende un imprenditore un eroe.Continua a leggere
La Camera di Commercio ha diffuso oggi i risultati dell'analisi congiunturale dell'economia vicentina nel 2° trimestre 2017 dai quali si evince che, dopo la fase di forte crescita dei mesi tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017, la fase di espansione registra un rallentamento. I dati più significativi riguardano le variazioni destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 1° trimestre: i livelli produttivi sono aumentati dello 0,4% e i ricavi dell'1,7%. Anche la variazione della serie degli ordini sul mercato interno risulta meno intensa rispetto ai due precedenti trimestri mentre riprendono vigore gli ordinativi provenienti dall'estero. Gli imprenditori mostrano cautela rispetto all'andamento produttivo nei prossimi mesi: la quota di imprenditori che prevedono un aumento della produzione, opportunamente destagionalizzata, risulta infatti in diminuzione di un punto percentuale rispetto alla precedente indagine.
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Com’è noto, con il Decreto Legge n. 99 del 25 giugno 2017 il Consiglio dei Ministri ha dettato norme e regole sulla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Anche se ad oggi - prosegue la nota che pubblichiamo di "Noi che credevamo nella BPVi" - non risultano ancora pubblicati in Gazzetta Ufficiale, sembrano essere stati emanati, lo stesso giorno 25 giugno 2017, i decreti attuativi del Ministro dell’Economia e delle Finanza con i quali le due banche venete sono state ufficialmente poste in liquidazione coatta amministrativa e sono stati nominati i Commissari Liquidatori. A parte la dubbia costituzionalità (sotto vari profili) del decreto legge, ciò che preoccupa maggiormente in questo momento sono le conseguenze immediate del decreto per tutti i soci azionisti.
La procura di Roma, che non brilla certo per solerzia quando si tratta di banchieri e potentati economici, a poche ore dal regalo delle banche venete ad Intesa San Paolo, con la dote inziale di 5 miliardi di euro come caparra dei 17 mld impegnati dal ministro Padoan per salvare, a spese della collettività e di 207.000 famiglie frodate Intesa San Paoloe BpVi dello spiccia faccende di Bankitalia Zonin, ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex AD di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, l'ex presidente Flavio Trinca e altri nove tra amministratori e manager, per le irregolarità nella gestione dell'istituto di credito tra il 2012 ed il 2014.
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Lo Stato ha investito 17 miliardi per le banche venete e gestirà la parte problematica della banca, la cosiddetta bad bank. Intesa San Paolo rileva la parte "buona" - la cosiddetta good bank - per un euro. Ma il Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Veneto, Jacopo Berti, che da anni segue il caso delle ex popolari fallite avverte che il costo per lo Stato sarà molto più alto. Berti spiega: "È successo quello che come Movimento 5 Stelle in Regione Veneto diciamo da due anni: le popolari venete sono fallite. Questo non è solo il fallimento di un sistema bancario marcio, ma anche dell'amministrazione Zaia, che pur essendo stata avvisata da noi più volte sulla realtà dei fatti ha finto di non sapere e non vedere, come in ogni scandalo veneto. Oggi, dopo Galan, l'Italia ci deride a causa di Zaia".
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Coordinamento banche Don Torta scrive: le sottoscritte associazioni dei risparmiatori, letto il comunicato stampa diffuso redatto in Torino - Milano il 21 giugno 2017 da Intesa San Paolo con il quale, di fatto, il citato istituto bancario si dichiara disponibile ad acquistare Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ad un prezzo simbolico a condizione di non avere rischi di sorta ed escludendo l'acquisizione di tutte le posizioni incerte, il tutto all'interno di "una cornice legislativa, approvata e definita che, fra l'altro, assicuri... Premesso - Che anche in questa fase della crisi bancaria nessun contatto e dialogo è stato permesso ai risparmiatori che sono i maggiori incisi dal bail - in mascherato operato dal governo e dal mondo dell'alta finanza che di concerto hanno operato per trasferire le ricchezze dei risparmiatori veneti.
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"Il tracollo delle due banche non è dovuto solo alle decisioni sbagliate del Cda della Banca Popolare di Vicenza, che pure ha fatto disastri, ma anche ad una regia più alta che non ha fatto nulla per evitarlo, i fatti parlano chiaro". Inizia così il lungo e duro intervento del consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) davanti all'assemblea riunitasi l'altra sera a palazzo Balbi. Un intervento-lettera che, secondo alcune indiscrezioni, il consigliere non sarebbe riuscito a far pubblicare da alcuni giornale, nemmeno pagando.Â