Categorie: Ambiente
Giovedi 16 Febbraio 2017 alle 10:37
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Secondo gli studi, i Pfas a catena lunga non provocano danni all'uomo, per quelli a catena corta non ci sono dati sufficienti, ma tendo ad escluderlo". La rassicurazione arriva dopo circa un'ora dall'inizio dell'incontro dedicato agli amministratori dell'ovest vicentino, organizzato dalla
Miteni a tenutasi nella sede della
Confindustria di Montecchio e che verrà proposto in versione integrale (e trasparentemente) su questo sito. A parlare è il professore
Angelo Moretto, esperto di fama internazionale di cui presentiamo il curriculum in fondo* e su cui si sono abbattute polemiche da parte di "esperti"... politici, tutte da verificare, per la "colpa", secondo loro e secondo i media che acriticamente le hanno riprese, di aver presentato studi sul complesso caso dell'Ilva. Anche il caso Pfas è complesso e delicato per le implicazioni sanitarie e lavorative per cui riportiamo i contenuti dell'incontro di ieri cercando di attenerci alal cronaca, pubblicando più tardi il video completo, dando spazio, come sempre, a chi volesse confermare o obiettare ma inviando a quell'equilibrio che è indispensabile in questi casi per trovare e percorrere starde risolutive di un problema che, comunque, esiste.
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Categorie: Ambiente
Giovedi 16 Febbraio 2017 alle 08:10
Cento persone fuori a contestare, solo undici amministratori (fra cui i sindaci di Zermeghedo, Sovizzo e Montorso) dentro la sede di Confindustria di Montecchio Maggiore. Il seminario organizzato ieri sera dalla Miteni, l’azienda di Trissino con 9 dirigenti indagati per l’inquinamento delle falde da Pfas, si risolve in un mezzo flop. Dentro, Angelo Moretto, professore associato di diritto del lavoro all’Università di Milano e già in passato consulente della Miteni, relaziona sulle sostanze perfluoro alchiliche , sostenendo che «la loro tossicità non è provata».
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Categorie: Fatti
Martedi 14 Febbraio 2017 alle 16:17
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Chi è l'esperto incaricato dalla Miteni a presiedere il workshop sui Pfas fissato per domani a porte chiuse? Il Professor Angelo Moretto è nientemeno che il consulente dell'Ilva, incaricato nel 2013 dalla famiglia Riva per difendersi dalla perizia disposta dal Gip di Taranto. In quell'occasione il professore ha contestato l'Arpa, la Magistratura ed il Ministero della Salute affermando che la causa delle neoplasie polmonari nel tarantino non erano connesse alle emissioni dello stabilimento siderurgico ma agli stili di vita degli abitanti, poiché a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alta rispetto ad altre aree del Sud Italia. Ma vi rendete conto?" afferma, ina nota, il senatore
Enrico Cappelletti del
M5S.
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Categorie: Lavoro
Domenica 18 Settembre 2016 alle 16:21
Caro direttore, la situazione della sicurezza nei luoghi di lavoro è drammatica. Così come l'indifferenza. Anche tu e noi l'abbiamo provata sulla nostra pelle durante durante la campagna di informazione per la strage di lavoratori alla
Marlane Marzotto. Oggi ci si batte il petto per i lavoratori morti all'
ILVA, a Piacenza, a Roma, a Trieste. Ma ogni giorno è la stessa storia. Ormai i lavoratori sono considerati ingranaggi e le conquiste ottenute con la lotta sono dimenticate.Dobbiamo riprendere in mano seriamente la questione delle condizioni del lavoro (dalla sicurezza ai diritti negati). Lo dobbiamo fare direttamente, senza aspettare che sia "il sindacato" a farlo. La questione, oltre che di civiltà è politica. Incalziamo la sinistra (se esiste ancora) e la cosiddetta "società civile", così attente ai diritti civili individuali, a operare in questa direzione. Anche la campagna referendaria per il NO alla riforma costituzionale può essere un modo di ricominciare a lottare per condizioni di lavoro più umane. Quelle che sono garantite da una Costituzione bellissima che governo, confindustria, JP Morgan, banchieri vari, USA ecc. vorrebberro stravolgere con una riforma orrenda nella forma e nei contenuti.
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Categorie: Ambiente
Venerdi 29 Luglio 2016 alle 11:26
Si è tenuto mercoledì 27 luglio un convegno organizzato dal
PD provinciale di
Vicenza per discutere della contaminazione delle acque del territorio vicentino in cui sono state rinvenute le sostanze perfluoroalchiliche, le cosiddette
PFAS. Durante l'incontro, che ha visto gli interventi di
Veronica Cecconato, segretaria provinciale del
Partito Democratico di Vicenza, e
Luigi Creazzo, responsabile Infrastrutture e Pianificazione Territorio del Partito Democratico, è stato presentato il
documento "
Contaminazione delle acque da Perfluoro Alchilici - PFAS". Il documento, firmato da
Luigi Creazzo,
Pietro Maria Furlan,
Enrico Bruttomesso e
Paolo De Zen, dopo aver analizzato il tema dell'inquinamento ambientale e ripercorso il susseguirsi degli eventi dei PFAS dal 2013 ad oggi, che localmente vede al centro della vicenda la
Miteni di
Trissino, chiede interventi volti a migliorare i parametri della salute per i cittadini ad iniziare dalla richiesta di una legge nazionale che vieti il trasporto su gomma e ferro dell'acido fluoridico.
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Mercoledi 18 Maggio 2016 alle 07:49
Lo Stato italiano non ha protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dalle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico Ilva. È l’accusa per la quale la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha messo formalmente sotto processo l’Italia ritenendo che vi siano i presupposti per aprire un procedimento contro Roma. In due distinti ricorsi presentati tra il 2013 e il 2015, i cittadini che vivono a Taranto e nei Comuni limitrofi, guidati da Lina Ambrogi Melle, ambientalista appena entrata nel Consiglio comunale ionico, si sono rivolti alla Corte europea per denunciare l’atteggiamento delle autorità statali, regionali e locali colpevoli di non aver adottato misure idonee a combattere l’inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque provocato dallo stabilimento siderurgico, ma anche di aver varato una serie di decreti cosiddetti “salva Ilva†con l’obiettivo di permettere alla fabbrica di continuare a produrre e quindi a inquinare addirittura sotto la gestione dello Stato.
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Mercoledi 18 Maggio 2016 alle 07:39
Lo Stato italiano non ha protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dalle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico Ilva. È l’accusa per la quale la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha messo formalmente sotto processo l’Italia ritenendo che vi siano i presupposti per aprire un procedimento contro Roma. In due distinti ricorsi presentati tra il 2013 e il 2015, i cittadini che vivono a Taranto e nei Comuni limitrofi, guidati da Lina Ambrogi Melle, ambientalista appena entrata nel Consiglio comunale ionico, si sono rivolti alla Corte europea per denunciare l’atteggiamento delle autorità statali, regionali e locali colpevoli di non aver adottato misure idonee a combattere l’inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque provocato dallo stabilimento siderurgico, ma anche di aver varato una serie di decreti cosiddetti “salva Ilva†con l’obiettivo di permettere alla fabbrica di continuare a produrre e quindi a inquinare addirittura sotto la gestione dello Stato.
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Martedi 10 Maggio 2016 alle 08:45
L’Ilva sta producendo di più. I primi quattro mesi del 2016 registrano una media produttiva giorno di circa 16mila tonnellate contro le 13.500 dell’analogo periodo del 2015. E anche l’uso dei contratti di solidarietà è più contenuto: mediamente sono fuori dalla fabbrica 1.200 persone al giorno a fronte di un accordo che ne prevede 3mila come tetto massimo. Poi, sul fronte dei lavori dell’Autorizzazione integrata ambientale, anche se la legge dice che sarà il privato che arriverà a dover presentare il piano ambientale, l’Ilva sta portando avanti tutti i progetti che, indipendentemente dalle scelte che saranno fatte sul versante produttivo, uso del gas e del preridotto di ferro oppure mantenimento del ciclo attuale, sono comunque necessari. Tra questi la caratterizzazione ambientale dell’area parchi minerali per metterla in sicurezza.
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Martedi 10 Maggio 2016 alle 08:36
L’Ilva sta producendo di più. I primi quattro mesi del 2016 registrano una media produttiva giorno di circa 16mila tonnellate contro le 13.500 dell’analogo periodo del 2015. E anche l’uso dei contratti di solidarietà è più contenuto: mediamente sono fuori dalla fabbrica 1.200 persone al giorno a fronte di un accordo che ne prevede 3mila come tetto massimo. Poi, sul fronte dei lavori dell’Autorizzazione integrata ambientale, anche se la legge dice che sarà il privato che arriverà a dover presentare il piano ambientale, l’Ilva sta portando avanti tutti i progetti che, indipendentemente dalle scelte che saranno fatte sul versante produttivo, uso del gas e del preridotto di ferro oppure mantenimento del ciclo attuale, sono comunque necessari. Tra questi la caratterizzazione ambientale dell’area parchi minerali per metterla in sicurezza.
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Lunedi 9 Maggio 2016 alle 17:23
Ilva: Marcegaglia, 10 giorni importanti. Offerta con Arcelor Mittal, chiesto a Cdp di partecipare
Il gruppo Marcegaglia sta preparando l'offerta per Ilva insieme ad Arcelor Mittal e ha chiesto a Cdp di entrare nella cordata. "Credo che i prossimi dieci giorni saranno importanti'', ha detto Emma Marcegaglia a margine dell'incontro annuale Consob. '' Cosi' come avevamo fatto un anno fa, siamo insieme ad Arcelor Mittal, che pensiamo sia il partner più adatto per fare un turnaround molto difficile e complicato che Ilva richiede dopo tre anni molto complicati. Anche il mercato siderurgico è molto peggiorato. Ovviamente abbiamo chiesto che Cdp possa far parte del gruppo, vediamo. Abbiamo fatto la nostra offerta e stiamo ragionando", ha aggiunto.
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