Ospitiamo oggi su VicenzaPiu.com, dopo la prima parte, anche la seconda e ultima dell'intervista esclusiva a Vincenzo Consoli suIl Gazzettino a firma di Maurizio Crema e dell'ex direttore del GdV, Ario Gervasutti , che abbiamo incontrato a Mestre giorni fa per avere un costante dialogo con colleghi come lui, Giorgio Meletti, Stefano Righi... per capire, verificare e raccontare senza schemi precostituiti e, soprattutto, senza interessi da difendere se non quelli dei lettori. Ecco oggi, quindi, la parte finale dell'intervista a Consoli «della cui "vicenda" per la gestione della "cattiva" Veneto Bancaabbiamo parlato soprattutto quando era in connessione con la "buona", anzi "ottima", Banca Popolare di Vicenza e su cui ci piace riportare il racconto che ne fanno anche i colleghi del Gazzettino, per confrontarla con la nostra e per informare i nostri lettori anche a costo di prenderci più di un rischio...» scrivevamo ieri e ribadiamo oggi. A seguire l'intervista.
Ci fa piacere ospitare oggi su VicenzaPiu.com l'intervista a Vincenzo Consoli su Il Gazzettino a firma, oltre che di Maurizio Crema autore di "Banche rotte", anche di Ario Gervasutti, l'ex direttore de Il Giornale di Vicenza, che abbiamo incontrato a Mestre lo scorso 26 maggio... Con lui e con alcuni colleghi, come Giorgio Meletti de Il Fatto Quotidiano e Stefano Righi de Il Corriere della Sera autore di "Il grande imbroglio", disposti a confrontarsi con le varie "rappresentazioni" basandosi su fatti documentati o ricontrabili, noi, autori di "Vicenza. La Città sbancata", cerchiamo di avere un costante dialogo per capire, verificare e raccontare senza schemi precostituiti e, soprattutto, senza interessi da difendere se non quelli dei lettori.
Il titolo della serie tv sarebbe "Governatori disperati". Ignazio Visco abbandona il testo delle sue Considerazioni finali e parla a braccio. Si difende dall'accusa di non aver fermato lo sgretolamento del sistema del credito durante il suo mandato di governatore della Banca d'Italia, con argomenti deboli come questo: "I casi di cattiva gestione, se non di vero e proprio malaffare, si ripetono purtroppo con una certa regolarità , indipendentemente da chi sta al governo o guida la Banca d'Italia". Il significato è chiaro, mentre le banche si sfasciavano io stavo qui, ma lì c'era il dottor Matteo Renzi.
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Dopo sei mesi il governo non è ancora riuscito a sbloccare l'intervento per MPS. Se ci vorrà lo stesso tempo per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, si rischia un disastro per tutto il sistema
Lo spettro del contagio incombe sul sistema bancario italiano. Il possibile fallimento (o risoluzione, o bail in) della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca è confermato dai silenzi del governo italiano e delle autorità europee. E con esso comincia a farsi strada il suo corollario: il contagio sul sistema economico e sulle altre banche. Corollario del corollario è il toto-contagiati. Quali banche colpite per prime?
"Via Nazionale è in conflitto di interessi: voleva dare Veneto Banca ed Etruria in pasto all'amato Zonin. Un risiko passato per le segnalazioni ai pm e le sanzioni ai protagonisti riottosi": così recita il sommario dell'articolo odierno su Il Fatto Quotidiano a firma di Giorgio Meletti, che è in gran parte frutto del lavoro comune svolto con lui a Vicenza dal nostro direttore e supportato da adeguata documentazione che a breve inizieremo a utilizzare anche in prima persona per un "pizzico di amor proprio"... ferito e dopo aver doverosamente concesso al collega più famoso lo "jus primae scripturae". "Oh Madìa, Madìa, non citando fonti e co-autori della tua tesi che brutto esempio hai dato a chi ti ha scovato a farlo!". Il direttore di VicenzaPiù, intanto, vi propone, e... condivide con i lettori del nostro amato web a cui sarebbe altrimenti precluso, l'ottimo pezzo del collega del Fatto. Continua a leggere
Nella settimana che termina oggi il collega de Il Fatto Quotidiano, Giorgio Meletti, che è venuto alla nostra prima presentazione di "Roi. La Fondazione demolita" il 26 aprile scorso a Bassano (Meletti è a destra nella foto tratta dal video del suo intervento e chi scrive è a sx) per poi dedicare un giorno intero, il 27, a raccogliere con me a Vicenza documenti su alcuni "casi bancari" di rilievo, ha pubblicato vari pezzi grazie anche alla collaborazione nata proprio in questo periodo dopo che molti anni fa, tra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90 , come ho già raccontato, più volte lo stesso Meletti o suoi collaboratori de Il Mondo mi avevano intervistato quando operavo a livelo nazionale e non solo nel mondo dell'informatica. Oggi, quindi, ho il piacere di proporvi l'articolo odierno sul Fatto che apre altri squarci sui contatti, realizzati o tentati, tra alcuni componenti del Giglio Magico di Matteo Renzi con al centro Maria Elena Boschi e alcune banche, tra cui Etruria, Veneto Banca e, di riflesso, Banca Popolare di Vicenza.
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Pubblicato l'11 maggio alle 2016, aggiornato il 13 alle 22.20. Oggi vi proponiamo un'intervista video esclusiva all'architetto Massimo Follesa, storico portavoce del CoVePA (Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa), sulla sua presa di posizione dell'11 maggio sulle dure osservazioni della Corte dei Conti sullo stato di avanzamento della Superstrada Pedemontana Veneta. Nell'intervista abbiamo iniziato ripercorrendo, a beneficio di chi non conosce in dettaglio la genesi del caso, le varie tappe della travagliatissima opera viaria nata all'epoca di Giancarlo Galan per poi valutare con Follesa le conseguenze di errori di previsione e conclamati "favori" al privato, ulteriormente sottolineati a Luca Zaia il 10 maggio scorso anche dalla Corte dei Conti.
Le telefonate sono due e avvengono il 3 febbraio 2015. Nella prima Vincenzo Consoli, direttore generale di Veneto Banca, si consiglia con un dirigente della Banca d'Italia, identificato dagli inquirenti solo con il nome di battesimo Vincenzo. Nella seconda Consoli parla con un uomo "dal forte accento toscano". Secondo gli uomini della Guardia di Finanza "potrebbe trattarsi di Pier Luigi Boschi", vicepresidente di Banca Etruria e padre dell'allora ministro delle Riforme Maria Elena. Le intercettazioni sono comprese nel vasto materiale probatorio raccolto dai procuratori della Repubblica di Roma Rodolfo Sabelli, Maria Sabina Calabretta e Stefano Pesci nell'inchiesta a carico di Consoli e altri, accusati di ostacolo alla vigilanza.
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Un sabato di marzo del 2014 Flavio Trinca, presidente di Veneto Banca, e Vincenzo Consoli, amministratore delegato, sono saliti in macchina e hanno percorso di gran carriera i 330 chilometri che separano Montebelluna in provincia di Treviso (sede della banca) da Laterina in provincia di Arezzo. Lì hanno suonato il campanello della villa di Pier Luigi Boschi, consigliere di amministrazione di Banca Etruria, che li attendeva con il presidente Giuseppe Fornasari. I rapporti sono oliati. È proprio Fornasari ad aver voluto nel 2011 Boschi nel cda della banca, in rappresentanza del mondo agricolo aretino. Ed è ancora Fornasari a conoscere bene Trinca: entrambi sono stati deputati, entrambi hanno alle spalle la militanza nella Dc, sebbene in due diverse correnti, l'aretino era fanfaniano (come Boschi), il trevigiano stava con Carlo Donat-Cattin in Forze Nuove.
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La bomba arriva a pagina 209 di Poteri forti (o quasi), lasciata cadere quasi distrattamente, liquidata in poche righe. Ma Ferruccio de Bortoli, alla guida del Corriere della Sera per dodici anni e del Sole 24 Ore per cinque, si caratterizza rispetto ad altri direttori della sua generazione per i robusti cromosomi da giornalista economico. E quindi sa tutte le sfumature della rivelazione contenuta nelle righe che riportiamo integralmente. Dopo aver ricordato gli incontri di Pier Luigi Boschi con il massone Flavio Carboni, per chiedergli di interessarsi ai destini di Banca Etruria di cui il padre di Maria Elena era vicepresidente, De Bortoli prosegue: "L'allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all'amministratore delegato di Unicredit. Continua a leggere