Marchionne ovvero l'arroganza del padrone
Lunedi 7 Giugno 2010 alle 22:35di Giorgio Langella
Domani a Torino si terrà un incontro tra Fiat e sindacati. Si parlerà della situazione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco. Si parlerà di occupazione e di diritto al lavoro. Un lavoro che diventa sempre più difficile e insicuro in tutti i sensi. Sergio Marchionne (amministratore delegato di FIAT) ha dichiarato che serve fare uno sforzo per trovare un'intesa sullo stabilimento di Pomigliano d'Arco. Dice "così possiamo partire con la produzione nel 2011 della Panda, se no l'andiamo a fare altrove. L'auto e' da farsi, non abbiamo scelta". Continua a leggere
Fiat: più soldi ai manager e Termini chiude
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 16:37
Una notizia: i compensi ai dirigenti di "prima fascia" della FIAT saranno aumentati. Qualche esempio: a Sergio Marchionne (amministratore delegato), per aver raggiunto un utile di gestione di 1,1 miliardi e aver tenuto l'indebitamento a 4,4 miliardi, è stato dato un bonus di 1.343.000 (1 milione e 343 mila) euro, che si aggiunge ai 3.347.000 (3 milioni 347 mila) euro percepiti per la carica ricoperta nel Gruppo. Luca di Montezemolo riceverà (per i ruoli di presidente della FIAT e della FERRARI e per il raggiungimento dei bonus legati agli obiettivi di bilancio della casa di Maranello) 5.200.000 (5 milioni 200 mila) euro. Al vicepresidente John Elkann verrà data "la miseria" di 631.000 euro. E via elargendo. Per i "grandi manager" del gruppo FIAT il monte stipendi è salito dagli 11 milioni del 2008 ai 19 milioni di euro del 2009. Otto milioni (di euro) in più. Questi aumenti verranno proposti all'assemblea degli azionisti della Fiat in calendario il 26 marzo.
Tutto questo avviene mentre la FIAT annuncia la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, mentre viene chiesto il ricorso alla cassa integrazione per migliaia di lavoratori, mentre gli stessi dirigenti che si auto-elargiscono premi milionari ci dicono che i lavoratori dovranno fare sacrifici e che il costo del lavoro è insostenibile. I "grandi dirigenti" di confindustria assieme a chi governa il paese ci dicono che produrre, in Italia, costa troppo e che il principale problema dell'Italia (quello che frena la ripresa) è il sistema pensionistico. Ma un operaio metalmeccanico ha un salario mensile medio di circa 1.200 euro e chi vive il dramma della cassa integrazione guadagna circa 700 euro ... e chi è in pensione fatica ad arrivare a fine mese.
Noi non riusciamo a capire (o, forse, comprendiamo troppo bene), siamo ostinati e vogliamo porre alcune semplici domande: quale ulteriore prezzo dovranno pagare i lavoratori per dare milioni di euro ai pochi grandi manager che dirigono le imprese (troppo spesso solo) grazie agli incentivi e agli aiuti statali? C'è moralità in tutto questo? È giusto che il sistema produttivo italiano sia governato dagli attuali "dirigenti"?
È ormai chiaro che noi lavoratori non siamo nella "stessa barca" di "lorpadroni". È solo la solita, vecchia consuetudine padronale dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. La crescente sperequazione tra chi "dirige" e chi lavora è solo l'ennesimo esempio di come i capitalisti intendono il concetto di giustizia sociale. È l'indicazione chiara che "lorpadroni" vogliono far ricadere la crisi, quella che essi stessi hanno creato, solo e interamente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati. Questa è solo una delle tante storie che avvengono in un paese del capitalismo reale. Noi non ci stiamo e gridiamo tutta la nostra indignazione, ma non basta. Facciamo appello a tutte le forze sociali e politiche democratiche di unirsi per costruire un'alternativa a quanto succede, oggi, in Italia. Organizziamoci.
Giorgio Langella
federazione della sinistra - coordinamento PdCI-PRC Vicenza
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Glaxo, Fiat e il rispetto dei lavoratori
Domenica 7 Febbraio 2010 alle 18:34Giorgio Langella  Â
GlaxoSmithKline ha deciso la chiusura del centro di ricerca di Verona lasciando senza lavoro circa 550 lavoratori. Uno dei più grandi centri di ricerca italiano viene chiuso perché GlaxoSmithKline ha deciso che non era più produttivo.
Ma, ci dicono i rappresentanti della proprietà inglese, non dobbiamo predercela a male perché l'azienda non intende penalizzare l'Italia dal momento che ha deciso di chiudere altri cinque centri di ricerca in tutto il mondo.
I tagli, ci dicono, riguarderanno anche l'Inghilterra. Siamo più tranquilli? Non credo proprio.
Ma perché vengono mandati a casa tanti lavoratori? Forse le perdite della multinazionale impongono un tragico ridimensionamento?
Non proprio. Infatti la GSK nel 2009 ha avuto un volume di vendite di 9,27 miliardi di euro e un utile prima delle imposte di 2,84 miliardi di euro.
Soltanto che l'incremento per il 2009 si è stato "solo" del 11% a fronte di quello fissato del 14%.
Per questo si devono contenere le spese. Bisogna licenziare non per sopravvivere o perché si fallisce, ma per guadagnare di più.
Non importa se ci si arricchisce rubando il futuro a chi lavora, sfruttando i propri simili.
I lavoratori vanno trattati come materiale di scarto. "Cose" che possono essere mandate alla rottamazione. Il lavoro diventa una merce.
Il profitto viene messo davanti e sopra ogni altra cosa.
La società , il mondo stesso, deve essere al servizio di chi guadagna, di chi sfrutta. Il denaro è l'unico obiettivo. Non si può guardare in faccia nessuno.
Se chi lavora perde la sua unica fonte di guadagno non importa, non è affare dei padroni. Non è un "affare" e questo è il capitalismo.
Giorgio Langella
Altra nota sulla Fiat
Il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, afferma: "da quando sono alla Fiat non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato". E poi insiste dicendo che gli incentivi statali per l'acquisto delle nuove automobili "sono rivolti ai consumatori e non alle aziende".
Quindi, secondo il suo autorevole presidente, la Fiat non ha ricevuto aiuti di nessun genere da parte dello Stato.
Leggo, in un articolo del 27 marzo 2007 firmato da Calogero Cuccia (RSU-FIOM dello stabilimento Fiat di Termini Imerese) "... oggi finalmente per voce dell'A.D. Marchionne sentiamo dire dell'esistenza di un progetto per il rilancio produttivo e occupazionale. Si parla di un piano che prevede l'ampliamento dello stabilimento ... creando nuova occupazione. Per la realizzazione di questo progetto però Marchionne, chiede l'intervento e il finanziamento del Governo Nazionale e di quello Regionale."
Leggendo altri articoli apparsi recentemente sulla stampa nazionale si viene a conoscenza che la sola regione Sicilia ha speso almeno 425 milioni di euro negli ultimi 10 anni, in maniera diretta e/o indiretta, a favore della Fiat.
La Cgia di Mestre afferma che dai bilanci redatti dal gruppo automobilistico torinese (dal 2006 al 2008) emergono aiuti pubblici per circa 270 milioni di euro.
Senza contare tutti i finanziamenti, gli aiuti e gli "incentivi" che, sotto varie forme, lo Stato ha dato alla Fiat nella seconda metà del secolo scorso. Si può, quindi, affermare che le affermazioni di Montezemolo sono perlomeno stravaganti e che lo Stato ha elargito al gruppo presieduto dallo stesso Montezemolo un'enorme quantità di denaro in varie modi (facilitazioni, incentivi, ricorso alla cassa integrazione, mobilità , finanziamenti a fondo perduto ...). Talmente tanti soldi che lo Stato sarebbe dovuto diventare socio di maggioranza della Fiat stessa.
Il presidente Luca Cordero di Montezemolo dovrebbe perdere il vizio di fare dichiarazioni poco realistiche e, soprattutto, non documentate né documentabili. Dimostri quello dice con la realtà e l'onestà dei dati.
Montezemolo dice di non avere ricevuto un euro.
Un euro certamente no; molti, moltissimi milioni di euro si.
Giorgio Langella
Continua a leggereFassino: Glaxo, Alcoa e Fiat? Aziende sole
Domenica 7 Febbraio 2010 alle 16:06
L'esponente Pd, dopo Vicenza venerdì è andato a Verona per sostenere la candidatura di Bortolussi, e ha dichiarato: "Il governo pensa solo ai guai del premier ... Dalla Alcoa alla Glaxo, dalla Fiat alla Merloni, mi sembra che le aziende siano lasciate sole dal governo".
Così sostiene Piero Fassino, venerdì prima a Vicenza, poi a Verona a sostegno del candidato del centrosinistra in Veneto Giuseppe Bortolussi.
«Il tema del lavoro - ha aggiunto - è fuori dall'attenzione del governo. Da molti mesi chiediamo un rovesciamento dell'agenda politica: anziché parlare dei problemi giudiziari del premier, bisogna occuparsi di lavoro, famiglie, e di una crisi che purtroppo è tutt'altro che finita"
Venerdì a Vicenza, proprio il giorno in cui sui media scoppiava il nuovo caso Glaxo, Fassino, presente con Sbrollini, Variati e Ginato (nella foto), aveva dichiarato: "Il caso Glaxo è significativo e dimostra che rischia il posto di lavoro non solo chi ha una qualifica bassa, ma anche ricercatori, medici, laureati che occupano posti della cosiddetta eccellenza ... Il governo abbandona lavoratori e imprese al loro destino, sperando che il tempo porti una soluzione alla crisi. Intanto i lavoratori e le famiglie in difficoltà aumentano ogni giorno. E la politica del non fare, a crisi finita, peserà molto di più su chi non ha fatto ma si è limitato ad aspettare che altri si muovessero".
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Termini Imerese, meglio pazzi che schiavi
Venerdi 15 Gennaio 2010 alle 22:19Giorgio Langella, PdCI - PRC Vicenza  Â
Le dichiarazioni dell'Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, Marchionne sono indicative di come i padroni considerano i lavoratori e di cosa è il "capitalismo reale". Marchionne dice che "la Fiat è una multinazionale e i sindacati devono rendersi conto dell'equilibrio necessario fra domanda e offerta. Siamo disposti al confronto, ma nessuno può ignorare la realtà " e afferma che "in questo mercato qua parlare di riabilitare lo stabilimento di Termini Imerese è da pazzi. Non lo farebbe nessuno".
Ma noi, forse, siamo così "pazzi" da essere convinti che la fabbrica FIAT debba continuare a produrre e che i lavoratori abbiano il diritto a un lavoro continuativo, sicuro e giustamente retribuito.
Marchionne, invece, ci annuncia che migliaia di persone perderanno il posto e saranno gettate sul lastrico migliaia di famiglie. Ma, queste, devono capire, non devono protestare. Se non venissero licenziate si perderebbe l'equilibrio tra domanda e offerta. Se si tenesse aperta la produzione in Sicilia, i padroni privati della FIAT, non potrebbero più accumulare quelle ricchezze alle quali sono abituati. Perderebbero, forse, qualche centesimo del proprio smisurato profitto.
Il "signor" Marchionne (che forse si sente democratico per via del maglioncino) dovrebbe ricordare sempre quanto lo Stato (e quindi ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni pensionato ... cioè chi paga le tasse) ha dato alla FIAT per garantire occupazione e lavoro. Il "signor" Marchionne ignora forse quanti incentivi, finanziamenti a fondo perduto, privilegi sono stati dati negli anni ai padroni privati della FIAT, alla famiglia Agnelli? Non crediamo. Lo sa benissimo.
La verità è che lorsignori utilizzano lo Stato (cioè ognuno di noi) per i propri profitti. Adesso, dopo aver ricevuto, chiudono gli stabilimenti e azzerano la produzione perché in Italia "costa troppo".
La chiudono perché vorrebbero sfruttare ancora di più chi lavora. La loro società è quella nella quale i lavoratori possono essere scartati a fine produzione, quando non servono più, tutto in nome del profitto, di maggiori guadagni, di accumulo di ricchezza.
I lavoratori ideali per questi signori sono gli sfruttati, sono gli immigrati di Rosarno, sono gli schiavi. E poi, se i lavoratori vengono licenziati ci sono gli ammortizzatori sociali (pagati dai lavoratori stessi). Comunque, il futuro dei nuovi disoccupati non è né di competenza né è interessante per Marchionne e soci.
Lorsignori diranno, forse, che licenziano con la "morte nel cuore", che "è il destino", che è colpa della crisi (che hanno creato loro), ma noi sappiamo che lo fanno perché (come scriveva il poeta Ignazio Buttitta) l'abuso e lo sfruttamento, a lorsignori, piace.
Marchionne dice che tenere aperta Termini Imerese è da pazzi. Ebbene, noi siamo talmente pazzi da rifiutarci di essere schiavi.
Finalmente è stato indetto lo sciopero del gruppo FIAT per il 3 febbraio.
Noi comunisti siamo con i lavoratori FIAT e con tutti quelli che stanno lottando per il diritto al lavoro.
Siamo convinti che è giusto scioperare e gridare con forza "la FIAT è nostra!".
Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC Vicenza
Fiat, Termini Imerese e Costituzione
Venerdi 15 Gennaio 2010 alle 21:58
L'apertura dello stabilimento della FIAT di Termini Imerese, avvenuto 30 anni fa, era stato accolto con entusiasmo perché la più grande azienda italiana in assoluto ed una delle più autorevoli al mondo del settore automobilistico si insediava in un territorio senza tradizioni industriali. E perché avrebbe portato occupazione e avrebbe rappresentato un volano per il più complessivo territorio siciliano.
La Fiat negli anni ha ricevuto ingenti finanziamenti a fondo perduto. Questo è una dato oggettivo riconosciuto da tutti; soldi pubblici regalati agli Agnelli che come ringraziamento hanno sempre tenuto gli operai per le palle, ma sarebbe meglio dire con il cappio al collo rimanendo sempre pronti ad aprire la botola per impiccarli.
Così è stato anche per lo stabilimento siciliano, che tra le altre cose paga l'incapacità di una classe politica nazionale e siciliana che non è stata in grado di andare oltre per sostenere una politica di sviluppo e di progettualità di ampio respiro, sostenendo, per esempio, un indotto esteso e di qualità e una politica di valorizzazione della Sicilia e dei suoi prodotti con la conseguente ricerca di mercati di sbocco, mentre le risorse per le infrastrutture sono state disperse in migliaia di rivoli per alimentare clientele avide e piene di pretese. Somme sconcertanti che negli anni avrebbero potuto risanare un'intera isola e produrre lavoro e benessere a molte comunità .
Ora l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dal palco dell'Automotive News World Congress, precisa che la Fiat è un'azienda e ha le responsabilità di un'azienda: "siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il Paese".
Molto bene, non fa una piega verrebbe da di dire, se non che i soldi presi a fondo perduto per l'apertura di questo stabilimento erano vincolati allo sviluppo e al mantenimento dell'occupazione e di certo non per smantellare tutto e per trasferire all'estero la produzione. Le responsabilità politiche sono oggettive, ma la Fiat non può lavarsene le mani in questo modo come se non fosse un suo problema.
D'altronde l'articolo 41 della Costituzione dice che: "l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà , alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività pubblica e privata possa essere indirizzata a fini sociali". Questo è quanto c'é scritto sulla Carta costituzionale, ragion per cui ritengo che il governo abbia il diritto-dovere di intervenire nella misura in cui l'operazione manageriale di Marchionne è in palese contrasto con il principio di utilità sociale e di salvaguardia della dignità umana descritto nel dettato costituzionale.
Alex Cioni
Membro direttivo provinciale Pdl
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