Partito Comunista d'Italia, federazione di Vicenza ricorda i 31 anni dalla morte di Enrico Berlinguer
Di fronte al degrado politico e morale che stiamo vivendo ci mancano la sua onestà , la sua coerenza, la sua passione politica. Caratteristiche ormai rare in un mondo di politicanti che rispondono a gruppi di affari e che hanno come unico obiettivo quello di occupare le istituzioni.Â
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Ho letto l'articolo di Baldo. A parte le varie considerazioni su Berlinguer che ognuno è libero di fare, c'è una tendenza a confondere cose e date. Risibili mi sembrano le affermazioni su una ipotetica "debolezza" di Berlinguer (e, quindi, del PCI) nei confronti del brigatismo. Altrettanto stravaganti le affermazioni sul '68... si dovrebbe ricordare che l'allora segretario del PCI, Luigi Longo fu molto attento (in senso positivo) a quanto succedeva e che grazie anche a questa lungimiranza del proprio segretario (e della segreteria) tutto il PCI si "aprì" al movimento del '68.
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Una delle cose peggiori che può capitare ad un uomo politico sia vivo che morto è quello di diventare un mito. Gli uomini, siano essi sudditi o cittadini che si preoccupano della vita associata, della sua organizzazione e amministrazione per essere buoni e giusti amministratori debbono avere chiara la coscienza che il loro operato è in relazione alle situazioni contingenti operare per il bene civile.
Giorgio Napolitano si schierò fin dall'inizio contro Enrico Berlinguer che, sulla "questione morale" *, esprimeva la posizione ufficiale del Partito Comunista di allora con parole che oggi sono ancora un monito per tutti. Lo osteggiò in ogni maniera, e oggi si capisce ampiamente perchè alla luce degli avvenimenti che hanno contraddistinto e segnano ancora il suo duplice mandato esercitato sempre di più con un'interpretazione a dir poco allargata di quelle che sono le prerogative costituzionali della figura unificante del Presidente della Repubblica.
Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo - Da quando “scoppiò†tangentopoli nel 1992, si è continuamente riproposta la questione etica. In politica il partito della sinistra, erede del comunismo, crollato in URSS appunto in quell’anno, si faceva scudo delle parole di E. Berlinguer, che aveva sfoderato il tema etico, anni prima, per significare che solo il Partito Comunista Italiano era degno di governare.
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Riceviamo da Giovanni Rolando e pubblichiamo -A trent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta l’11 giugno del 1984, dopo pochi giorni da quel suo ultimo comizio in piazza dei Signori a Padova, a cui alcuni di noi erano presenti, Enrico Berlinguer vive. Vive nella passione e nell’etica politica. Vive nella preminenza dell’interesse generale.
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Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo - Trent'anni fa, l'11 giugno 1984, moriva Enrico Berlinguer. Adesso molti di quelli che, in tutti questi anni, hanno tradito i suoi ideali politici e morali, si affrettano a dimostrarsi suoi eredi. Lo ha fatto, urlando, Grillo durante la campagna elettorale, condotta in una maniera distante anni luce dal ragionamento e dalle convinzioni di Berlinguer.
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Aldo Moro, rapito il 16 marzo del 1978 e ucciso il 9 maggio dello stesso anno, è stato per cinque volte Presidente del Consiglio dei Ministri, diventando celebre per l’apertura al compromesso storico fra cattolici e comunisti, un'idea politica teorizzata dal segretario del Pci Enrico Berlinguer e portata a compimento nel 2008 con la nascita del Partito Democratico.Continua a leggere
Nel delirio di insulti, grida, invettive, falsità , promesse, esibizionismo e frasi fatte, la campagna elettorale per il parlamento europeo si avvia alla conclusione. Ne abbiamo viste di tutti i colori. Ci si è persi in un vortice di inutili volgarità che accresce la disaffezione verso politicanti che appaiono sempre più mediocri, inutili e pericolosi. Tutto questo sta succedendo mentre, vicino a noi, nel centro geografico dell'Europa, stanno crescendo forze fasciste e naziste nell'indifferenza e nella compiacenza di USA, Nato e UE.
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