Archivio per tag: campi nomadi

Categorie: Politica

Le mamme del campo di viale Cricoli scrivono a Variati

Martedi 15 Dicembre 2009 alle 17:45

Lettera aperta da parte di un gruppo di mamme sinte

Il campo nomadi di viale CricoliGentilissimo Sindaco,

abbiamo letto con interesse il Suo comunicato di domenica 13 dicembre. Lei si chiede come sarà il futuro a Vicenza per un bambino che nasce oggi, come sarà la città in cui crescerà, studierà, lavorerà, costruirà la propria famiglia. Ce lo chiediamo anche noi mamme sinte. Ora che avete cancellato le aree a noi destinate, e non avete voluto sentire la nostra voce, quando abbiamo riproposto l'emendamento per il reinserimento delle microaree nel Vostro PAT, sì Vostro, perché non potrà essere nostro, come non lo è la città che Voi sognate e avete disegnato, giacché ci avete escluso. Eppure Vicenza è la nostra città, dove siamo nati, dove siamo andati a scuola, dove lavoriamo e dove abbiamo creato la nostra famiglia. Certamente per Voi, noi siamo solo un problema, i nostri bambini, asserite, che li mandiamo a scuola sporchi, quando - e ne sono a testimonianza le maestre - ogni giorno, noi li accompagniamo a scuola lindi, pettinati e ordinati.

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Rifondazione: "Più diritti per rom e sinti" . Ma l'integrazione non si fa coi campi-ghetto

Mercoledi 18 Novembre 2009 alle 18:20

Riceviamo e pubblichiamo 

Una famiglia romGentilissimo Mannino,
Leggo sul settimanale Vicenzapiù n.171 a p. 10 un suo articolo "Campi nomadi? Ecco perché no". Non comprendo perché tanta ostinazione contro questi cittadini che non sono nomadi o zingari, ma sinti e rom, al fatto che possono vivere tranquillamente ed educare i propri figli in un ambiente sereno e igienicamente adatto ad ogni essere umano. Non capisco perché invece di racchiuderli in "campi di concentramento", non possiamo seguire le linee civili designate in Europa e in altre città italiane, dando loro la possibilità di avere delle aree dove risiedere unicamente con la loro famiglia. Una famiglia che seguendo la loro tradizione che fino a qualche tempo fa era anche la nostra, è allargata. Ha ragione a dire che dei cittadini non possono usufruire solamente dei diritti, ma hanno anche dei doveri e mi sembra che anche questi cittadini ne siano a conoscenza, tanto che fino ad ora a loro è stato solo chiesto, ma le amministrazioni comunali, non hanno mai fatto nulla per loro. Anzi da anni cercano di avere colloqui con gli amministratori per rivendicare che il campo dove li hanno insediati non è a norma igienico sanitaria, che hanno gli estintori fuori uso, che esistono due bagni per 90 persone, ma tutti sono sempre stati sordi. Quando finalmente è sembrata arrivare una soluzione ai loro problemi ecco che i soliti cittadini maggioritari impauriti dagli stereotipi mediatici, bloccano tutto. Dove sono quindi i loro diritti di cittadini?

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Campi nomadi? Ecco perché no

Mercoledi 11 Novembre 2009 alle 17:46

Sono circa 200 rom e sinti censiti a VicenzaPer fortuna che nel Pd vicentino c'è qualcuno che ragiona e che si è messo di traverso all'idea dell'assessore John Giuliari (Vicenza Capoluogo) dei cinque mini-campi nomadi inseriti nel Pat (il nuovo piano regolatore). Dopo i fulmini del cane sciolto Luca Balzi, l'altolà dell'indomito Sandro Guaiti e lo stop del capogruppo in consiglio Federico Formisano (che assicura: «la questione verrà stralciata dal piano»), una netta opposizione è arrivata dal consigliere Eugenio Capitanio, che però ha ecceduto nel voler rassicurare i comitati contrari sorti come funghi sostenendo che «il Pat non prevede nessuna area da destinare a campi nomadi». Nei quartieri interessati (strada Pelosa, Vicenza Est, via Aldo Moro dietro il carcere, via Carpaneda e Ospedaletto) serpeggia la rivolta, sfociata già in raccolte firme un po' ovunque. Ci ha pensato la rappresentante degli insorti di San Pio X, Maria Concetta Ronchetti, a smentire carte alla mano l'improvvido Capitanio: «Basta aprire l'allegato al Pat denominato Norme Tecniche di Attuazione ed andare a pagina 57, laddove si parla di edilizia residenziale sociale (social housing). Per quanto riguarda la pianta, si apra il pdf Elaborato 4 light, si cerchi nella legenda il simbolo delle strutture abitative speciali e vedrete che si colloca nei luoghi che abbiamo individuato» (Giornale di Vicenza, 11 novembre 2009).

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Microaree? No, micropolitica

Mercoledi 14 Ottobre 2009 alle 18:43

Su facebook è sorto un gruppo per la chiusura dei campi nomadi a VicenzaSiamo sinceri: nessuno li vuole. Quando va bene, gli zingari danno fastidio. Quando va male, sono additati come ladri, truffatori e rapitori di bambini. È così da secoli, e certi pregiudizi sono duri a morire. Soprattutto se la cronaca fornisce spesso buone argomentazioni a favore: sarebbe stupido negare che tra i cosiddetti nomadi -bisognerebbe aprire un altro discorso sul perché li si continui a chiamare così, quando la maggior parte di loro sono a tutti gli effetti italiani e vicentini, e il massimo del nomadismo che conoscono è quello tra le sagre della regione o tra i rivenditori di ferro vecchio - c'è una percentuale più alta della media di persone che hanno avuto un qualche tipo di problema con la giustizia. Così come sarebbe stupido chiudere gli occhi di fronte alle condizioni invivibili dei campi di via Cricoli e viale Diaz.
Insomma, che la situazione dei nomadi di Vicenza sia una questione da affrontare è sotto gli occhi di tutti. Il problema è, ovviamente, il come. Nel Pat il Comune ha abbozzato una prospettiva per il futuro. Basta con i campi in cui vivono centinaia di persone, spesso da separati in casa, come accade in viale Cricoli: via libera, invece, a microaree destinate a famiglie o gruppi omogenei (cosa che, tra l'altro, esiste già anche nella nostra città, a quanto pare con buoni risultati). In tutto una manciata di righe, sufficienti però a innescare la battaglia politica, con il centrodestra pronto alle barricate e ad eventuali referendum contro nuovi campi. E una parte del Pd in fibrillazione, preoccupato di fronte all'agitazione dei cittadini (ma provare a non seguire la pancia della gente, almeno qualche volta, proprio no eh?)

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Il sindaco traccia la strada sui campi nomadi

Lunedi 12 Ottobre 2009 alle 19:13

Comune di Vicenza

Campi nomadi, il sindaco traccia la strada: "In futuro l'integrazione passerà dal lavoro e da micro-aree ordinate al posto degli attuali mega-campi, ormai insostenibili. Ma niente fughe in avanti: non è il Pat lo strumento con cui realizzare questo complesso percorso"

Dopo le discussioni dei giorni scorsi sui campi nomadi, con l'ipotesi - emersa sulla stampa - della creazione prevista nel Pat di cinque nuove micro-arre al posto dei grandi campi attuali, il sindaco Achille Variati - che solo oggi ha ascoltato la relazione dettagliata degli uffici sulle linee guida del progetto, interviene per offrire alcune precisazioni e tracciare la strada per il futuro. "Così come sono tradizionalmente intesi, e cioè con mega-aree disordinate, degradate e in cui i bambini vivono in condizioni che appaiono ingiuste a chiunque le osservi, i campi nomadi non sono più sostenibili - ha sottolineato oggi Variati -. Il problema è attuale e urgente, e interroga le coscienze e la sensibilità di tutti i vicentini. E naturalmente, è un problema complesso e di non facile soluzione, come testimonia una situazione rimasta invariata per troppi anni. A livello di ipotesi generale di soluzione, pertanto, era giusto inquadrarlo nel Pat. Anzi - ha aggiunto -, sono convinto che lo strumento delle micro-zone composte da famiglie tra loro omogenee sia quello più adatto per tentare di recuperare la situazione di marginalità ed esclusione in cui vivono oltre 240 nomadi, che fra l'altro sono nostri concittadini, nati in Italia e residenti a Vicenza. Minoranze, insomma, di cui come sindaco non posso e non voglio non occuparmi".
"Tuttavia, se nella parte normativa del Pat è doveroso affrontare il problema, individuando un'ipotesi di soluzione che possa in futuro migliorare l'integrazione delle etnie sinti e rom nella nostra comunità, sarebbe invece sbagliato cercare controproducenti fughe in avanti che non affrontino il problema in tutta la sua complessità - ha spiegato -. Voglio quindi chiarire che il Pat non individua aree perimetrale precise, cioè non disegna già ora una collocazione chiara di future micro-aree per i nomadi. Si limita a segnalare alcune zone della città come più compatibili ad ospitare, al termine di un percorso di approfondimento e integrazione, le eventuali aree attrezzate in cui ospitare un numero limitato di nuclei familiari, in condizioni più ordinate, umane, controllabili e maggiormente capaci di favorire un'effettiva integrazione. Queste aree, lo voglio dire per chiarezza, sono genericamente quelle a ridosso del casello di Vicenza Est, accanto al carcere, nei pressi di Ospedaletto, in zona Carpaneda. Sempre per chiarezza, penso di poter dire che sia stato un errore individuare nel Pat le zone, pur se non ancora perimetrate e quindi solo a livello di ipotesi: non è una questione di segretezza, ma semplicemente ritengo si tratti di questioni che vanno affrontate seguendo un percorso di condivisione e di concertazione e che le zone dovranno essere individuate sul territorio solo in fase di piano di interventi. Dico queste cose anche per spegnere sul nascere allarmi e preoccupazioni, magari anche strumentalizzati da qualcuno. Non abbiamo certo intenzione di fare colpi di mano e di disegnare insediamenti dalla sera alla mattina. Ci vuole saggezza, pazienza e buon senso per risolvere problemi complessi".
Il sindaco ha quindi illustrato il progetto elaborato nei mesi scorsi dall'assessorato alla famiglia e alla pace per favorire l'integrazione sociale dei nomadi in città, sottolineando in particolare la condizione che lui stesso ha posto, quella relativa all'integrazione progressiva nel mondo del lavoro: "I nomadi del prossimo futuro, nel modello di integrazione che abbiamo in mente a Vicenza, dovranno anzitutto entrare nell'ottica del lavoro: perché il diritto allo spazio o a una casetta prefabbricata in una delle micro-aree che abbiamo in mente va pagato, possibilmente anche riscattato, dato che l'investimento del Comune dovrebbe essere solo quello di avvio, e a fronte di una certezza nel rientro economico tramite rate o canoni d'affitto. Soprattutto - ha tenuto a precisare Variati -, i bambini dovranno iniziare a frequentare attivamente la scuola, perché è per me intollerabile che ci siano sacche drammatiche di analfabetismo tra i miei concittadini: un fenomeno che affossa qualsiasi ipotesi di vera integrazione. È evidente allora che ai nuclei serve un reddito, onesto e dichiarato, quindi un lavoro. Solo i nuclei che attestano di avere un lavoro e un reddito potranno quindi accedere alle fasi successive in questo percorso verso l'integrazione anche residenziale. Ci vuole certamente rispetto per le minoranze - ha quindi chiosato il sindaco -, ma ci vuole altrettanto rispetto delle regole della nostra comunità da parte dei nostri concittadini nomadi".
"L'allarmismo che si è scatenato in merito alle micro-aree è dunque del tutto ingiustificato - ha tenuto a precisare Variati -. Tanto che, qualora lo ritenessi necessario, sono pronto a togliere dal Pat l'individuazione seppure ipotetica delle zone in cui realizzarle. Mentre non toglierò dalla normativa la parte che disegna la nostra ipotesi di soluzione a questa complessa questione, perché sono certo che questo strumento sia quello più adatto".

 

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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