Zonin luamaro? Mah. Intanto l'azione di responsabilità segreta della BPVi mette in un letamaio anche i 10 vecchi membri in Cda: tra cui Matteo Marzotto, chairman della Fiera
Mercoledi 11 Maggio 2016 alle 23:20 | 0 commenti
Dopo quello che hanno definito un "blitz creativo sotto casa di Zonin a Vicenza" sono arrivate nelle redazioni dei media vicentini le foto della "segnalazione creativa con il letame della residenza cittadina di Zonin a Vicenza" (letame scaricato con un secchio da persone mascherate alla Anonymous e una scritta sul portone "Zonin luamaro", alias "letamaio"). Gli autori del gesto all'ingresso dell'abitazione vicentina di Gianni Zonin in Contrà del Pozzetto accanto a Piazzola Gualdi, sede dell'Ordine degli avvocati) saranno criticati (dalla carta stampata amica) e sono criticabili, per un gesto comunque innocuo. Ma questi Anonymous "biancorossi" fanno parte di un gruppo che si firma sarcasticamente "Bidonare prima i vicentini" e che ha dato sfogo alla rabbia che covano i fin troppo tranquilli 118.000 soci "bidonati" dalla fu Banca Popolare di Vicenza con l'azzeramento dei 6.5 miliardi di euro che, fidandosi di Zonin, pensavano valessero le loro azioni.
Ma se gli Anonymous hanno sparso letame vero davanti alla residenza cittadina di Gianni Zonin, che dire del "letamaio" simbolico, ma non per questo meno... fastidioso, in cui il Cda di ieri della Banca Popolare di Vicenza ha cacciato se stesso e, soprattutto, i colleghi reduci dell'era Zonin quando ha deciso la secretazione delle informazioni sui primi passi compiuti per l'azione di responsabilità contro... contro chi?
Oltre agli ex membri del Cda già indagati (l'ex presidente Gianni Zonin, i due consiglieri di amministrazione Giovanna Dossena e Giuseppe Zigliotto e l'ex direttore generale e per qualche tempo anche Ad Samuele Sorato), il nuovo Cda, che a breve sarà ridisegnato da Atlante e che ora è formato da 8 new entries e da 10 reduci dell'era Zonin, ha sottoposto alle valutazioni dei legali anche questi ultimi?
Se non ci fossero nomi tra i 10 ex non si comprenderebbe il perchè della secretazione, imposta dopo, si legge, una dura discussione interna.
E se ci fossero, ma senza che si sappia se tutti o parte di loro, come potranno difendesri dai dubbi di un possibile coinvolgimento legale anche Marino Breganze, tuttora vice presidente di BPVi e presidente di Banca Nuova, il presidente uscente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato e Matteo Marzotto.
Ma se Breganze e Zuccato si avviano, comunque e ragionevolmente, a lasciare i loro incarichi attuali nella banca e fuori, Matteo Marzotto è stato appena confermato presidente della (anche lei decadente) Fiera di Vicenza nonostante i dubbi sorti sull'opportunità di questa nomina dopo la sua condanna, sia pure in primo grado, a 10 mesi per reati fiscali connessi alla esterovestizione (con un danno erariale di 71 milioni di euro) della vendita della Valentino Fashion Group di cui era presidente e socio?
L'eventuale azione di responsabilità per aver contribuito a danneggiare 118.000 soci, se non smentita recisamente, lascerà ancora indifferente Achille Variati, che come sindaco e presidente della provincia detiene due terzi delle azioni della Fiera e che, in nome della "continuità aziendale", ha dimenticato la condanna, che verrà "appellata" dal bel Matteo, ma che è stata "patteggiata" dagli altri soci della società cedente, membri della famiglia ma non solo?
Se così fosse come dar torto a Jacopo Bulgarini d'Elci che ieri ha fatto un mea culpa eroico, ma solitario ammettendo la mollezza di tutta la Vicenza ufficiale nei confronti dei poteri malsani della città , in primis della fu Banca Popolare di Vicenza di Gianni Zonin, Giuseppe Zigliotto e degli altri membri del suo Cda?
Variati, se ci sei, batti un colpo.
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