Zoggia del Pd indagato per il Mose. Il marcio è diffuso da destra a sinistra, da Roma a Vicenza
Venerdi 12 Dicembre 2014 alle 22:38 | 0 commenti
L'8 marzo 2013, per non parlare di vari più che "accenni" precedenti (qui uno per tutti del 12 gennaio dello stesso anno), avevamo pubblicato un pezzo che già dal titolo «Grillo, Zoggia e i miasmi veneti» faceva intuire cosa stessimo per scrivere di un allora candidato, il potente Davide Zoggia, ora deputato Pd, che per essere eletto, per giunta nel listino bloccato del partito insieme alla lady cerettalike Alessandra Moretti (con lui e Ginato in una foto che lo mostra preoccupato, allora per ora...), era stato spostato nel collegio Veneto 1, quello con Vicenza, dal più naturale Veneto 2, quello con l'originaria Venezia.
Scriveva VicenzaPiù: «Zoggia è quello che di fatto ha colmato la casella lasciata vuota ai vertici del Pd da Filippo Penati». Ma soprattutto Zoggia è colui che ha fatto affidamento sui servigi di Lino Brentan, altro esponente di spicco nel Pd negli anni Duemila (per giunta dato per vicino all'assessore veneto ai trasporti, il pidiellino Renato Chisso). Brentan infatti oltre a finire in una storiaccia di tangenti era pure l'uomo che organizzava le cene elettorali per lo stesso Zoggia: uno che sta alla trasparenza come i Ricchi e Poveri stanno ai Led Zeppelin...»
«Michele Mognato e Davide Zoggia, deputati veneziani del Pd, sono indagati nell'ambito dell'inchiesta Mose. Si indaga per finanziamento illecito dei partiti in relazione ai contributi che Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova all'epoca dei fatti, avrebbe versato nel 2010 a Giorgio Orsoni per la campagna elettorale a sindaco di Venezia...» , così scriveva poco fa l'Huffington Post, anticipato e seguito da tutti i media nazionali.
Con tutte le prudenze di rito su colpe e innocenze, fa pensare ancora una volta questo nuovo coinvolgimento del Pd insieme ai suoi finti oppositori del Pdl-Forza Italia che dir si voglia, confluiti nel partito unico della corruzione e della malapolitica.
Forse sarebbe ora di non pensare più ma di agire anche per farla finita con questo miasma continuo che distrugge quel che rimane del paese più corrotto d'Europa, l'Italia, di cui fa (in)degna parte Vicenza, ve lo dice uno che, prima ancora di scoprirlo, documentarlo e denunciarlo sui media che ha l'onore e l'onere di dirigere, nella sua, vicina, vita precedente ha toccato con mano, scottandosela, l'ingordigia di certi imprenditori locali, tutti più o meno vicini o innamorati non a certi ma a quasi tuti i nostri politici locali!
E bisogna parlare e agire ora, subito, quando la maleodorante Roma mafiosa di fatto o nei comportamenti, infarcita di false cooperative e di nomine clientelari nella municipalizzate, è e appare come la pecora nera su cui concentrare le attenzioni per distrarle dal candido Veneto e dalla pura Vicenza.
Dove le false cooperative e le nomina clientelari nelle municipalizzate sono totalmente romane.
Si guardi intorno il sindaco Achille Variati, che ancora proviamo a stimare e che vorremmo mettere in guardia per l'ennesima volta sulla sua e nostra Roma, quella che va dalle sedicenti cooperative con appalti pubblici, passa dagli appalti milionari e arriva ai mille amministratori di aziende pubbliche, le cui capacità manageriali ai livelli richiesti da quelle nostre aziende e i cui curriculum professionali sono davanti agli occhi di tutti.
Variati, noi da oggi ci autocandidiamo a farti da oculisti perchè tu apra gli occhi su chi ti sta intorno e con te condivide le scelte su appalti e incarichi.
Speriamo che loro, i tuoi vicini di banco (di amicizia o di politica), più che condividerle te le abbiano imposte quelle scelte, magari mellifluamente con sorrisi comunicativi o elettoralmente con i loro pacchetti di voti.
Perchè, caro Achille Variati, noi che, dicendolo pubblicamente con un inconsueto coming out, ti abbiamo votato nel 2008, non abbiamo cancellato la nostra corresponsabilità di quella scelta solo perchè non siamo riusciti a votarti nel 2013.
Abbiamo, solo, ridotto la corresponsabiltà dichiarando e correggendo l'errore fatto e fatto fare.
Riduci ora tu le tue responsabilità ammettendo chiaramente e correggendo gli errori fatti e fatti fare: dagli affidamenti comunali, "imprudenti"?, a Mirror a quelli di Aim, poco sociali?, a Hibripost ; dalla scelta di alcuni assessori (Bulgarini d'Elci, Nicolai... ) all'accoglimento del loro seguito di tristi parodie di corti dei miracoli; dai silenzi sulle opere che "alluvionano" il territorio (dalla base Usa a Borgo Berga) a quella subalternità ai vecchi poteri, che ti impedisce di pronunciare sia pure solo i nomi di aziende collegate alla Maltauro, come la Sviluppo Cotorossi.
Tu, caro Achille, pochi giorni dopo la livorosa e indegna esplosione mediatica del 2009 contro il sottoscritto, avesti, uno dei pochissimi, l'umanità e il coraggio di dirmi: «non so cosa tu abbia fatto, ma sono sicuro che qualunque cosa ti venga addebitata tu l'abbia fatta per passione» alludendo alla mia dedizione anima e corpo alla pallavolo biancorossa. E io mi sono dato, e mi sto dando, da fare per dimostrare, carattere per carattere, di meritare quella frase, che non eri di certo obbligato a pronunciare solo perchè ti avevo appoggiato politicamente senza nulla chiedere in cambio se non un'amministrazione più onesta della città .
Da tempo te lo sto di fatto anche io dicendo ma stasera te lo scrivo perchè, caro sindaco e presidente della provincia, te lo devo: «conosco tutto il bello che hai fatto, anche perchè lo rivendichi, ma so solo in parte cosa tu hai fatto di non... condivisibile. Ma sono sicuro che qualunque cosa ti venga addebitata tu l'abbia fatta per passione politica».
Purchè tu ti dia ora da fare per dimostrare di meritare quella frase, che sono obbligato a scrivere perchè ti avevo appoggiato politicamente per far avere a Vicenza un'amministrazione più onesta della città .
Correggersi è più difficile di far bene fin dall'inizio, ma è un grande segno di forza di carattere.
E di vera dignità .
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