W Zonin: brindiamo al suo fattore C... o alla sua pigrizia. E W Serracchiani e ΛΛ Zaia?
Sabato 12 Dicembre 2015 alle 15:39 | 0 commenti
Tramite una lettera alla stampa l'ex Ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, dà la sua interpretazione sui problemi che hanno colpito le Banche Popolari, in particolare la sua ex "creatura", quella di Montebelluna, e l'amica nemica di sempre, la "nostra" Banca Popolare di Vicenza. In estrema sintesi dice Consoli, e quello che afferma non è tutto, ma fa parte del quadro complessivo, il flop dell due popolari venete nasce dai nuovi e più stringenti parametri imposti dalla BCE, dalla normativa di trasformazione rapida in Spa decisa da Renzi e dalle loro concessioni di credito, maggiori rispetto ad altre aree del paese e dell'Europa, a famiglie e imprenditori, che, se da un lato, hanno reso meno dura la crisi generale, poi hanno pesato sulla gestione dei due istituti quando hanno generato difficoltà di rientro o, peggio, sofferenze.
Della lettera di Consoli riferisce sul maggiore (è l'unico...) quotidiano locale anche Marino Smiderle, sempre lucido, quando vuole (e ultimamente lo sta volendo di più di quando magari sarebbe stato più utile ai lettori/soci). Nell'occasione la firma economica, sotto un sommario che urla "Il fallimento di Etruria e c. contagia i mercati: subordinate BpVi al 15%", scrive: «Un bond subordinato a due anni di scadenza della BpVi, il Bpvi 4.6% Sink Sub 15 dicembre 2017... ha perso quasi il 5 per cento e adesso offre un rendimento del 15 per cento: ...ha il sapore di un default. Per quanti problemi abbia Vicenza, la prospettiva di un aumento di capitale già garantito di 1,5 miliardi mal si concilia con un'obbligazione paragonabile ai tempi cupi dell'Argentina di Kirchner o della "Grexit" di Tsipras...».
Questa considerazione ci innesca un irrefrenabile meccanismo (sado-maso?) per cui ci viene quasi di istinto urlare anche noi, non nel sommario ma sommariamente, un "W Gianni Zonin!".
Spieghiamo subito perchè prima che qualcuno raccolga e lanci contro di noi le pietre virtuali destinate all'ex presidente, quelle che i sempre soliti noti coraggiosi dicono di volergli scagliare contro ma non lo fanno (nè con lui, nè con la BPVi, si mormora ai piani alti di Via Btg. Framarin, suggerendo un paragone tra le lagnanze seguite dai fatti del meeting di «confronto costruttivo», dicono, con la banca voluto dalla governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, e quelle di Luca Zaia, presidente del Veneto, verde Lega... di rabbia contro la "catastrofe" delle due popolari, ma ancora non corroborate da proposte concrete).
Allora nello spiegare perchè leggendo Smiderle ci è scorgato irrefrenabile dai nostri limitati neuroni ancora attivi il "W Zonin", un pò serio e un po' faceto (ci scusino tutte le decine di migliaia di soci impoveriti dalla gestione dell'ultimo Cda ma così riusciamo a spiegarci meglio).
Ebbene Zonin ha fatto emettere ultimamente obbligazioni, subordinate e non, tra cui quelle "convertite" d'imperio nel 2015 in capitale per rientrare per il rotto della cuffia nei parametri BCE ed evitare già allora la bancarotta, che avrebbe di fatto annientato totalmente tutte le azioni, oggi a livello di saldo ma ancora non carta straccia, e avrebbe anche colpito tutte le obbligazioni, azzerando subito quelle subordinate e rendendo monetizzabili le altre solo dopo il pagamento di tutti i debiti che hanno precedenza e solo nel caso, improbabile, che rimanessero soldi in cassa.
Ha fatto bene o male, dopo, non dimentichiamoli mai, anche per non essere fraintesi, i grandi malefici passi della sua gestione degli ultimi anni?
Chiedetelo agli azionisti e agli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate (?) dal SalvaBancheBanchieri&Bankitalia e UccidiSoci&Obbligazionisti, fatti salvi i ripensamenti governativi (e pseudo umanitari) in corso che chissà se, per le ben diverse e maggiori dimensioni, avrebbero potuto essere solo pensati nel caso che in default fossero andate la BPVi, analogamente la Veneto Banca e, a quel punto, in cascata tante altre banche (perchè, ahinoi, la crisi è sistemica, come si usa dire).
Ma quali sono le quatro banche salvate?
Oltre alla Cassa di Risparmio di Chieti anche la Cassa di Risparmio delle Marche, la Banca Popolare dell'Etruria e la Cassa di Risparmio di Ferrara.
Non vi dice nulla che queste ultime tre banche, di fatto fallite, erano quelle di cui la BPVi, con la benevolenza di Bankitalia, trattava l'acquisizione?
Non sappiamo, a parte le scarne veline di allora lette sulla stampa locale, come Vicenza abbia evitato questo triplice tragico errore, che sarebbe stato, quello sì, caro governatore Zaia, una "catastrofe".
Non sappiamno se l'inglobamento (dei buchi) delle tre banche in BPVi non sia venuto meno per il fattore "C" o per la volontà di Zonin di non tirare troppo la corda dei favori di scambio con la Banca d'Italia.
Non lo sappiamo e chissà se mai lo sapremo, a meno di non leggerlo dai bene informati, postumi....
Ma, comunque, siccome il bicchiere molto vuoto è migliore di quello rotto, W il C... o la pigrizia di Zonin...
L'uno e l'altro non lo faranno certo ricordare con affetto da chi le sue azioni le ha viste precipitare, ma della storia fanno parte anche le cronache.
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