VicenzaPiù n. 196: Carta (Pdl) vs Peroni (Pd)
Domenica 1 Agosto 2010 alle 14:57 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 196 del 24 luglio in distribuzione e scaricabile anche da questo sito pubblichiamo l'intervista a Bruno Carta (PdL), dopo aver riportato il 26 luglio per i nostri utenti la sempre attuale intervista all'altro neo segretario, quello del Pd, Enrico Peroni
di Luca Matteazzi
Il neocoordinatore cittadino del Pdl giudica i primi due anni e mezzo dell'amministrazione
dal Pat ("Hanno accontentato tutti i costruttori") al Dal Molin ("Il sindaco è stato un artista")
Con un leitmotiv: "Tante promesse, pochi risultati"
Se c'è una cosa che Bruno Carta può affermare senza temere smentite, è di conoscere bene Achille Variati. I loro percorsi politici si sono infatti incrociati più volte. A lungo fianco a fianco nelle file scudocrociate della dc, nei primi anni '90 i due sono stati in giunta assieme, uno come sindaco (Variati) e l'altro come assessore (Carta). Ora si trovano a fronteggiarsi da avversari: Variati sindaco Pd a capo di un centrosinistra quasi monocolore, Carta neocordinatore cittadino del Pdl alla guida della principale forza di opposizione. Con un compito niente affatto semplice: ricostruire le basi per la vittoria del centrodestra, cominciando col risolvere i conflitti interni di un partito che negli ultimi mesi si è fatto notare soprattutto per la propria litigiosità . Prima la spaccatura nel gruppo consiliare, poi l'annuncio a mezzo stampa della nascita di una corrente in cui si riuniscono i delusi dalla sua nomina a coordinatore cittadino; primo fra tutti, Marco Zocca. "Queste cose si dovrebbero fare all'interno del partito, non sui giornali - commenta Carta - : ci si guarda e ci si spiega. I panni sporchi si lavano in casa. Farlo sui giornali, invece, è negativo, e anche maleducato. Tra l'altro, non ho capito quale sia il motivo della divisione: hanno parlato di un golpe. Ma il coordinatore cittadino è stato indicato dai coordinatori provinciali: se non hanno titolo a parlare loro, chi ce l'ha?. Spero sia solo una cosa estiva".
Zocca ha detto che la regola, nel Pdl, è sempre stata quella di premiare chi portava più voti. E questa volta non è stata seguita.
"E' una regola che non esiste. E se Zocca non avesse fatto per primo un passo indietro, rinunciando alla candidatura, io non avrei mai accettato questo ruolo".
Sempre Zocca afferma che ha accettato di fare un passo indietro con la garanzia che venisse scelto Lucio Zoppello. Ma poi hanno cambiato le carte in tavola.
"Con il suo comportamento sta dimostrando che avevano ragione a chiedergli di fare un passo indietro. Zocca non accetta le regole della democrazia interna: in politica a volte si vince, a volte si perde, ma in ogni caso si collabora. In passato io avrei dovuto fare due volte il coordinatore cittadino, e invece sono stati scelti altri, prima Gabriele Galla, poi Lucio Zoppello. Nessuno dei due ha brillato, ma io ho sempre collaborato con loro. Lui una posizione di questo tipo non la accetta. E me ne dispiace, perché io continuo a considerarlo una risorsa".
Come si può uscire da questo impasse?
"Loro hanno una sola alternativa: rientrare. Siamo un partito di opposizione, non di governo, e non possiamo permetterci divisioni. Io cercherò in tutti i modi una conciliazione, ma se alla fine non sarà possibile, chi non accetta la posizione del partito sarà fuori. Io comunque spero che, ora che hanno espresso le loro lamentele, i dissidi rientrino".
Anche perché, se continuate così, portate in carrozza Variati alla rielezione.
"Se si continua così, riprenderci il comune sarà una missione quasi impossibile. Dobbiamo cambiare modo di operare. Continuare a dividerci finisce solo col dare più spazio a Variati e alla Lega. Senza alcun vantaggio per noi".
Veniamo a Variati. È ormai a metà del suo mandato: qual è il suo giudizio?
"Molto bravo come politico, non tanto come amministratore. Ha fatto solo promesse, e in questo è uno dei politici più bravi, perché sa capire il clima, il momento, i temi più sensibili per il pubblico: ha annullato il no al Dal Molin, ha trovato un accordo con i costruttori per il Pat, ha curato i rapporti con i poteri forti sicuramente più di Hullweck, si è mosso bene con le nomine in Camera di commercio e in Fiera. Dal punto di vista amministrativo, invece, la giunta non brilla. Il Pat, ad esempio, non è popolare: non ha niente del bando degli interessi diffusi e crea problemi in parecchi quartieri. Questo modo di fare è tipico di Variati. E in mancanza di un'opposizione, lui vive bene.
Scelga una cosa da salvare e una da buttare in questi due anni e mezzo di governo di centrosinistra.
"Mah, Variati non fa mai niente di male, perché alla fine se la cava sempre, ma non fa nemmeno niente davvero bene".
Qualcosa di buono ci sarà . Ad esempio, ha lavorato molto per il risanamento e la riorganizzazione di Aim.
"Non sono d'accordo. Secondo me la soluzione della gestione in house è un errore, è una scelta antistorica. E gli effetti si vedranno tra un paio d'anni. Aim fa utili con la sosta, l'energia, e con il gas. Se il gas va a gara, come pare, l'azienda riuscirà ad imporsi sul mercato? Io non ne sono sicuro. E senza gli utili del gas, come farà ? Sa dove è stato bravo, invece, Variati?"
Dove?
"Sul Pat. Io non lo condivido, ma lì è stato davvero bravo".
Perché?
"Perché l'ha venduto bene. Ha saputo mediare una montagna di istanze, scegliere, e portarlo a casa. Quello che c'è scritto dentro poi, è tutto da verificare, e sarà un problema del suo successore. Ma lui ha saputo accontentare tutti i grandi gruppi, dando loro quello che Hullweck non aveva dato. In questo è più palazzinaro lui di Hüllweck. L'accordo sulla zona Ftv, ad esempio, è un'oscenità : c'è un indice di edificazione di 2,5 metri cubi per metro quadro: vuol dire rendere viale Milano ancora di più un ghetto. Oppure guardiamo l'accordo sullo stadio, che concede moltissimo ai privati: io da imprenditore lo firmerei subito. Oltretutto quell'accordo si mangia tutta la superficie utile della città : che fine farà tutto il resto?"
In queste settimane si è parlato molto del Parco della Pace. Secondo lei, Variati come ha gestito la vicenda Dal Molin?
"È stato bravo, un artista. Ha preso in giro quelli del No Dal Molin e si è preso i voti, adesso si sposta al centro e concede tutto agli americani, confezionando anche la bufala del parco della Pace. Politicamente è stato bravissimo: li ha tenuti sulla corda, e poi ha detto ‘abbiamo fatto tutto il possibile, ma la base non si può fermare'".
Ha fatto davvero tutto il possibile o sapeva già che finiva così?
"Lo sapeva dall'inizio. Come si faceva a dire di no alla costruzione della base?"
Variati punta molto anche su temi più popolari: l'asfaltatura delle strade, le ordinanze contro la prostituzione....
"Io non vedo grandi cambiamenti. Con le asfaltature è partito forte, ma adesso sono quasi tutte ferme, e la gente comincia a sentirsi presa in giro. Le ordinanze invece funzionano. Ma va anche detto che Variati ha il Giornale di Vicenza dalla sua, e in queste condizioni è tutto facile".
Insomma, arriva al 2013 senza problemi.
"Se vuole sì. Se ci fossero le elezioni anticipate, io credo che un pensiero all'elezione in parlamento lo farebbe".
Secondo lei, quindi, i malumori e le defezioni di alcuni consiglieri del centrosinistra, come Balzi, Guaiti, Volpiana, non avranno ripercussioni?
"Li ha già sostituiti con Cicero e Pecori. E poi le elezioni anticipate non le vuole nessuno: i due anni che restano da governare sono molto brutti. Siamo ancora in piena crisi economica e gli ammortizzatori sociali si stanno esaurendo. Inoltre, la manovra costringerà i comuni a tagliare molti servizi e ad alzare le tasse. I sindaci, nei prossimi due anni, avranno un compito molto difficile, e dovranno fare scelte impopolari. In queste condizioni, meglio che governi Variati. Noi ci prepariamo per il 2013".
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