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VicenzaPiù n. 194:Bertoliana,il grido di dolore

Di Alessio Mannino Sabato 26 Giugno 2010 alle 00:12 | 0 commenti

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Da oggi è in edicola VicenzaPiù n. 194, di cui vi anticipiamo la locandina (nella foto) e l'articolo inchiesta di Alessio Mannino

Bertoliana, il grido di dolore

"A rischio il nostro futuro", è l'allarme del presidente Pupillo. Il taglio del Comune è pesante. E la città sottovaluta il ruolo di aggregazione della sua più antica istituzione culturale

Bertoliana: la situazione è grave, e per una volta anche seria. Stiamo parlando della più antica istituzione culturale di Vicenza (302 anni), la biblioteca della città, che svolge un essenziale ma troppo spesso dimenticato servizio pubblico: fornire il sapere per eccellenza, quello scritto nei libri (con buona pace dei "nuovisti" straccioni che si eccitano con i gingilli tecnologici).

Ebbene, il Comune, primo finanziatore in assoluto, ha dovuto tagliare di 50 mila euro il contributo per il 2010 facendolo scendere a 203 mila. Gli altri enti iscritti nel bilancio non sono decisivi: la Provincia, anch'essa sparagnina (meno 26 mila euro), erogherà 100 mila euro, la Regione 52 mila ma già vincolati per la parte svolta dalla Bertoliana nel polo bibliotecario veneto, e le previste entrate interne, derivate dai servizi a pagamento, non arrivano a 40 mila.

Biblioteca Bertoliana Sala manoscritti (Foto sito Bertoliana)Se a Palazzo Trissino non faranno marcia indietro, si annunciano tempi durissimi. «Ne va del nostro futuro», annuncia allarmato il presidente Giuseppe Pupillo (una storia politica nel Partito Comunista, presidente della Regione coi Ds negli anni tempestosi di Tangentopoli, ha sostituito il socialista berlusconiano Mario Giulianati due anni fa per effetto dello spoils system variatiano). «La Bertoliana è una straordinaria biblioteca di conservazione di livello nazionale. Conserva, anzi è la storia di Vicenza».

E se non ci fossero i privati, specialmente uno (che in realtà è misto, pubblico-privato), cioè la Fondazione Cariverona, anche conservare sarebbe impossibile. Per dire: senza i suoi generosi finanziamenti, mai elargiti al 100% ma solo assieme ad una quota pubblica, la salvezza delle pubblicazioni vicentine dei secoli dal ‘400 al ‘700 sarebbe rimasta un'utopia. E manca ancora l'800, che ha un materiale sterminato. I dipendenti di ruolo sono 46, tutti a carico delle casse comunali. Ma, anche qui, se non ci fossero i volontari - i 10 giovani del servizio civile e i 10 anziani dell'Auser - addio ai servizi di sportello, custodia, accoglienza del pubblico nelle 9 sedi sparse entro il perimetro cittadino.
Mappa conservata nella Biblioteca BertolianaI 12 mila tesserati, in gran parte studenti che costituiscono i frequentatori abituali delle sale studio, non possono avvalersi di spazi non diciamo agevoli e gradevoli, ma neppure sufficienti. I libri ne occupano un bel po', e soprattutto nei mesi d'esame i ragazzi si ammassano e come unico sfogo hanno la strada o, nella sede di Palazzo Costantini in Contrà Riale, il cortile. «Invece le biblioteche moderne sono accoglienti, fatte apposta per attirare gli utenti, e sono dotate almeno di una caffetteria», spiega Pupillo. Ci vorrebbe un'altra sede, c'è poco da fare. Giulianati aveva proposto il vecchio tribunale. «La soluzione ideale sarebbe l'abbattimento e la ricostruzione a questo scopo dell'ex scuola Giuriolo, così da realizzare un vero e proprio polo con gli archivi statali in Contrà San Biagio. Il problema è la volontà politica di dare priorità a un investimento di questo tipo». Il Comune si trincererà dietro la motivazione, obbiettivamente vera, che non ci sono i soldi. «Si può accendere un mutuo, o trovali tramite alienazioni», cioè vendite di immobili di proprietà comunale. Pupillo però una segnale positivo, dall'amministrazione di centrosinistra, cioè dalla sua parte politica, lo ha già visto: «Nel Pat è previsto il restauro della Basilica, di Palazzo Cordellina e di San Biagio: sono operazioni importanti».
La cinghia verrà stretta sull'acquisto dei libri, anzitutto. Da questo punto di vista, l'emeroteca, dove soprattutto gli anziani leggono gratuitamente i giornali, ha già subito un calo nei periodici. Le sale non possono già oggi essere tutte aperte, come la sala manoscritti. L'organico, infatti, non basta. «In qualche modo ce lo faremo bastare», assicura sconsolato Pupillo. L'orario serale al Costantini finora è stato coperto grazie ad un contratto con l'Opera Pia Cordellina, e la domenica mattina si tiene aperto grazie ad un aiuto diretto del Comune, anzi, dice Pupillo, «del sindaco».
I libri fanno pensare alla cultura nel senso ammuffito e sacrale, cioè mortuario, del termine. L'esperienza del chiosco dei libri in Campo Marzo da giugno a ottobre (costo: 40 mila euro, di cui 10 mila da Banca Popolare di Vicenza e Assindustria) va nella direzione opposta, di portarla in strada. «L'uso della biblioteca è uno strumento di democrazia, e voglio ricordare che siamo il più grande luogo istituzionale di aggregazione dei giovani». Vicenza pare un po' disinteressata. Forse perché culturalmente vive sé stessa come noiosa, divisa fra mondi che non si parlano, sterile quanto a novità e spirito d'iniziativa. «Io credo che ci sia un grande fermento sotto traccia, ma anche una grande autoflagellazione. Nella musica, ad esempio, abbiamo una produzione di prim'ordine. Ci sono più problemi nel teatro, ma penso che Flavio Albanese (neo-presidente del teatro civico, ndr) abbia le idee e il valore che ci vogliono». Il punto dolens, per chi maneggia libri ogni giorno, è la Vicenza degli intellettuali: «Un tempo c'erano circoli, riviste, organizzazione culturale anche grazie ai partiti. Gli intellettuali vicentini non trovano qui il riconoscimento che meritano, basti pensare al caso esemplare della morte di Franco Volpi: molti si meravigliavano, quando è scomparso, che fosse vicentino. Neanche lo sapevano. Ecco, bisognerebbe che fosse la città a coinvolgerli di più». Cioè a tenere in maggiore considerazione quella cosa chiamata cultura.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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