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Veneto Banca, Beniamino Anselmi: Sinergie con Vicenza

Di Rassegna Stampa Martedi 9 Agosto 2016 alle 09:44 | 0 commenti

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Subito l'azione di responsabilità, riprendendo e integrando quanto già studiato dal cda uscente, per andare presto in assemblea. E poi, in parallelo, risultati sulle conciliazioni con i piccoli soci. E ancora la revisione del piano industriale, per accelerare la vendita dei crediti in sofferenza. Da ultimo un'alleanza di fatto con Popolare di Vicenza, sotto il cappello del socio unico Atlante, su prodotti e servizi su cui fare sinergie ed economie di scala. E prima di pensare al cambio di nome per la banca («mi occupa la testa da due giorni, ma ho fatto anche i conti: solo cambiar le insegne costerebbe 2 milioni») c'è un'altra priorità: «Dare con l'esempio un segnale di sobrietà».

Beniamino Anselmi, 74 anni, il banchiere piacentino manager di lungo corso di Cariplo e Capitalia, da ieri nuovo presidente di Veneto Banca, si presenta con le idee chiare all'uscita del primo cda. Il board si riunisce alle 16, subito dopo l'assemblea degli azionisti. In un'ora e mezza insedia gli 11 eletti della lista di Atlante, elegge Anselmi alla presidenza e a vice Maurizio Lauri, 54 anni, ex guida del collegio sindacale di Unicredit. Poi conferma Cristiano Carrus amministratore delegato e forma i comitati consiliari, prima di darsi appuntamento per domani per vedere la semestrale.
È il primo atto della gestione targata Atlante dell'ex popolare, scossa una settimana fa dall'arresto dell'ex manager Vincenzo Consoli. Arriva dopo un'assemblea degli azionisti che in tre ore e mezza ha insediato il nuovo cda, aprendo, dopo Vicenza, il secondo esperimento per le ex popolari venete che Atlante ha scommesso di rilanciare dopo il crollo.
A Volpago del Montello, nei sotterranei di villa Spineda dove si torna dopo la parentesi di Marghera del 5 maggio, l'assemblea inizia alle 11.30. Che tutto sia cambiato è evidente fin dal primo momento. Il tendone delle precedenti assemblee oceaniche è un ricordo. Dopo lo tsunami delle azioni a 10 centesimi e l'arrivo di Atlante, che ha il 97,6%, si presentano di persona 373 azionisti, 456 con le deleghe. Paiono i sopravvissuti che tornano a vedere le macerie dopo il bombardamento, le vittime dei «danni collaterali» come li definisce uno di loro nel dibattito. Una platea di soci stremati, che fa sentire la sua rabbia. Prende di mira tutti: dalla senatrice del Pd Laura Puppato, che si piglia i fischi per tutta una platea di politici e imprenditori di cui non si è visto letteralmente nessuno, al vicepresidente Giovanni Schiavon, fino agli uomini di Atlante.
In mezzo al cda uscente schierato con otto consiglieri, di fronte a un cordone di polizia, carabinieri e guardie giurate fin sotto il palco, tocca al vicepresidente Giovanni Schiavon guidare l'assemblea, vista l'assenza del presidente Stefano Ambrosini, che non rientra dall'estero per guidare un'assise scomoda in tutti i sensi. Lo censura Alessandro De Nicola, l'avvocato che Quaestio, la sgr che gestisce Atlante, ha mandato anche qui, dopo Bpvi, come plenipotenziario. Tocca a lui leggere la lettera agli azionisti del dominus di Atlante, Alessandro Penati.
Il finanziere dice che Veneto Banca «dovrà tornare a perseguire l'interesse dei risparmiatori ed erogare il credito secondo il merito e non secondo comportamenti illegali o rapporti di amicizia o consorteria». Parla di «radicale discontinuità con le gestioni fallimentari del passato» e punta sul cda e su Carrus che si sono tagliati gli emolumenti («280 mila euro l'anno, lo stipendio più basso tra le maggiori banche», rivelerà più tardi ai giornalisti Anselmi, a differenza di Carrus che non darà dettagli) e che elimineranno «tutti i lussi e gli sprechi del passato». Conferma l'imperativo dell'azione di responsabilità, Penati, dando mandato al cda di continuare «senza indugio» e detta la revisione del piano industriale «senza scartare alcuna ipotesi». E di fronte ai fondi all'assalto per acquistare le due venete, conferma di essere aperto «ad eventuali partnership finanziarie e industriali» solo se serie. Così come si dice aperto, Penati, «una volta avviate ristrutturazione e rilancio» a «ipotesi di quotazione o fusione con altre banche», se nell'interesse «di tutti gli stakeholder».
Parole chiare, che però faticano a dissipare l'umore livido dei soci, che emerge nelle due ore di dibattito. È con questo umore che Anselmi dovrà fare i conti per un rilancio di Veneto Banca tutto controcorrente. Il presidente, completo blu e cravatta azzurrina, non si siede tra le guardie del corpo e prende posto in sesta fila con il suo vice Lauri. Stringe mani, ascolta i soci che lo riconoscono, parla con il commercialista Marcellino Bortolomiol. Scappa via, dopo le 15, per il primo consiglio, mentre si chiudono le votazioni. Quella che elegge il nuovo cda cda passa con il 99,96% dei voti.
Anselmi riemerge con Carrus alle 17.30, dopo il cda. Carrus conferma che il salasso sulla raccolta si è arrestato e che ci sono segnali di recupero: «ci stiamo muovendo in modo molto forte per recuperarla». Poi la revisione del piano industriale per «velocizzare la sistemazione del portafoglio di sofferenze», 1,9 miliardi a Montebelluna e la conferma degli impegni sulle conciliazioni. Ma la scena se la prende tutta il presidente. Che apre a sorpresa a Vicenza. La temuta fusione non c'entra. Nella visione di un'alleanza di fatto tra le due banche di Atlante c'è altro: «Penso a partnership sulle fabbriche prodotto, sulla gestione del wealth management , sugli investimenti informatici e le banche virtuali». Qualcuno ha già fatto i conti che solo l'acquisto insieme dei buoni pasto vale un risparmio di mezzo milione di euro, altri citano la società di servizio in comune Sec, altri pensano alla bancassicurazione, ora che Cattolica ha rotto con Vicenza, altri a Bim, a cui Anselmi dedica un passaggio che ne sottolinea l'importanza. Il sasso è lanciato. Da un presidente che, è chiaro, non farà solo il notaio. «Io e Carrus - conclude Anselmi - faremo vacanze brevi».
di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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