Variati e la sua penultima intuizione Delrio: poi sarà Unione per la Nazione?
Sabato 4 Aprile 2015 alle 14:12 | 0 commenti
Che Achille Variati sia il numero 1 nell'arte della politica locale è da tempo fuor di dubbio. Si può condividere o meno quello che fa ma nessuno può contestare che sia il migliore nel farlo, con in una mano la carota e nell'altra il bastone, che sa usare, l'uno e l'altra e a turno, oltre che con dirigenti e dipendenti anche e soprattutto con avversari e sostenitori, spesso tramutando i primi nei secondi e quasi mai i secondi nei primi.
E le poche volte che è avvenuto che un suo sostenitore o un suo nominato gli abbia voltato le spalle o che lo abbia contrastato su questioni sostanziali è difficile ricordarsene... dell'ex. Ecco due nomi tanto per fare degli esempi: l'ex consigliere Luca Balzi e l'ex presidente di Aim Roberto Fazioli.Â
Variati, poi, nella sua maestria nel brandire il bastone e nel blandire con la carota, sa anche prendere le distanze con lucida fermezza da protagonisti della scena che diventino, per qualche disgraziato motivo, scomodi come, che so, Gianni Giglioli, ma anche conservare e dimostrare riconoscenza ad amici fedeli colpiti da qualche disgraziata sventura, come Matteo Quero.
Ma il sindaco di Vicenza e presidente della provincia sa anche tenersi a debita distanza da certi collaboratori, diciamo, discussi, dal "piccolo" doppiolavorista Diego Fontana fino al "comandante" Cristiano Rosini strisciato da Moreno Morello.
Se per qualche a noi ignoto motivo non può, legalmente o "diplomaticamente", recidere i loro legami con gli incarichi pubblici, Variati ha affidato, ad esempio, il primo al navigato assessore Umberto Nicolai, che comunque fa finta, in cambio dei suoi servigi, di non vedere l'assunzione in Comune di una sua nipote grazie, accusa Cub, a una corsia autostradale riservata. E ha sculacciato pubblicamente, anche se solo a parole, il secondo per i labili controlli sui parcheggi dei furbetti dopo che neanche l'assessore a cui Rosini dovrebbe rispondere, l'ex questore Dario Rotondi, è riuscito a fargli pagare, come pare volesse, neanche una multa per le sue scorribande private in Ztl.
Tutte le caratteristiche a cui abbiamo sinteticamente accennato vanno lette non con sentimenti umani ma nella logica della politica e delle responsabilità che la politica comporta una volta che la si deve fare da una posizione di responsabilità .
Achille Variati nel suo ruolo deve decidere e, al di là della sua aria bonacciona, non si tira indietro nel decidere razionalmente, freddamente e, ecco la sua grande qualità , intuendo e cogliendo le opportunità in anticipo sui tempi, altrui.
Ma cogliere le opportunità , bisogna dirlo, nulla ha a che vedere con l'opportunismo di altri politici (maschile neutro...) spesso meno esperti di lui, forse per questo più malleabili (usabili?), ma di certo maggiormente premiati di lui negli organigrammi del partito e nelle scelte fatte dai suoi vertici (da Bersani a Renzi per non parlare del passato) per innalzare altri (ancora maschile neutro...) verso seggi nazionali, europei  e... regionali.
Achille Variati questa intuizione del futuro e dei venti mutevoli l'ha messa al servizio del suo sforzo, senza reali o, almeno, vincenti sponsor politici, per tradurre le intuizioni in opportunità per gestire al meglio il suo progetto politico, da amministratore e personale.
Tanto per rimanere al passato recente del sindaco di Vicenza e presidente della provincia, nonchè componente di peso nel direttivo dell'Anci, dove sta impostando il suo futuro, Variati, fine DC nell'anima e riformatore moderato per Dna, ha tra i primi capito la forza dirompente del demo-comunicatore Renzi e abbracciandolo subito in maniera imprevedibile (anche se l'essere stato lettiano non l'aveva prima aiutato) non ha puntato di certo a sfruttarne la spinta verso l'alto ma ha evitato, lui sessantenne politico di lungo corso, di essere ricacciato verso il basso dal rottamatore fiorentino.
E, per guardare, poi, solo a pochi giorni fa, è stato sempre Achille a ricevere a Vicenza subito dopo le dimissioni di Maurizio Lupi, sponsor principale dei desiderata delle categorie economiche locali per la "ricca" Alta Capacità , il sottosegretario e braccio destro di Renzi Graziano Delrio, ufficialmente per mostrargli le bellezze palladiane, ma... intuendo che sarebbe stato nominato da lì al week end in corso ministro delle infrastrutture e dei trasporti al posto di Lupi, che rimane un faro dell'NCD e di quell'Area Popolare che con Angelino Alfano sta costruendo le fondamenta dell'Unione per la Nazione.
Il nuovo raggruppamento centrista, prefigurando il declino finale di Berlusconi e di Forza Italia, vuole porsi come alternativa moderata con origini nel centro destra alla grande area moderata del Partito della Nazione che Renzi progetta dopo aver gonfiato il petto della componente ex Margherita del PD ed aver neutralizzato dall'interno le residue e molli resistenze dell'altra metà del cuore democratico, quello ex DS.
E allora il suo sottile intuito, coniugato con una oggi rara coerenza politica, da sempre centrista, che gli va riconosciuta, dove porterà alla fine del suo mandato comunale Achille Variati, che non vediamo ancora in età pensionabile?
Se Alfano, che si è formato con Enrico Letta, nel suo puzzle mette Fitto e Tosi, da queste parti la vicinanza di Variati all'NCD Toniolo e, da più tempo e prima ancora di Angelino, al sindaco di Verona e candidato governatore del Veneto, ora anti Lega, Flavio Tosi, fa "intuire" che il sindaco di Vicenza e presidente della provincia stia guardando con più simpatia all'Unione per la Nazione piuttosto che al Partito della Nazione di Renzi.
Che non ha rottamato il sessantenne Variati ma gli ha preferito la svolazzante quarantenne Alessandra Moretti...Â
E dopo la carota dell'appoggio al sindaco di Firenze ecco che tornerebbe a roteare il bastone del primo cittadino di Vicenza intorno a chi, da primo ministro, gli ha voltato le spalle.
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