Unesco, ambientalisti scrivono a Roma: "Il ministro revochi la gestione al comune"
Giovedi 12 Gennaio 2017 alle 08:51 | 1 commenti
Pubblicato l'11 gennaio alle 19.33. Aggiornato il 12 alle 8.51. "La gestione del sito Unesco non deve essere più del Comune" questo in soldoni il contenuto della lettera inviata al ministro della cultura Dario Franceschini dall'Osservatorio urbano territoriale che da tempo si batte contro la cementificazione del territorio. L'Osservatorio ha lanciato una petizione sul web, raggiungendo in poco tempo, circa 2.700 firme, che negli scorsi giorni sono state prontamente inviate al ministro. Un gesto simbolico, difficilmente Dario Franceschini risponderà alla lettera, ideato per riportare al centro della scena politica vicentina e nazionale la questione delle grandi opere che stanno mettendo a rischio il marchio Unesco conferito alla città di Vicenza. (Vedi alla voce ex Cotorossi, Borgo Berga e Tav). La missiva è, però, solo l'ultima stoccata di un duello che dura da tempo e che vede ad un angolo del ring la giunta Variati e dall'altro il comitato Unesco for Vicenza.
Fin dall'inizio della vicenda, infatti, l'Amministrazione, pur assicurando la massima disponibilità nell'agevolare ogni iniziativa che porti alla verifica e alla conferma del prestigioso riconoscimento per la città , non ha risparmiando critiche, anche feroci, a quei cittadini che avevano fatto scattare il caso.
«Chi vuole che Vicenza esca dall'Unesco ai miei occhi è un criminale» non ha esitato a dichiarare il vicesindaco Jacopo Bulgarini D'Elci. Un'etichetta che ha portato il dr. Alberto Peruffo a prendere carta e penna per chiedere l'intervento del presidente Mattarella.
"Siamo dei criminali per aver difeso il patrimonio culturale della nostra città - scrive Peruffo - e invocato l'intervento dell'Unesco... Chiedo al Presidente della Repubblica Italiana e al Direttore del World Heritage Center di portare alla discussione urgente dei loro organi parlamentari la legittima richiesta di rimuovere dall'incarico di vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci e di revocare al Comune di Vicenza la gestione del sito "La città di Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto", come da petizione U4V in corso presso il MIBACT, indirizzata all'On. Dario Franceschini."
Anche in questo caso, l'iniziativa sembra destinata ad essere una "lettera morta": non avrebbe precedenti una presa di posizione in materia da parte del Quirinale, ma la lotta contro il cemento e i suoi combattenti non sembrano curarsene, perchè, come è noto, "si può perdere una battaglia per poi vincere la guerra".
Di seguito la lettera integrale del dr Alberto Peruffo
                                                                                                                                Ai gent.mi Sigg.
                                                               Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella,
                                                                                                   Corso Quirinale, 00124 Roma Italia
                                                         Direttore World Heritage Center UNESCO, Dr. Mechtild Rössler
                                                                                        7, Place de Fontenoy, 75352 Paris France
Oggetto: Richiesta di sanzione. Rimozione Vicesindaco di Vicenza e revoca gestione Sito Unesco. Segnalazione di comportamento diffamatorio anticostituzionale e di documenti equivoci.
                                                                                                                    Vicenza, 9 gennaio 2017
«Papà , è vero che sei un criminale?».
Agli occhi dei nostri figli siamo dei criminali. Per aver difeso il patrimonio culturale della nostra città e invocato l'intervento dell'UNESCO.
«Chi vuole che Vicenza esca dall'UNESCO ai miei occhi è un criminale» - afferma testualmente il Vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci il 21 dicembre 2016. Purtroppo questi occhi non sono gli occhi personali del funzionario. Queste parole sono state pronunciate durante una conferenza stampa ufficiale, a porte chiuse, riservata alla stampa e agli addetti ai lavori per presentare la risposta all'Esame Tecnico UNESCO-ICOMOS da parte del Comune di Vicenza.
Le parole sono state poi riprese dalla stampa: «Città fuori dall'Unesco. Idea criminale» - «Unesco, chi chiede l'uscita è un criminale» - «Unesco, il dossier del Comune. Chi ci vuole fuori è criminale» - titolano il Giornale di Vicenza e il Corriere del Veneto il giorno dopo. E dalla stampa sono state riversate presso l'opinione pubblica.
L'intento di queste gravissime parole è palesamente diffamatorio (art. 595 c.p., tutti i requisiti), altrimenti sarebbero state o dovrebbero essere state pronunciate in altro contesto. Non ufficiale. Un errore, se tale è, o forse meglio, un'arroganza, imperdonabile.
Che un vicesindaco dia del criminale a dei cittadini che applicano alla lettera la Convenzione UNESCO, nel loro esercizio civile di cittadinanza attiva (art. 9 e art. 21 c.i.), è un fatto che non può essere lasciato passare senza una pesante sanzione da parte delle istituzioni democratiche che quel vicesindaco rappresenta. Anche solo per rispettare la memoria di illustri personalità della cultura italiana, come Mario Rigoni Stern, primo firmatario dell'Istanza Vicenza Fuori dall'UNESCO se si costruisce la Base Dal Molin, nel 2007; o del Prof. Antonio Papisca, autorevolissimo giurista fondatore del Centro Diritti Umani dell'Università di Padova, Cattedra UNESCO, primo a sollevare nel 2008 l'incompatibilità della nuova Base con l'UNESCO e l'illegalità a vari livelli. La "nuova" Base, che non è un "ampliamento" (!), viola norme locali (urbanistiche e ambientali, PAT e VIA), nazionali (costituzionali, art. 11 e art. 113 c.i.), internazionali (patti bilaterali tra Nazioni e UNESCO, art. 6, comma 3, della Convenzione del 1972). Gli stessi Stati Uniti violano l'articolo 6 della Convenzione del 1972 che hanno controfirmato.
Per queste ragioni fu invocata l'uscita allora, come intelligente deterrente e provocatoria "scompensazione" per fermare la Base, mentre oggi, 10 anni dopo, a danni compiuti, si chiede che esca il Comune dalla gestione del Sito per evidente incapacità dimostrata nel periodo in esame e perché avviando le procedure UNESCO richieste nel 2008 si sarebbe potuto salvaguardare la città . Perciò: nessuno di noi chiede l'uscita di Vicenza dall'UNESCO. Crediamo invece che l'UNESCO sia la nostra più preziosa forza civile. Insostituibile e integerrima contro le continue manipolazioni.
A riguardo segnalo quanto segue. La pronuncia di quelle parole equivoche prelude a nascoste lacune e falsità riportate nei documenti ufficiali del Dossier consegnato dal Vicesindaco, che qui riassumo in 3 brevi punti finali:
1. Il Comune dice di avere promosso una consultazione popolare nel 2008. Il Comune non ha promosso niente. Ha solo offerto il suo doveroso servizio dovuto per Statuto alla cittadinanza che voleva fare la consultazione, poi bloccata dallo Stato e disinnescata con assoluta piaggeria dal Sindaco Variati. La Consultazione è invece stata promossa dagli stessi Comitati che due giorni prima, il 3 ottobre del 2008, avevano organizzato la Conferenza LA BASE O L'UNESCO, comitati tacciati oggi per criminali, conferenza a cui la Giunta Variati strappò il Patrocinio già concesso per il nascente e già allora temutissimo argomento che avrebbe bloccato ogni proposito di costruzione: una base militare, lunga 2 km, a 1500 metri dal centro storico di una città UNESCO, simbolo mondiale dell'urbanesimo e promotrice di pace mediante la cultura, non può essere costruita. Neppure dalla NATO. Meno che meno dagli Stati Uniti. Di certo non lo permetterebbero mai a casa loro. Costruzione ancora oggi, nel Dossier citato, equivocata intenzionalmente e vergognosamente per "ampliamento". Di cosa, non si sa. Di Caserma Ederle, a quel tempo? Dell'ex aeroporto militare italiano, oggi? La prima non è un ampliamento. La seconda, una bufala urbanistico-giuridica. A conferma di questi reiterati raggiri il Sindaco Variati si presentò "sconsolato" all'indomani della Consultazione del 2008, fatta contro il parere dello Stato, insabbiando le ben 23mila voci di cittadini di Vicenza che si recarono lo stesso alle urne per dire no. NO. Il Sindaco Variati dichiarò, invece e infatti, che lui non poteva fare niente e cominciò per la prima volta a parlare di "compensazioni", facendo intuire il gioco di interessi che la politica ha portato avanti in questi anni. Un nome su tutti: il banchiere Gianni Zonin, manovratore di Confindustria, primo responsabile socioeconomico della nuova Base e protagonista indiscusso del declino morale della città . Trovarsi oggi quella Consultazione usata e manipolata ad uso difensivo dal Vicesindaco è un insulto alla democrazia.
2. L'attuale Amministrazione, come le passate, ha l'obbligo di segnalare all'UNESCO l'intenzione di procedere ad opere o interventi che possono avere impatto sul Sito, cosa che non è mai stata fatta. Sottolineo: mai. Come riportato nell'Esame ICOMOS del 15 gennaio 2016: «Icomos si rammarica inoltre che nessuna informazione sia stata fornita su questi progetti alla Commissione del Patrimonio Mondiale». Nessuna. Parole UNESCO. Questa inaccettabile negligenza ha permesso, tra gli altri scempi, la costruzione dell'ecomostro di Borgo Berga, nell'area ex-Cotorossi, opera sotto inchiesta della magistratura per una molteplicità di abusi.
3. Non è ammissibile che nei documenti del Dossier compaia tra i referenti del lavoro del Comune la stessa società che, dopo aver lavorato per far "digerire" alla cittadinanza uno dei progetti sotto esame dall'UNESCO, il progetto TAV-AC, è ora chiamata a guidare il Gruppo di indagine sulla valutazione del danno sul Patrimonio, l'Heritage Impact Assessment. Ossia, la società Sistema snc di Venezia, che si trasforma da operatore di consenso a indagatore critico. Nelle tre riunioni a cui noi, definiti "criminali", abbiamo partecipato, siamo rimasti stupiti non solo di questo, ma soprattutto della clamorosa superficialità dimostrata dal Gruppo vincitore presieduto dalla società Sistema snc. Nell'ultimo incontro, in data 21 dicembre 2016, il Gruppo ha dovuto interrompere l'esposizione dei suoi elaborati causa forte perplessità emersa tra il pubblico, presente nel Salone Civico di Villa Tacchi, dopo aver dimostrato gravi lacune documentali, e relative deduzioni, negli allegati esposti fino a quel momento.
Per tutti questi fatti, che hanno portato alla situazione attuale di Vicenza, chiedo al Presidente della Repubblica Italiana e al Direttore del World Heritage Center di portare alla discussione urgente dei loro organi parlamentari la legittima richiesta di rimuovere dall'incarico di vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci e di revocare al Comune di Vicenza la gestione del sito "La città di Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto", come da petizione U4V in corso presso il MIBACT, indirizzata all'On. Dario Franceschini.
Confidando nella Vostra attenzione e in una Vostra pronta risposta, porgo i miei più rispettosi saluti.
Dr. Alberto Peruffo
Membro fondatore di Unesco for Vicenza | U4V
Ideatore dell'Istanza Vicenza Out of UNESCO 2007-2010
Curatore della Conferenza UNESCO 2008 «La Base o l'Unesco» per il Tavolo della Consultazione - Casa per la Pace
Curatore Giornate Gandhiane per la Marcia Mondiale per la Pace Vicenza 2009
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