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Un inusitato Jacopo Bulgarini d'Elci dà la scossa al 25 aprile di Vicenza e ai suoi valori sminuiti da Donazzan

Di Francesco Battaglia Martedi 26 Aprile 2016 alle 00:59 | 2 commenti

«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire». Con queste parole, pronunciate a Milano da Sandro Pertini il 25 aprile del 1945, l'Italia dava il via alla fase finale di liberazione dall'oppressione del regime fascista e dall'occupazione nazista. Il tradizionale 25 aprile, la nostra festa della Liberazione, si è celebrata quest'anno in un panorama nazionale e internazionale alquanto complesso, ma a Vicenza ha trovato quasi un sussulto d'orgoglio grazie a un inconsuetamente "bellicoso" vice sindaco Jacopo Bulgarini d'Elci.

Le "austerità" europee, con annessa crisi economica da cui ancora non si riesce a vedere una via d'uscita, la minaccia di attacchi terroristici, lo scenario drammatico di decine di migliaia di migranti in fuga da guerre e disperazione che ricevono come unica risposta dalla politica e dalle istituzioni quasi esclusivamente muri e abbandono, ci riportano con la memoria a quel 25 aprile del 1945, in cui la civiltà e la democrazia erano pesantemente oscurate.

I preoccupanti scenari odierni devono far riflettere tutti sull'inquietante china che sta prendendo il vivere civile grazie anche ad un allontanamento sempre maggiore dalla politica, che invece è necessario venga alimentata con nuovi e più freschi ricambi, che ridiano slancio e vigore alla libertà conquistata allora, da conservare ora, da sviluppare per il futuro. Non è senz'altro questa la società che auspicavano i combattenti per la libertà. Non è questo il futuro che immaginavano i padri della nostra democrazia che da lì a poco avrebbero dato vita alla nostra Costituzione.
Se nel resto del Paese le cerimonie si sono svolte sulla falsariga degli anni precedenti, Vicenza ha provato a contraddistinguersi non solo per il cerimoniale, ma per la proposta di nuovi stimoli al panorama politico confermando di meritare ancor oggi quella particolarità che la porta ad essere l'unica Città italiana ad avere due medaglie al valore militare e la bandiera italiana al posto del classico gonfalone.
Oggi più che mai Il 25 aprile, non deve essere considerato un solo giorno di festa ma "un giorno di festa, di memoria e di riflessione". Con queste parole Jacopo Bulgarini d'Elci, vicesindaco di Vicenza, facendo le veci del Sindaco Achille Variati, assente per lutto familiare, ha salutato le autorità civili, militari e la cittadinanza intervenuta in piazza dei Signori per la celebrazione della Liberazione dalla dittatura fascista e dall'occupazione tedesca, che, oggi, sotto mutate sembianze, quelle finanziarie, minaccia una nuova egemonia.
Nel suo intervento, ricordando l'importanza quasi solenne della ricorrenza odierna, ha risposto con chiara fermezza a Elena Donazzan, assessore regionale all'istruzione, per le ripetute critiche alla celebrazione della festa della liberazione.
Riferendosi alla Donazzan il vicesindaco afferma che l'assessore regionale "anche quest'anno, puntuale come le tasse e la morte, ci regala camerateschi pensieri, per il 25 aprile, pensieri o meglio pensierini con cui lei e la sua parte politica cercano anno dopo anno di minare l'idea della liberazione come grande festa nazionale, con un significato chiaro, evidente anche ai sassi e convincerci che in realtà la dobbiamo intendere in un altro modo. Quale?"
Donazzan, sempre nel ricordo di Bulgarini d'Elci, "ha dichiarato che le celebrazioni ufficiali della liberazione, ignorano il sacrificio e il valore di quanti scelsero di combattere per l'unione dell'Italia e fa riferimento alla repubblica di Salò. Ora la pietà umana è una cosa, i ragazzi morti da una parte come dall'altra, lasciano madri spezzate a piangere lo stesso pianto e questo lo dobbiamo rispettare, come possiamo comprendere umanamente le ragioni individuali che hanno spinto dal ‘43 al ‘45 tanti giovani, che nella confusione del momento storico potevano ritenersi idealisti, patrioti, ad aderire alla repubblica di Salò. Possiamo comprendere, ma non vuol dire che avessero ragione e non avevano ragione! Dire oggi, che fecero quella scelta per l'onore d'Italia, significa dimenticare che il fascismo, disonorò l'Italia. Disonorò l'Italia!"
Continua poi il vicesindaco nell'elencare le catastrofi del regime fascista, dalle leggi razziali alla mancanza di libertà con l'intimidazione della violenza, in quel sogno fallimentare di ricostruire un impero paragonabile all'antica Roma, portando l'Italia nella mostruosa e mortifera follia nazista, ricordando ancora che l'Italia, Patria di Dante, Boccaccio, Raffaello, Rossini passò in quel ventennio ad inneggiare "faccetta nera", facendola sembrare ancora oggi una farsetta invereconda per il ruolo che la Nazione ha avuto nel corso dei secoli.
Dello stesso avviso è stato lo storico contemporaneo Emilio Franzina, che ha espresso apprezzamento per le parole del vicesindaco e rimarcato quanto sia fondamentale il ricordo di quegli eventi affinché siano di monito per il domani.
Dopo l'escursus storico del periodo bellico, con i ricordi dei sacrifici fatti anche dalla città di Vicenza, nella parte finale del suo intervento, Franzina ha precisato come da quella Liberazione del 1945 si siano costruiti le fondamenta della nostra Repubblica, di cui la Costituzione è il pilastro centrale, accennando anche all'inopportunità di procedere oggi ad una modifica complessiva di molti articoli della stessa, auspicando se mai modifiche più ridimensionate, per un migliore coinvolgimento di tutti.

Certo è che se la festa della Liberazione era da anni diventata una consuetudine, oggi con la risposta a Elena Donazzan dal vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci, che abbiamo scopeto nella veste inconsueta di un trascinatore, si è avuto modo di riassaporare, oggi come allora, quelle prese di posizione su valori, su ideali che da tempo mancano dall'arena politica.


Commenti

Inviato Martedi 26 Aprile 2016 alle 07:14

L'occasione fa il vicesindaco retorico...in vista delle prossime elezioni.
Inviato Martedi 26 Aprile 2016 alle 09:10

"Quale scossa". Si individua un nemico politico (Donazzan), per dare colore e significato ad uno "scontro", in un giorno speciale, di festa, di "unità" del Paese. Siamo tornati indietro di oltre 70 anni.
Miseria intellettuale. Dello spirito del ""25 aprile"" non avete capito nulla.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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