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"Tutto va ben madama la marchesa", la canzone preferita dallo "smidorlato" che racconta o beve bugie sulla BPVi: ora tocca alla liquidità che mai avrebbe potuto avere

Di Pietro Cotròn Domenica 3 Luglio 2016 alle 01:36 | 0 commenti

«Ci sono stati momenti in cui tanto la Banca Popolare di Vicenza quanto Veneto Banca hanno avuto problemi di liquidità. La perdita repentina di raccolta e i contemporanei impegni finanziari hanno fatto scendere l'indice Lcr (Liquidity coverage ratio), che misura, appunto, il rischio di liquidità delle banche, sotto i livelli previsti dalla Bce. Parte dei 150 miliardi di garanzia pubblica che la Commissione europea ha concesso di stanziare al governo italiano sarebbe servita per fronteggiare i problemi legati alle difficoltà di ottenere i finanziamenti necessari per ripristinare i livelli minimi. Di qui a dire, però, che le due ex popolari venete si sarebbero potute salvare anche senza il pronto soccorso del fondo Atlante, ce ne corre»: e ce ne corre più di tanto perchè quello che ha scritto Marino di Thiene, Smiderle per gli amici della BPVi, sul quotidiano confindustriale locale parte da un'informazione ancora una volta data ai suoi lettori in maniera così errata da farci chiedere al collega "smidorlato" se c'è o ci fa...

Se non ha avuto abbastanza "midollo" (o un minimo di naso finanziario) continuando a raccontare per anni che "tutto va ben madama la marchesa" a molti dei 118.000 soci della Banda Popolare di Vicenza rimasti poi con tanti fogli di carta straccia in mano senza che mai una volta potessero leggere, in tempi non sospetti, nei suoi articoli in maniera chiara che non valessero i 62,50 euro propagandati da Gianni Zonin, Samuele Sorato, Giuseppe Zigliotto & c. anche quando tutto stava per bruciare e andare in fumo in via Btg. Framarin, oggi fa capire quanto male possa ancora fare ai lettori inesperti di finanza leggere a sua firma sulla stampa disinformata, o disinformante, che «di qui a dire, però, che lee due ex popolari venete si sarebbero potute salvare anche senza il pronto soccorso del fondo Atlante, ce ne corre».

Ma perchè ipotizzare, salvo farla reputare pilatescamente, con ipocrisia o per ignoranza, irrealizzabile ma con motivazioni false, una salvezza senza il fondo Atlante usando le obbligazoni garantite dallo Stato ora ammesse per sei mesi dalla BCE  per finanziare eventuali, straordinarie esigenze di liquidità, quando questa liquidità potrà essere immessa, questa la verità non detta da cui nasce la bugia rappresentata, solo in "banche solvibili"?

Cioè solo in banche già in possesso dei parametri di capitale e di rischio fissati dalla BCE che oggi la BPVi e Veneto Banca non avrebbero avuto senza i soldi di investitori messi a capitale (quelli di Atlante in Veneto, per intenderci, perchè qui, come dimostra lo "smidorlato", si è bravi a parlare ma per nulla a rispettare e fare il dovuto).

Solo oggi le due ex Popolari venete, ora già ricapitalizzate, potrebbro attingere a quella liquidità (che comunque, lo dice la parola, nulla avrebbe avuto a che fare con la patrimonializzazione dei due Istituti), ma prima non avrebbero potuto ricevere il becco di un quattrino dopo aver dilapidato oltre 11 miliardi dei soci che credevano ai direttori di filiale e a certa stampa.

Non sappiamo «se le due ex popolari venete si sarebbero potute salvare» con una informazione corretta almeno di quella stampa, ma di certo i soci avrebbero potuto tutelarsi prima e, soprattutto, non sarebbero stati incoraggiati a sottoscrivere gli ultimi, mortali, aumenti di capitale e le ultime emissioni di bond convertendi.

Su questo non ci piove.

Chiaro?

Avete ancora dubbi sulla possibilità di avere e dare le informazioni vere?

Leggete, allora, il nostro "Vicenza. La città sbancata".

Noi vi abbiamo raccontato almeno dal 13 agosto 2010 quello che sulla BPVi dovevate sapere da tutti, controllate e confrontate, e lo abbiamo raccolto in questo libro che sta andando verso la seconda ristampa dopo che la prima tiratura è andata a ruba in meno di una settimana e la prima ristampa sta "svanendo".

Ma solonNel senso che le copie stanno passando dagli scaffali ai lettori, così come, purtroppo, i vostri soldi investiti nelle due ex Popolari non sono svaniti ma hanno solo cambiato tasca...

Tra il dirlo e il non dirlo... ce ne corre.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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