Tribunale di Bassano, la protesta si tinge di Rosso
Giovedi 30 Agosto 2012 alle 15:53 | 0 commenti
La battaglia contro la chiusura del tribunale di Bassano ha trovato il suo volto noto, il testimonial vip che dovrebbe consentire ulteriore visibilità alle proteste. Questa mattina l'imprenditore Renzo Rosso di Diesel ha partecipato alla manifestazione a Palazzo Sturm, dove l'altra novità è stata la trasversalità politica dei presenti che, dal livello comunale a quello regionale, rappresentavano davvero tutti i partiti.
La tanto sperata unità che gli avvocati bassanesi chiedevano fin dagli inizi della protesta si è realizzata questa mattina: sindaci in fascia tricolore, parlamentari ed esponenti politici veneti a livello regionale e provinciale, sindacati, imprese, persino la Chiesa (rappresentata dall'abate mons. Renato Tomasi): tutti a chiedere a gran voce una revisione del decreto legislativo che prevede la soppressione del Tribunale di Bassano.
Del resto, nessuno considera la battaglia già persa, anzi. Il sindaco Cimatti ha sostenuto con forza che "se questa non dovesse essere l'ultima tappa della protesta, noi continueremo a lottare, perché c'è tempo e c'è un governo che cambia". A confidare nel cambio di governo e negli anni a disposizione sono anche la deputata del Pd Daniela Sbrollini e l'assessore regionale Elena Donazzan, che hanno elogiato la capacità di tutto il mondo che ruota attorno al tribunale di unirsi in una lotta comune. La deputata della Lega Manuela Lanzarin ha fatto notare come quest'unità sia "di grande supporto per chi deve portare questa situazione nelle aule di competenza". E proprio ai parlamentari veneti si è rivolto il consigliere regionale Nicola Finco, chiedendo loro di non votare più la fiducia a questo governo nel caso in cui decidesse di non far nulla per salvare il tribunale di Bassano.
In rappresentanza del mondo sindacale ha parlato la responsabile della Cgil di Bassano Fabiola Carletto, che ha sottolineato che la chiusura del tribunale rappresenterebbe un rallentamento delle cause relative al lavoro e un costo aggiuntivo per le famiglie dei lavoratori.
Si è parlato anche di mafia, a proposito delle ragioni addotte dal governo per motivare il mantenimento di alcuni tribunali del Sud. "Lasciando aperti tanti tribunali nelle zone di mafia" ha detto il presidente dell'Ordine degli avvocati di Bassano Savio, in un intervento piuttosto forte, "anziché combatterla la si favorisce, perché i tribunali vicini sono più facili da controllare". Il consigliere regionale Grazia ha fatto invece notare che la mafia è presente e va combattuta anche al Nord, terra ricca in cui le organizzazioni criminali hanno messo le radici.
La voce degli imprenditori è stata affidata a Renzo Rosso, appunto, e ad Antonio Rigoni, proprietario dell'omonima azienda di Asiago. Il patron di Diesel ha sottolineato l'importanza di avere infrastrutture adeguate e veloci, per far sì che le imprese possano continuare a fare business senza doversi bloccare perché il sistema si inceppa. "La chiusura del tribunale di Bassano", ha detto, "rappresenterebbe un grosso problema per le aziende, che adesso più che mai hanno bisogno di lavorare e portare avanti i propri progetti". Rigoni ha invece parlato dei problemi specifici di Asiago, zona che già si trova decentrata rispetto a tutto e che, con la chiusura del tribunale di Bassano, peggiorerebbe ulteriormente la sua situazione.
Tutti uniti, insomma, contro la soppressione del tribunale cittadino. Tutti tranne la popolazione bassanese, presente certo con le quasi 20mila firma raccolte, ma che stamattina non si è fatta vedere, forse anche perchè il comitato che ha organizzato l'evento non ha pensato a come fargli sufficiente pubblicità . Sarà difficile per i bassanesi non notare, comunque, l'enorme striscione "Salviamo il tribunale" appeso al Ponte degli alpini.Â
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