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Tosi si candida a Verona, da Padova rispondono Zaia e Salvini e parte Moretti

Di Rassegna Stampa Sabato 14 Marzo 2015 alle 17:51 | 0 commenti

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Il sindaco di Verona rompe gli indugi: "Corro per vincere". In ottocento in Fiera per lui. Zaia: dispiace, ma si va avanti. Salvini: si goda Alfano e Fini. Pd, ipotesi Vardanega con Alessandra Moretti

Il dado è tratto davvero, adesso. Sono le 11 e 49 quando Flavio Tosi, dal palco dell'auditorium della Fiera di Verona, scandisce: "Da uomini liberi siamo qui a candidarci a governatore del Veneto". Dice proprio così, Tosi, con una specie di plurale maiestatis. Parte il coro "Tosi-Tosi" dagli spalti dove sono assiepati in più di settecento, in meno di mille. Comunque il pieno della sala più capiente di Veronafiere.

Adesso il sindaco di Verona è dove in fondo voleva essere da tempo, forse non così, ma c'è. Sale sul palco subito lui, niente introduzione del braccio destro Venturi, davanti ad una platea dove si riconoscono volti noti ma soprattutto di chi è già nell'orbita tosiana: nessun esponente di Ncd, per dire. Ci sono parlamentari (Matteo Bragantini), consiglieri regionali che già hanno compiuto lo strappo con la Lega come Luca Baggio, Matteo Toscani, Giuseppe Stoppato, e poi la schiera dei fedelissimi di Verona, quasi tutta la giunta (manca Enrico Corsi, in preda ai dubbi perché potenziale ricandidato per il Carroccio), esponenti attuali ed ex della Provincia. Tosi prende la parola e si sente che ha il fiato tirato.

"Qui non ci sono le truppe di Flavio Tosi, qui ci sono tanti amici che ringrazio - esordisce - come saluto i tanti leghisti perché chi crede in quegli ideali lo fa con la tessera o senza. Non è facile dopo 25 anni in cui la Lega è diventata la tua famiglia", e si ferma un attimo, un minimo segno di commozione. Poi riprende: "Questa non è più la Lega di Miglio o del vero Umberto Bossi, neppure Renzi, che è il capo indiscusso del centrosinistra, avrebbe fatto quel che ha fatto Salvini, cioè cacciare così il capo della minoranza interna".

Un termine che ha già introdotto nelle sue dichiarazioni recenti, un'autoinvestitura a tutti gli effetti del ruolo, che ora appartiene al passato, di capo della minoranza interna alla Lega. "Salvini ha detto che la Lega non è un tram da cui si scende e si sale? Ricordo che nel 2012, quando gli scandali erano al massimo per il partito, Verona è rimasta l'unica grande città amministrata dalla Lega, e ancor oggi è la più grande città governata dal centrodestra. E ricordo un detto del Carroccio: Paroni a casa nostra".

Di nuovo applausi. Poi Tosi torna ancora sugli ultimi giorni, sul "lodo Bossi" avanzato da lui come proposta di mediazione e, dice lui, non presa in considerazione, "perché lo scopo era cancellarmi".

Poi l'annuncio. "Vedo lo striscione, lassù, di alcuni amici (recita: Tosi premier, ndr), ma di quello si parlerà più avanti", non scansa l'obiettivo ambiziosissimo, il sindaco. "Avevo detto che potevo fare diverse cose se fosse finita così, ma l'orto ho pensato di non andare a curarlo. In seminario Patrizia (Bisinella, la compagna senatrice leghista, ndr) mi ha detto che è meglio non ci vada. E allora, da uomini liberi siamo qui per candidarci a governatore del Veneto". Applausi scroscianti, cori, appena interrotti da una isolata contestatrice, scena già vista a Verona dove è ben conosciuta, che lancia persino un uovo e viene apostrofata dal pubblico in tutti i modi prima di essere allontanata. Poi Tosi riprende.

"Ripartiamo dall'autonomia, dal federalismo, dalla libertà, dalla famiglia, dal lavoro, dall'amicizia, dalla solidarietà, questi sono i valori che vogliamo per il nuovo Veneto. Oggi non vi dirò già il programma elettorale, ma come sempre - rimarca Tosi - sarà basato sul fare, sarà essenziale, e parlerà di cose che si possono mantenere".

Qui arriva quello che può essere considerato l'abbozzo del manifesto del tosismo che si allarga verso il Veneto ma, soprattutto, verso il Paese: "C'è differenza tra la concretezza di chi sa fare e la demagogia. Io da assessore regionale e da sindaco credo di aver dimostrato che le cose le so fare - scandisce il neo candidato - se la moderazione è avere rispetto anche per l'avversario e non fare attacchi personali, allora sono moderato. Il modello non sarà Tsipras, che ha promesso di tutto ed ora negozia con l'Ue per condizioni appena più favorevoli, promettere di uscire dall'euro è una stupidaggine. E le tasse si potranno abbassare solo quando sarà stata ridotta la spesa pubblica. Il grillismo è la politica del marinaio, la politica seria è promettere cose realizzabili, alla gente va data una speranza vera di cambiamento in questa Regione e in questo Paese. Oggi parte da qui questa prospettiva, che è di centrodestra - ripete il concetto - di centrodestra, io così governo a Verona, con il centro e con la destra. E non corro per far vincere qualcun altro, né corro per arrivare secondo".

Prende corpo anche il modello di squadra: accanto alla lista civica tosiana principale, ci sarà spazio per altre tre liste almeno, due potrebbero derivare dai gruppi costituiti in questi giorni in consiglio regionale ("Verso Nord popolo veneto" e "Impegno veneto"), un'altra potrebbe essere una lista dei Pensionati, oggi presenti in Fiera con bandiere e un nutrito drappello. Tra i presenti c'era anche l'ex senatore Paolo Danieli, organizzatore della sua Officina che si rivolge all'area di destra ma non solo, c'era Damiano Berzacola, vicepresidente di Veronafiere e già esponente di punta della Coldiretti, e molti altri soggetti della galassia tosiana. Matteo Bragantini, deputato e sodale storico di Tosi, fa capire che novità ci saranno anche in Parlamento tra qualche giorno: "Oggi è il giorno di Flavio - dice - vedremo il da farsi, ma il nostro posizionamento è chiaro, io da 21 anni faccio politica insieme con Tosi, si è leghisti per le idee, come ha detto lui non siamo cambiati, non noi".

Ma oggi è stato anche il giorno di Luca Zaia e Matteo Salvini, nel Padovano per un "quasi" via ufficiale alla campagna del governatore uscente: "Oggi sono in Veneto a sostenere il nostro Luca Zaia. Vedo che adesso sono tutti contro Zaia, un bel segno, vuol dire che Zaia ha fatto bene, che Zaia vince' - ha detto il segretario della Lega Nord - Tosi? Io non porto rancore nei confronti di nessuno. Tosi ha fatto una scelta politica alternativa alla Lega, a Zaia, al Veneto. Se si prende i complimenti di Fini e Alfano si goda Fini e Alfano, io non aspetto di capire chi della Lega sarà a Verona. Il mondo è grande, la Lega non è una caserma, non costringiamo nessuno a fare qualcosa contro voglia. Io sto con Zaia".

Sulle accuse di "milanocentrismo" di Tosi, Salvini ha risposto: "Nessuno ha mai messo in discussione che le liste di Vicenza le facessero i vicentini e quelle di Treviso i trevigiani, più probabilmente qualcuno ha deciso di rompere perché voleva prendere il posto di Zaia, ma fortunatamente sono i veneti a decidere, non le beghe politiche. Berlusconi? Siamo ben contenti se avrà voglia di supportarci, perché il Veneto è un buon modello di governo a livello europeo".

E Zaia, oggi un po' stretto onestamente nel duello tra i due rivali delle ultime settimane: "Se qualcuno si perde per strada perché perde l'obiettivo è affar suo, non affar nostro - ha detto il presidente del Veneto - A Tosi dico in bocca al lupo, lo dico a tutti i candidati, visto e considerato che spero che tutte le idee politiche ‎dei territori e dei veneti siano rappresentate in Consiglio regionale. Per Flavio mi dispiace, è ovvio che ogni ferita lascia del dolore dopo il percorso fatto assieme in tutti questi anni. E' anche vero che poi si guarda avanti".

Non solo Lega e Tosi, però. Stasera anche Alessandra Moretti illustra a Padova la sua campagna elettorale, che entra nel vivo dopo due mesi, annunciati, di silenzio e ascolto del territorio, con il tour de force per visitare tutti i Comuni veneti, che continua. E in diversi ambienti circola sempre più insistente la voce cha a fare da braccio destro della Moretti, forse con un ruolo di primo piano nella sua squadra, potrebbe essere Alessandro Vardanega, l'ex presidente degli industriali di Treviso. Stasera non sono attese conferme né smentite. Ma la corsa per la presidenza del Veneto, dopo oggi, è (finalmente) partita a tutti gli effetti.

Di Giovanni Salvatori, da VeneziePost


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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