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Torre pendente

Di Marco Milioni Lunedi 5 Dicembre 2011 alle 23:47 | 1 commenti

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Il botta e risposta tra Girardi e comitato vicentino contro gli abusi edilizi rimette sul tavolo della politica cittadina l'affaire “La Vela”: tra imbarazzi e mugugni intestini al Pd  

Sono i primi di novembre. Il giorno nove per la precisione. Sul portale di Vicenzapiu.com appare una lunga lettera di Elena Girardi, la proprietaria della grande torre a forma di vela che svetta in zona industriale. La vicenda, un tormentone di carte bollate e inchieste amministrative, è vecchia, ma non è per nulla finita.

L'affondo. La Girardi se la prende con coloro che a vario titolo si sono messi di traverso rispetto al completamento di quello che sarebbe dovuto divenire un moderno complesso direzionale: «Al giorno d'oggi ci si lamenta sempre più frequentemente del fatto che subiamo regolarmente qualche sopruso... Costoro parlano sparlano stendono disegni senza rendersi conto (me lo auguro) che sentenziano sulle teste di persone fisiche con famiglia, non su una fantomatica società. Troppo bella "La Vela", cosi affermano molti imprenditori ed architetti, un boccone prelibato che molti stanno attendendo di veder scorrere su acqua fallimentare». Poi la Girardi entra nel merito e spiega che i presunti illeciti (non sono i soli) addebitati da Legambiente e soprattutto dal Comitato vicentino contro l'abusivismo edilizio non esistono. Di seguito allega una sentenza di primo grado del tribunale penale di Vicenza, ancora sub judice, che di fatto sostiene la non esistenza del vincolo fluviale contestato dal comitato. E ancora la Girardi allega una nota datata 10 dicembre 2009 di Antonio Bortoli, dirigente dell'urbanistica del comune di Vicenza il quale alla grossa è dello stesso avviso del tribunale.

 

La replica e il j'accuse. Non passano che poche ore. E Paolo Crestanello, portavoce del comitato contro l'abusivismo, su VicenzaPiu.com del giorno 11 replica seccamente: «... I permessi di costruire rilasciati dal comune di Vicenza sono stati annullati nel 2005 dall'amministrazione provinciale... va rammentato che a denunciare nel 2005 a palazzo Trissino le violazioni urbanistiche della Girardi e a sollecitare con vari esposti la Provincia ad esercitare il potere di annullamento del permesso di costruire, furono alcuni consiglieri comunali dell'allora minoranza: tra i quali due assessori della attuale giunta. Anche un esposto in procura venne presentato dagli stessi consiglieri comunali...». Poi un'altra bordata: «Fu l'entusiastico annuncio, rilasciato nel luglio del 2009 al Giornale di Vicenza dall'assessore comunale all'edilizia privata, di aver finalmente in mano la soluzione della "rogna più grossa trovata sul tavolo", ad attirare la nostra attenzione. Ritenevamo e riteniamo che il provvedimento finalizzato a "legalizzare" l'edificio abusivo fosse gravemente illegittimo a causa... del mancato rispetto del vincolo paesaggistico fluviale originato dalla presenza della Roggia Dioma. Vincolo, la cui esistenza è sempre stata negata dall'ufficio tecnico del Comune in contrasto con il parere della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza».

Ombre e silenzi. Ma è vero quindi che due esponenti della attuale giunta di centrosinistra segnalarono con vari esposti la situazione relativa alla “Torre Girardi”? E se è così chi sono? Sarebbe questa una fattispecie imbarazzante visto che da oppositori avrebbero sostenuto una tesi e una volta in giunta sarebbero passati, almeno politicamente, sul versante opposto? È vero che lungo la Roggia Dioma, a ridosso della Vela, de facto non esistono vincoli come sostiene il comune con Bortoli? O hanno ragione i comitati affermando il contrario? Ed è vero la prossima delibera sul piano casa potrebbe consentire un cambio d'uso di quell'edificio?

A palazzo Trissino l'esecutivo democratico capitanato da Achille Variati rimane in silenzio. Rimane in silenzio il direttore dell'urbanistica Antonio Bortoli. E con lui non parlano nemmeno l'assessore al territorio Francesca Lazzari, l'assessore alla edilizia privata Pierangelo Cangini e l'assessore all'ambiente  Antonio Dalla Pozza. Tace anche il dirigente dell'edilizia privata Michela Piron. A tutti chi scrive ha domandato una replica o una presa di posizione. Risposte? Zero su tutta la linea.

E tale silenzio, unitamente alla delusione e ai forti mugugni di molti consiglieri di maggioranza, forse è comprensibile perché dalle carte presenti negli archivi comunali si scopre che «le cosiddette denunce» nei confronti dell'edificio Girardi portano la firma proprio di Cangini e di Dalla Pozza quando questi sedevano a palazzo Trissino come consiglieri di opposizione. E con loro risultano come co-firmatari anche l'attuale presidente del consiglio comunale Gigi Poletto, il consigliere Sandro Guaiti, Marino Quaresimin, Gianni Rolando, Stefano Soprana e Ubaldo Alifuoco. In pratica un pezzo del gotha del centrosinistra (Alifuoco escluso che da tempo si è allontanato dalla politica consiliare) che alligna nel potere e nel sottopotere di palazzo Trissino. Il tutto infatti è testimoniato dalla nota 33383 iscritta al protocollo generale del municipio berico in data 21 giugno 2005 e indirizzata dalla amministrazione provinciale all'allora direttore dell'edilizia privata Berto Pasini.

 

Questione fondamentale. La posizione più critica però è quella di Bortoli il quale nella sua nota del 10 dicembre 2009 non sembra motivare la inesistenza del vincolo fluviale sui mappali che interesserebbero il fabbricato Girardi. Vincolo che è invece esplicitamente segnalato a pagina 80 rigo 14, progressivo 24123 del bollettino ufficiale della Regione Veneto, il Bur, del 17 novembre '98 numero 103. Per capire il punto di vista di palazzo Trissino sarebbe quindi importante che l'amministrazione parlasse, ma tutti, a partire dal sindaco, tacciono.

«L'assessore Cangini ha messo la parola fine sul clamoroso caso della torre di vetro... con gli ultimi due piani abusivi, al centro di un tiramolla amministrativo-penale che va avanti da sei anni». Così scriveva Roberta Bassan, trasformatasi in giudice di ultima istanza, sul GdV dell'8 luglio 2009 a pagina 11. La vicenda invece è tutto tranne che morta.


Commenti

Giordano Lain
Inviato Giovedi 8 Dicembre 2011 alle 01:27

solo il carcere e la risistemezione della situazione precedente a carico del proprietario con la corresponsabilità paritetica del costruttore e del progettista può preservare da certi reati.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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