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Testo Unico Rappresentanza, Thibault risponde a Bergamin: "mente e sa di mentire"

Di Edoardo Andrein Venerdi 27 Giugno 2014 alle 19:00 | 0 commenti

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"Presidio davanti alla Cgil di Vicenza, la risposta della segretaria generale Bergamin" così titolava VicenzaPiù (leggi qui) in merito alla manifestazione davanti alla sede della Cgil organizzata dal sindacato Cub e alla quale hanno preso parte anche gli attivisti di Usb e Coordinamento No Austerity. "L’accordo precisa ed estende gli spazi di democrazia e di partecipazione alle decisioni" ha dichiarato la segretaria generale vicentina della Cgil Marina Bergamin in riferimento al "Testo Unico sulla Rappresentanza". Parole alle quali replica punto per punto Luc Thibault, Delegato RSU/USB Greta Alto Vicentino, premettendo che "Bergamin mente sapendo di mentire".

"Dobbiamo ritornare di nuovo su questo infame accordo per spiegare ai lavoratori il perché del nostro presidio di ieri sera. Il 10 gennaio scorso è stato firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confindustria il “Testo Unico sulla Rappresentanza” che mette in pratica i due precedenti accordi del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013 definendone i particolari operativi. L’accordo ha importanza soprattutto per quanto riguarda gli organismi rappresentativi dei lavoratori all’interno delle aziende, modificando il precedente accordo sulle RSU del 1993. 

Elenchiamo e commentiamo i suoi punti essenziali. 



1) Alle trattative per i contratti nazionali di categoria saranno accettati solo i sindacati firmatari di questo accordo, e, fra questi, quelli che hanno una “rappresentatività” di almeno il 5% dei lavoratori della categoria, misurata come media fra gli iscritti e i voti ricevuti da ciascuna organizzazione sindacale nelle RSU. 
I sindacati di base, che non hanno firmato né questo né i due precedenti accordi, sono quindi esclusi sia dalla trattativa nazionale sia dalla misurazione della rappresentatività.

Bergamin, spazi di democrazia?

Questa, va chiarito, è la sanzione di un dato di fatto, giacché gli industriali, liberi di trattare con chi vogliono, si sono sempre guardati bene dal farlo con i sindacati di base. E, negli ultimi due rinnovi del Ccnl metalmeccanico, Federmeccanica ha escluso dalla trattativa anche la Fiom. 

La questione è legata ai rapporti di forza. Il padronato può essere costretto a trattare con una vera organizzazione sindacale di classe solo con la forza della mobilitazione dei lavoratori. Il presente accordo è finalizzato proprio a ostacolare la costruzione di tale forza sindacale di classe.

2) Il nuovo accordo del 10 gennaio, non solo sancisce l’esclusione del sindacalismo di base dalla trattativa nazionale, ma tende a eliminare la sua presenza nelle aziende attraverso la modifica del regolamento per le elezioni delle RSU. La possibilità di trattare a livello aziendale si riduce quindi per i sindacati di base a una questione di mera forza, come già lo era sul piano nazionale. 

Infatti, «...all’elezione della RSU possono concorrere liste elettorali presentate dalle organizzazioni sindacali [firmatarie] dell’accordo oppure dalle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato nell’unità produttiva». I sindacati di base sono perciò esclusi dalle future elezioni per il rinnovo della RSU.

Bergamin, spazi di democrazia?



3) «Ai fini dell’elezione dei componenti della RSU, il numero dei seggi sarà ripartito, secondo il criterio proporzionale». Viene quindi soppressa la quota di 1/3 dei seggi riservata alle organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl, un modo con cui le federazioni di mestiere di Cgil, Cisl e Uil si garantivano la maggioranza nella RSU, ponendo un ostacolo quasi insormontabile ai sindacati di base. Ora che il nuovo accordo esclude i sindacati di base dalla partecipazione alle elezioni RSU, questa quota riservata non è più necessaria.

Bergamin, spazi di democrazia?



4) Tornando alla contrattazione collettiva nazionale, «le Organizzazioni Sindacali [quelle firmatarie dell’accordo, le uniche – ripetiamo – ammesse a tale contrattazione] favoriranno, in ogni categoria, la presentazione di piattaforme unitarie». Quest’ultimo accordo e i due precedenti sono stati presentati dalla Cgil come favorevoli ai lavoratori anche perché rappresenterebbero un argine alla firma di contratti separati, come nel caso gli ultimi due rinnovi per i metalmeccanici. Premesso che i contratti firmati unitariamente da Cgil, Cisl e Uil non sono affatto in difesa dei lavoratori e che oggi un contratto non peggiorativo potrebbe essere conquistato solo da una organizzazione sindacale di classe, contro, e quindi separatamente, Cgil, Cisl e Uil, va precisato che l’accordo non obbliga alla firma di contratti unitari ma “auspica” solo un comportamento che li favorisca.

Bergamin, spazi di democrazia?



5) «Ai fini del riconoscimento dei diritti sindacali previsti dalla legge [lo Statuto dei lavoratori] ... si intendono partecipanti alla negoziazione le organizzazioni che abbiano raggiunto il 5% di rappresentanza, secondo i criteri concordati nel presente accordo, e che abbiano partecipato alla negoziazione in quanto hanno contribuito alla definizione della piattaforma e hanno fatto parte della delegazione trattante l’ultimo rinnovo del c.c.n.l. definito secondo le regole del presente accordo». Ciò significa che i sindacati non firmatari dell’accordo sono esclusi dai cosiddetti diritti – o prerogative – sindacali. Queste prerogative, si badi bene, non riguardano il diritto di sciopero bensì quelle regole che hanno permesso il consolidamento del cosiddetto “sindacato in fabbrica”: permessi sindacali, assemblea sul posto di lavoro, referendum sul posto di lavoro, affissione dei documenti sindacali, versamento della quota mensile del lavoratore al sindacato da parte dell’azienda (cosiddetta delega).

Bergamin, spazi di democrazia?



6) «I contratti collettivi aziendali possono [...] definire [...] specifiche intese modificative delle regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro nei limiti e con le procedure previste dagli stessi contratti collettivi nazionali di lavoro». Si tratta delle famose deroghe al contratto nazionale. È previsto che sia il nuovo contratto nazionale a stabilire come e dove sia possibile derogare ad esso. Tuttavia, «ove non previste [le deroghe al Ccnl come detto sopra] ... i contratti collettivi aziendali conclusi con le rappresentanze sindacali operanti in azienda d’intesa con le relative organizzazioni sindacali territoriali... firmatarie del presente accordo... al fine di gestire situazioni di crisi o in presenza di investimenti significativi per favorire lo sviluppo economico ed occupazionale dell’impresa, possono definire intese modificative con riferimento agli istituti del contratto collettivo nazionale che disciplinano la prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro». È la conferma di quanto già scritto nell’accordo del 28 giugno 2011. Un giro di parole per non dire chiaro e tondo che si può derogare al contratto nazionale subito, senza attendere il suo rinnovo e anche se il contratto rinnovato non lo prevede. L’unica materia esclusa dalle deroghe sono i minimi retributivi. In questo modo Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confindustria già tre anni fa hanno terminato di scavare la fossa al contratto nazionale.

Bergamin, spazi di democrazia?



7) Sia i contratti nazionali sia quelli aziendali sono “efficaci ed esigibili”. Significa che, una volta siglati da organizzazioni sindacali che rappresentino, secondo la misurazione certificata, il 50% + 1 dei lavoratori iscritti ai sindacati firmatari dell’accordo, valgono per tutti i lavoratori e debbono essere rispettati da tutti i sindacati firmatari dell’accordo del 10 gennaio.

Bergamin, spazi di democrazia?


8) A tal fine i sindacati firmatari e Confindustria «convengono sulla necessità di definire disposizioni volte a prevenire e a sanzionare eventuali azioni di contrasto di ogni natura, finalizzate a compromettere il regolare svolgimento dei processi negoziali [...] nonché l’esigibilità e l’efficacia dei contratti collettivi stipulati». Sono definite quindi clausole di raffreddamento, ossia periodi in cui non si possono indire scioperi, e sanzioni. Entrambe riguardano solo i sindacati firmatari e ne sono esclusi quindi i sindacati di base. 


Bergamin, spazi di democrazia?


9) Le sanzioni saranno stabilite dai contratti collettivi nazionali di categoria e avranno «effetti pecuniari, ovvero che comportino la temporanea sospensione di diritti sindacali di fonte contrattuale». Sono esclusi dalle sanzioni i diritti sindacali derivanti dalla legge, sopra indicati, negati comunque ai non firmatari dell’accordo. Bergamin, spazi di democrazia?



10) Infine, è prevista «la costituzione di un collegio di conciliazione e arbitrato composto, pariteticamente, da un rappresentante delle organizzazioni sindacali confederali interessate e da altrettanti rappresentanti della Confindustria, nonché da un ulteriore membro [...] individuato di comune accordo» che giudichi «eventuali comportamenti non conformi» all’accordo.

Bergamin, spazi di democrazia?

Signora Bergamin, sta pure nella sede della tua CGIL, noi saremo sempre fuori a difendere i lavoratori contro chi firma accordi sulla spalle dei lavoratori, contro chi svende ogni giorno le nostre condizione di vita e di lavoro, come avete ancora firmando l'accordo sul contratto del commercio, rendendo ancora più schiavi e più ricattabili i lavoratori di questo settore. In poche parole signora Bergamin: VERGOGNA! Chiaro?

Leggi tutti gli articoli su: cgil, Cub, Marina Bergamin, Usb, Luc Thibault, No Austerity

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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