Tesoreria unica e patto stabilità, Sel: serve discontinuità
Sabato 3 Marzo 2012 alle 17:18 | 1 commenti
Sel Veneto - Il provvedimento per il ritorno al sistema della tesoreria unica deciso dal Governo obbligherà gli enti locali e le Regioni a trasferire presso le filiali della Banca d'Italia, che gestisce la contabilità della Tesoreria dello Stato, i depositi attualmente gestiti dalle banche affidatarie del servizio di tesoreria. Agli enti locali, che attualmente riscuotono interessi dal 1,5 al 3% dagli istituti bancari vincitori dei bandi per l?affidamento, verrà riconosciuto un interesse dell'1%.
Contro questo provvedimento sono schierati tutti gli enti locali e le loro rappresentanze. Il trasferimento delle risorse dovrebbe avvenire in due tranche del 50%, la prima entro il 29 febbraio e la seconda entro il 16 aprile. Da parte nostra giudichiamo il provvedimento in maniera negativa e rileviamo come si sia di fronte ad una eccessiva continuità rispetto alle politiche centraliste del precedente governo Berlusconi-Bossi, che si è contraddistinto per aver deprivato in maniera pesante le autonomie locali di risorse, e per aver attuato un patto di stabilità punitivo nei confronti degli enti locali e depressivo dell'economia, costringendo ingenti risorse finanziarie a restare inattive anziché consentire il rapido pagamento dei fornitori e l'attivazione di circuiti economici e occupazionali virtuosi attraverso la realizzazione di opere pubbliche. In questo senso non possiamo non rilevare la eccessiva strumentalizzazione della questione posta in atto dagli esponenti della Lega, che hanno dimostrato nei fatti di governo di non essere in grado di produrre politiche migliori nei confronti degli enti locali rispetto all'austerità estrema di questi anni. La riesumazione del sistema della tesoreria unica consentirà allo Stato un risparmio poco significativo, ma va nella direzione opposta a quella che consentirebbe  al sistema delle autonomie di essere una leva importante per la tanto invocata crescita, e di farlo a partire dalla manutenzione del territorio, dalla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico, dalla qualità dei servizi alla persona. Riteniamo che la revisione del patto di stabilità sia la prima necessità da affrontare per consentire la smobilizzazione delle risorse disponibili e la loro messa in circolo nel sistema socio economico del paese. I recentissimi dati dell'Istat fotografano il calo della domanda interna nel 2011, e una diminuzione degli investimenti da parte delle amministrazioni pubbliche dell'11%. Il patto di stabilità non può essere il capestro che impedisce ai comuni di assicurare anche i servizi essenziali alle cittadine e ai cittadini del nostro paese. Per questo condividiamo la richiesta dell'Associazione dei Comuni Italiani di allentare il patto di stabilità per consentire le spese necessarie per l'interesse dei cittadini.Chiediamo al Governo di dare un segnale forte di discontinuità rispetto alle impostazioni precedenti, che hanno portato alla nota situazione di stallo dell'economia e di crisi sociale, ambientale e occupazionale.
Coordinamento regionale Sinistra Ecologia Libertà Veneto
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.