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Tensioni per eccidio di fascisti, denunciati quattro anarchici vicentini

Di Edoardo Andrein Martedi 21 Luglio 2015 alle 14:39 | 1 commenti

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Erano in circa duecento persone alla contro manifestazione organizzata per protestare contro la commemorazione per il massacro compiuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio del 1945, a guerra terminata, da un gruppo di ex partigiani a Schio. Come ogni anno le associazioni di estrema destra depositano una corona di fiori (foto) davanti alla biblioteca civica e tengono una orazione funebre per ricordare le vittime.

E come ogni anno c'è la protesta in piazza Rossi delle sigle di estrema sinistra e dell'Anpi, manifestazione alla quale in quest'occasione hanno preso parte anche venticinque anarchici, non legati ai centri sociali vicentini Arcadia e Bocciodromo. I quali, senza preavviso, hanno cercato di aggirare il servizio d'ordine predisposto dalla Digos di Vicenza per cercare di aggredire alle spalle i militanti di destra. Gli agenti si sono accorti degli spostamenti e li hanno fermati, tenendoli a debita distanza.
A distanza di un paio di settimane, però, visionando i filmati ripresi dalle telecamere sono state denunciate per manifestazione senza preavviso quattro persone che hanno preso la parola in pubblico: due uomini, uno di bassano dell'86 e l'altro di San Vito di Leguzzano classe ’92; e due donne: una di Schio del '90, denunciata anche per rifiuto di fornire indicazioni sulle sue generalità, e un'altra classe '92 che risulta residente a Genzano di Roma.
Quest'ultima ha subito anche una denuncia per oltraggio a Corpo dello Stato, avendo gridato: "state proteggendo i fasci, merde!".

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Commenti

Inviato Mercoledi 22 Luglio 2015 alle 09:48

Strage di fascisti? Da Vikipedia:
Un reparto di partigiani della brigata garibaldina, comandato da Piva Igino e Bortoloso Valentino (nomi di battaglia "Romero" e "Teppa"), irruppe nella notte del 6 luglio nel carcere mandamentale della città: non disponendo di elenchi di fascisti, li cercarono ma, non avendoli trovati, le vittime furono scelte tra i 99 detenuti del carcere. Tra questi, solo 8 erano stati indicati al momento dell'arresto come detenuti comuni, mentre 91 erano stati incarcerati come "politici" di possibile parte fascista, sebbene non tutti fossero ugualmente compromessi con il fascismo e in molti casi forse fossero stati arrestati per errore.

Erano infatti ancora in corso gli accertamenti delle posizioni individuali: per alcuni era già stata accertata l'estraneità alle accuse ed era altresì programmata la scarcerazione, non avvenuta per lentezze burocratiche. Gli 8 detenuti comuni vennero subito esclusi dalla lista, insieme a 2 detenute politiche non riconosciute come tali.

Dopo una approssimativa cernita, che suscitò contrasti tra gli stessi fucilatori: alcuni proposero che fossero risparmiate almeno le donne, che in genere non erano state arrestate per responsabilità personale ma solo fermate per legami personali con fascisti o per indurle a testimoniare nell'inchiesta in corso. "Teppa" si oppose dicendo "Gli ordini sono ordini e vanno eseguiti", non disse da chi provenivano gli ordini (e non fu mai accertato, nonostante un processo apposito nel 1956).

Dopo un'ora di incertezza, mentre alcuni partigiani non convinti si allontanarono, vennero uccise a colpi di mitraglia 54 persone, tra cui 14 donne (la più giovane di 16 anni), e ne vennero ferite numerose altre. Alcuni detenuti, coperti dai corpi dei caduti, si salvarono indenni. Quando giunsero, i soccorritori trovarono il sangue che colava sulla scala e sul cortile, arrivando fino sulla strada.
....all'indomani dell'evento le organizzazioni partigiane, la Camera del Lavoro e il Partito Comunista Italiano condannarono l'accaduto in quanto la guerra era già finita da nove settimane e si sarebbe dovuto attendere l'inchiesta sulle responsabilità individuali delle persone arrestate.
L'Unità aveva definito i responsabili dell'eccidio "provocatori trotskisti": in realtà, i partigiani che avevano condotto l'eccidio al carcere di Schio erano legati al Partito Comunista e alle ex-Brigate Garibaldi. Tre di loro, sfuggiti alle indagini, si recarono a Roma al Ministero di Grazia e Giustizia per conferire con Palmiro Togliatti, che all'epoca guidava il dicastero dal quale dipendeva il carcere di Schio, che inoltre era nello stesso tempo segretario del PCI.

Li ricevette in via Arenula, allora sede del Ministero, il segretario del Ministro, Massimo Caprara. Il Ministro della Giustizia incaricò la Direzione del partito di provvedere e su richiesta della direzione del partito i tre partigiani, coautori dell'Eccidio, vennero aiutati dall'organizzazione del PCI a rifugiarsi a Praga. Durante una visita nella capitale cecoslovacca di Togliatti e Caprara, essi ebbero un incontro casuale e ringraziarono per averli aiutati. Di questo episodio Caprara, che materialmente accolse e trattò con gli omicidi per conto del Ministro Togliatti, fece una dettagliata descrizione in un suo famoso libro.

Nel 1946 Togliatti fece approvare una amnistia a favore dei crimini di guerra, di cui beneficiarono migliaia di fascisti e collaborazionisti ma anche partigiani autori di eccidi e di moltissimi altri casi simili di giustizia sommaria.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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