Tagli a personale infermieristico: no a barattare costi della Sanità con la salute dei Cittadini
Venerdi 16 Settembre 2011 alle 16:22 | 0 commenti
Nursind - Il Nursind: “informeremo la comunità sui rischi che la riforma Mantoan potrebbe determinareâ€
Regione spaccata sulle Politiche sanitarie: da un lato l’assessore regionale alla Sanità , Luca Coletto annuncia che non ci saranno tagli, dall’altro il segretario regionale, Domenico Mantoan invia alle 24 Aziende sanitari tabelle zeppe di numeri in rosso che dicono che c’è un esubero dal 25 al 50°% di infermieri nei reparti di degenza. Calcoli, quelli fatti dal segretario Domenico Mantoan, che partono da un riferimento alla Lombardia, ma che fondamentalmente abbassano i tempi assistenziali a livelli minimi.
Un’interpretazione maldestra e forzata dell’istituto dell’accreditamento delle strutture sanitarie scambiato per un sistema di calcolo del fabbisogno del personale infermieristico regionale, che si tradurrebbe inevitabilmente in un nuovo Sistema sanitario, in cui il cittadino sarebbe, di fatto, privato dell’assistenza che finora gli è stata garantita. Senza considerare, poi, che ogni considerazione si fonda su disposizioni nate oltre quarant’anni fa, quando le pratiche assistenziali e terapeutiche erano ben diverse rispetto ad oggi. Il Coordinamento delle Segreterie venete del Nursind accoglie con piacere la posizione assunta dall’assessore regionale alla Sanità , Luca Coletto, che esprime la chiara volontà politica di non effettuare tagli sul personale infermieristico e di collaborare con i Collegi Ipasvi per determinare standard e fabbisogno del personale abbandonando i riferimenti ai tempi assistenziali minimi della Lombardia per l’accreditamento. “Affermazioni decisamente dure – commentano il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega ed il coordinatore delle Segreterie regionali Nursind, Andrea Gregori (nella foto) – che di fatto smentiscono il lavoro condotto dalla Segreteria regionale alla Sanità . Questa azione di buon senso è avvalorata dall’analisi di 80 pagine compiuta dal Nursind e presentata nei giorni scorsi alle Parti sociali, nonché trasmessa a ciascuna Azienda sanitariaâ€. L’analisi del Nursind è rigorosa ed in nove punti smonta completamente lo studio fatto dalla Segreteria regionale alla Sanità , che ha impiegato per oltre un anno personale e risorse per un lavoro che oggi viene ritenuto inutile, se non controproducente e contrario alle stesse linee politiche della Regione:
1.     la delibera lombarda del 1998 sui criteri di accreditamento delle strutture non rappresenta un modello, ma un’analisi dei tempi minimi di assistenza infermieristica che una struttura pubblica e privata deve garantire per potere essere accreditata;
2.     i minuti di presenza degli infermieri non corrispondono a minuti di assistenza al paziente, date le sempre maggiori incombenze burocratiche, le inefficienze organizzative e logistiche a carico degli infermieri stessi;
3.      non tutto è standardizzabile nel decorso della malattia e nella presa in carico del paziente,  specialmente nei reparti che subiscono le incapacità manageriali;
4.     sotto la voce “infermieri†sono ricompresi: ostetriche, infermieri generici, psichiatrici, puericultrici;
5.     gli organici non sono stati rilevati, ma “calcolati†dalle presenze in turno;
6.     non si è tenuto conto che a parità di specialità c’è casistica clinico assistenziale molto diversa. Sono diversi i pazienti della Medicina di Asiago rispetto a quelli di Vicenza, dove sono presenti alte specialità ;
7.     considerare la presenza media su base annuale è metodologicamente errato, in quanto occorre considerare i picchi di presenza (non si può far finta di non vedere l’annoso problema dei letti-bis );
8.     gli infermieri non lavorano tutti 1550 ore all’anno, ma circa 1400: non si può non considerare che obbligatoriamente devono assentarsi dal reparto per frequentare i corsi Ecm e la sovrapposizione di orario dovuta al passaggio di consegne tra un turno e l’altro;
9.     A smentire la bontà del “modello†lombardo è lo stesso Ministero della Salute, che evidenzia come in Lombardia, a parità di attività , negli ospedali pubblici ci sono tanti infermieri quanti in Veneto. Se ci fosse un esubero del 25 per cento di Infermieri in Veneto significherebbe che la Lombardia avrebbe il 25 per cento in meno di infermieri per posto letto occupato. Ma così non è: i dati di Lombardia e Veneto, infatti, coincidono, come si può osservare nella tabella sotto riportata. Addirittura un infermiere Veneto rispetto ad uno Lombardo lavora per più giornate di degenza, quindi è più produttivo.
Strutture di ricovero Pubbliche | Lombardia | Veneto |
Infermieri | 40.965 | 22.626 |
Posti letto Pubblici | 34.833 | 18.807 |
Tasso occupazione posti letto | 80,80% | 82,20% |
Posti letto occupati | 28.145 | 15.459 |
Infermiere per posto letto occupato | 1,46 | 1,46 |
GG di degenza | 7.473.546 | 4.250.818 |
GG di degenza x infermiere | 182,4 | 187,9 |
Fonte: Ministero della Salute, ultimi dati disponibili (2007) |
“Ciò che non si dice – proseguono il segretario Andrea Bottega ed il coordinatore Andrea Gregori - è che diversi studi internazionali dimostrano che una riduzione del personale infermieristico o la composizione di organici con Operatori Socio Sanitari che vengono programmati al posto degli infermieri produce aumento di infezioni da pneumococco; aumento di ulcere da pressione; aumento di infezioni del tratto urinario; aumento di infezioni di ferite; aumento delle cadute; errori relativi alla somministrazione dei farmaci; aumento del tasso di mortalità ed aumento del tempo di degenzaâ€. Sono queste le motivazioni che portano il Nursind a non condividere il lavoro svolto dalla Segreteria regionale alla Sanità , auspicando che i Collegi Ipasvi, assieme ai dirigenti infermieristici supportino l’assessorato alla Sanità nella produzione di strumenti necessari al governo cilinco-assistenziale del Sistema e di documenti utili al calcolo del fabbisogno assistenziale. “Abbiamo fiducia che gli impegni presi dall’assessore Luca Coletto – concludono il segretario Andrea Bottega ed il coordinatore Andrea Gregori - vengano rispettati e, in ogni caso, abbiamo ritenuto corretto inviare una lettera al presidente Luca Zaia ed ai consiglieri regionali affinché si esprimano nel merito. Al governatore abbiamo chiesto di prendere le distanze da ogni ipotesi di taglio delle presenze giornaliere di personale infermieristico. Attendiamo una risposta che dovrà essere punto di partenza per un cammino condiviso nell’interesse comune di tutelare un bene fondamentale dei cittadini. Diversamente, il Nursind non lesinerà risorse economiche ed umane per informare la cittadinanza sulle ricadute negative che le scelte regionali avrannoâ€.
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