Industriali e GdV: Vicenza e Ambiente Pride
Sabato 15 Giugno 2013 alle 12:45 | 0 commenti
Mercoledì l'intervista del direttore del Giornale di Vicenza Ario Gervasutti al suo datore di lavoro Giuseppe Zigliotto, titolava con una delle enunciazioni cardinali del presidente di Confindustria, proprietaria del quotidiano di Via Fermi, all'assemblea appena celebratasi: «Ora basta occupare terreni Riconvertiamo quello che c'è. Il Cis di Montebello è rimasto fermo vent'anni: restituiamolo all'uso agricolo».
Se l'estensore dell'intervista appariva più che concorde (diversa è la posizione della famiglia Filippi e dei proprietari pubblici, istituzionali, finanziari e associativi, tra cui Provincia di Vicenza  e, strano, Assindustria stessa e la BpVI, di cui pure Zigliotto è membro del Cda) sull'area da "agricolizzare", come direbbe Maroni by Crozza, oggi sempre il GdV titola una al solito interessante nota a firma a firma Gian Marco Mancassola «C´è l´ok a progetti per 240 mila metri cubi».
Se l'occhiello «URBANISTICA. A sorpresa la nuova giunta Variati nella sua seconda riunione approva gli schemi di convenzione di nove maxi accordi tra Comune e proprietari privati» e il sommario «Confermata la trasformazione dell´area "ex Domenichelli" La piazza di Bertesina accelera Centro direzionale a Ponte Alto» sintetizzano nel merito i fatti, il collega evidenzia che «malgrado la rilevanza delle delibere licenziate, questo articolo è scritto sulla fiducia, perché ai cronisti non è stato consegnato lo straccio di un documento o di una cartografia, limitando le informazioni alla diffusione di un comunicato» e fa presagire la lagnanza con una sarcastica annotazione: «è plausibile che sindaco e assessori abbiano prosciugato la verve comunicativa durante la lunga ed estenuante campagna elettorale».
Non si quanto la pur giusta lamentela nasca dal non aver potuto percorrere la solita corsia preferenziale riservata che porta certi argomenti (e documenti) succosi, da trattare magari col dovuto "garbo", da Palazzo Trissino a Via Fermi né si sa se questo sia avvenuto per possibile dimenticanza o per augurabile diverso comportamento del nuovo portavoce, Nicola Rezzara, ex GdV. O, magari, per qualche scaramuccia ai piani alti del potere politico e di quello confindustriale-mediatico per gli equilibri post elettorali e post assegnazione dei posti in giunta.
Se, invece, come è auspicabile, le preoccupazioni del collega sulla mancata trasparenza dell'informazione da parte della Giunta Variati&Bulgarini pronta ad approvare subito, quasi fossero una "cambiale elettorale" gli «schemi di convenzione di 9 maxi accordi con proprietari e investitori privati» per servire un «piatto ... ricco» costituito da «operazioni al centro di un intenso scontro nella maratona elettorale, come l´ex Domenichelli», sono state generate dal fatto che siano stati definiti «piani urbanistici che attiveranno 240 mila metri cubi di edificazioni», non si può non rilevare come una inattesa vena ambientalista sia quella che percorre ora il "corpo" degli industriali vicentini, contrari direttamente per bocca del loro presidente al Cis "cementizzato" e attenti col quotidiano di loro proprietà a vigilare sulle modalità che porteranno la città ad avere altri «240 mila metri cubi di edificazioni».
E' casuale che questa vena abbia trovato linfa proprio nei giorni in cui si celebra il Vicenza Pride ma, se non si esaurirà alle prime commesse, potrebbe segnare il risveglio di un Ambiente Pride.
Credibile? Anche noi, come il collega Mancassola, aspettiamo le future prove documentali.
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