Spiraglio per lavoratori fonderia ex Rossano Fond: Cigs a rotazione per 39, reintegro per 13
Giovedi 5 Aprile 2012 alle 00:16 | 0 commenti
Stamattina l'atteso tavolo istituzionale presso la Provincia per le procedure di crisi aziendale per i lavoratori della Rossano Fond, dopo il processo di fusione nella Fonderie Soliman di Malo dello stesso gruppo Soliman, ha avuto un prologo di cui avevamo avuto sentore: il divieto della Questura a una manifestazione dei lavoratori di Rossano con una folta presenza di iscritti alla Usb. Ma la prima fase di possibile tensione è stata superata dalla comune ragionevolezza per cui questi lavoratori hanno potuto stazionare a Palazzo Arnaldi della Torre mentre iniziava un altro tira e molla sulla presenza al tavolo stesso (qui le video interviste).
Per discutere della bozza di accordo (qui pubblicata) su "carta" della Provincia, assessorato al lavoro e formazione, erano presenti e ammessi di "diritto", oltre a Enzo Iodice, funzionario delegato della Provincia, Luca Soliman, per la proprietà , Federico Bidinost per Confindustria, Massimilano Bianco e Emerico Calgarotto della Fiom Cgil e David Pasuello per la Fim Cisl oltre ai rappresentanti della Rsu di Malo. Esclusi all'inizio quelli della Usb della sede di Rossano, con la motivazione che l'azienda rossanese è ora "assorbita" da quella di Malo. Lunga trattativa e poi verso ben oltre le 14 anche l'Usb di un tenace Germano Raniero veniva ammessa. La situazione di crisi nasce questa volta non da mancanza di commesse, sia pure non in linea acon al capacità produttiva, ma da un accordo tra Provincia, Comune di Rossano e Soliman che prevede la chiusura dello stabilimento rossanese per cause "ambientali". La chiusura del sito produttivo dal 1° luglio 2012 è dovuta al fatto che il Comune di Rossano, dopo aver permesso la costruzione della fonderia, ha modificato il piano regolatore e concesso che venissero costruite abitazioni a ridosso della fonderia stessa con i loro abitanti che si sono mobilitati contro i rumori, gli odori e le polveri tipiche di questa lavorazione. Obbligata a quel punto la chiusura del sito produttivo, anche perché il Comune di Rossano non ha fornito possibilità di ristrutturazione o siti alternativi. I lavoratori interessati sono 39 e, ad inizio trattativa, per solo 13 di loro era previsto l'assorbimento nella sede di Malo. Dopo la lunga trattativa, partita però con una premessa positiva perché la proprietà non aveva chiuso la Rossano Fond ma l'aveva fatta assorbire da Fonderie Soliman Spa, è stata concordato un anno di CIGS a rotazione (e non per tutti e a zero ore lavorative come nella bozza iniziale) con la mobilità non automatica e con un reintegro sicuro per i 13 operai iniziali a cui se ne potranno aggiungere degli altri in base all'andamento delle commesse. Questa la base dell'accordo che apre spiragli per il futuro in un momento in cui la crisi non molla la presa sui lavoratori e sulle aziende.
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