Sorato risponde a VicenzaPiù. Nel salotto buono
Mercoledi 8 Agosto 2012 alle 11:53 | 0 commenti
E' da tempo, ancor prima del 25 maggio quando, rifiutatoci l'incontro con Samuele Sorato da parte dell'ufficio stampa della Banca Popolare di Vicenza, le abbiamo cominciate a rendere ripetutamente pubbliche, che poniamo domande senza risposta a lui e alla banca di cui è direttore generale. Domande che potevano fare anche i colleghi de Il Giornale di Vicenza, che, però e almeno fino a oggi, non le avevano poste all'Istituto di Gianni Zonin.
L'uomo potente di Vicenza («che bei tempi quando si parlava di Poteri forti e non di Potere unico!», ci ha detto un nostalgico delle "trame" di allora) vede seduto nel suo Cda dal 2003 Giuseppe Zigliotto, l'attuale presidente di Confindustria Vicenza, proprietaria tramite Athesis de Il Giornale di Vicenza, ma, tanto tuonò che piovve, dopo l'ennesimo downgrading abbattutosi su via Btg. Framarin da parte di Standard & Poor'S, un'agenzia a cui, ricordiamolo, la banca stessa ha commissionato, pagandoli, i suoi rating, oggi ha potuto (dovuto?) leggere sul quotidiano di Ario Gervasutti le risposte e le giustificazioni di Sorato per alcune delle questioni da noi poste.
Se il totem dell'informazione berica, per occuparsi di Credem, notoria banca ... locale, e di Unicredit, radicata a Vicenza tramite la Fondazione Cariverona, data sabato in crisi e poi risollevata ieri con la comunicazione del rating confermato di S&P, non ha avuto spazio da sabato per la Popolare di Vicenza e per i crucci su di lei di Standard & Poor's, oggi, finalmente, il collega Marino Smiderle è riuscito a pubblicare le "reazioni" ufficiali della Banca a un downgradind, che rende i suoi titoli non acquistabili dai fondi con tutte le immaginabili conseguenze del caso.
Che, di seguito, diligentemente, riportiamo e su cui torneremo successivamente con qualche, modesta, considerazione tecnica che richiederà domande ulteriori. Per ora ci basta sapere che il ruolo della stampa è stato assolto. Noi abbiamo fatto domande nell'interesse dei lettori e se alcune risposte (solo alcune, per ora, ma va bene così, non demordiamo certo per le altre questioni) sono arrivate, poco importa il mezzo scelto per darle. Noi siamo uomini di mondo e capiamo, senza gelosia, che certi salotti sono riservati. Ma, a volte, dalle anticamere si ascoltano verità che non si possono raccontare su divani ricchi e pomposi.
Buona lettura dell'articolo di Marino Smiderle su Il Giornale di Vicenza di oggi e anche sul suo sito web.
P.s. Se Samuele Sorato vorrà finalmente riceverci nel suo salotto buono, o anche nella hall della banca, magari per le altre risposte e per le nuove domande, accetteremo volentieri. Non siamo gelosi di questo tipo di "Jus primae noctis".
"S&P" declassa le banche: rivolta di quattro istituti
IL CASO. Bpvi, Bpm, Bper e Carige hanno preannunciato ricorso. Sorato (Popolare Vicenza): «Non abbiamo avuto possibilità di spiegare quello che stiamo facendo». Il rating più basso fa aumentare i costi di raccolta
08/08/2012e-mail
Un'agenzia di stampa diffusa nella tarda serata di venerdì ha fatto imbufalire diverse istituzioni finanziarie italiane: l'agenzia di rating Standard & Poor's aveva deciso di rivederne il rating al ribasso. Non una grande novità , di questi tempi, a causa del pessimo stato di salute dei conti pubblici italiani che trascinano giù tutto il sistema. Questo ultimo declassamento ha causato però la retrocessione di quattro banche importanti dal gruppo cosiddetto "Investment grade" a quello "Speculative grade", con conseguenze negative per il costo della raccolta. Di qui la decisione degli istituti di credito coinvolti di ricorrere contro S&P affinché riveda le proprie pagelle.
LA REAZIONE. Sono quattro le banche italiane che, come anticipato ieri da Il Sole 24 Ore, hanno annunciato il ricorso: tre quotate, Carige, Banca Popolare dell'Emilia, Banca Popolare di Milano, e una non quotata, la Banca Popolare di Vicenza. Il fatto di passare da BBB- a BB+, nella particolare scala di valori di Standard & Poor's, per queste banche comporta la non trascurabile conseguenza di dover emettere obbligazioni, appunto, speculative grade, quindi rischiose, quindi, per dirne una, non acquistabili dai fondi comuni di investimento o non scontabili in Bce. Questo almeno in linea teorica, dal momento che S&P non è l'unica società di rating e fanno fede anche i giudizi delle altre, come per esempio Fitch, che mantengono ancora... in serie A gli istituti in questione.
CONSEGUENZE. Il primo inghippo legato a questo pronunciamento ritenuto ingiusto da parte delle banche è legato, come detto, al costo della raccolta: le prime stime parlano di un possibile incremento dello 0,1/0,2 per cento, che per cifre importanti come quelle che riguardano le masse bancarie potrebbero finire con l'influire negativamente sugli impieghi futuri. LE DICHIARAZIONI. Oltre a Luigi Odorici, amministratore delegato della Banca Popolare dell'Emilia e a Ennio La Monica, direttore generale di Carige, è intervenuto sull'argomento anche Samuele Sorato, direttore generale della Banca Popolare di Vicenza. «Faremo ricorso contro la decisione di S&P - ha dichiarato a Il Sole 24 Ore - vogliamo capire con quali modalità agisce l'agenzia. Faccio notare che il taglio è arrivato via telefono. Nessun incontro, nessuna possibilità da parte nostra di spiegare cosa stiamo facendo per tamponare l'aumento dei prestiti in sofferenza. Che c'è».
I RILIEVI. Secondo l'analisi di S&P, i crediti di difficile esigibilità della Popolare di Vicenza sono passati dal 3,2% nel 2008 al 7,6% della fine dell'anno scorso. «Ma ci si dimentica - osserva Sorato - che nel nostro caso abbiamo aumentato gli impieghi dal 2008 a oggi di tre volte rispetto alla media del settore. Il paradosso è proprio questo: veniamo penalizzati perché abbiamo dato credito all'economia del territorio. E in genere le banche commerciali vengono sfavorite rispetto alle grandi banche d'affari che fanno profitti con la finanza speculativa».
SEMESTRALE. Intanto oggi la Popolare presenterà la semestrale che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere molto positiva, nonostante il periodo di crisi. E smentire, quindi, le conclusioni a cui è giunta l'agenzia di rating. Il fatto di prestare denaro al sistema di imprese e famiglie del territorio sembra essere considerato da S&P un difetto e non un pregio. Troppo rischioso fare il proprio mestiere.
Marino Smiderle
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.