Sindacati in Prefettura a Vicenza contro la riforma Fornero: "Nelle nostre aziende lavori usuranti fino a 65 anni e i giovani restano fuori"
Venerdi 16 Ottobre 2015 alle 14:59 | 0 commenti
 Alla fine i dati vicentini su occupazione, disoccupazione e quant'altro non sono pervenuti. "In prefettura non li avevano", hanno spiegato Marina Bergamin (Cgil), Gianfranco Refosco (Cisl) e Grazia Chisin (Uil) all'uscita dagli uffici di Contrà Gazzolle. Dal viceprefetto, che li ha ricevuti questa mattina, i tre segretari generali berici dei sindacati confederali sono andati - come han fatto in questi giorni i loro colleghi di tutta Italia - per consegnare una precisa richiesta al braccio territoriale dello Stato: "cambiare la legge Fornero sulle pensioni".
Fuori dalla prefettura, ad aspettarli, un gruppo di circa un centinaio di pensione - molti dei quali pensionati - con le bandiere dei sindacati in braccio in una specie di presidio. Una situazione che, vista da lontano, ricordava i "bei tempi" delle lotte della triplice. Oggi, una manifestazione di questo genere, allargata a tutta Italia e che arriva a ridosso dell'approdo della legge di stabilità in Consiglio dei Ministri, potrebbe avere due chiavi di lettura: la ripresa di un braccio di ferro - con la rinascita di una rappresentanza sindacale che ha perso potere negli ultimi anni - o un trascinarsi senza soluzioni nette del "mènage a trois" tra sindacati, Confindustria e Governo. Ipotesi, quest'ultima, che sta portando Renzi a essere sempre più interventista sulle politiche del lavoro. "Siamo molto preoccupati per il lavoro dei giovani e per la produttività bassa che si sta registrando nelle nostre aziende - sottolinea Bergamin - il personale è anziano e non c'è più nessuno che fa formazione". E Grazia Chisin aggiunge: "Al Prefetto abbiamo chiesto di indirizzare una nota che esprime la nostra contrarietà alla riforma Fornero, oggi nelle nostre fabbriche manca il turnover, l'occupazione giovanile è praticamente inesistente e l'età di chi fa lavori usuranti si alza sempre di più".
In particolare, una delle ultime modifiche del testo Fornero, prevede un part time agevolato per tutti i dipendenti con più di 63 anni del settore privato.
Un colpo basso, secondo i sindacati, sia per la produttività che per i meccanismi di entrata del lavoro giovanile. Nella fabbriche vicentine in cui il "lavoro usurante" ha livelli più alti - parliamo di aziende del comparto metalmeccanico, siderurgico e chimico principalmente (vale a dire Beltrame, Laverda, Telwin, Valbruna e Zambon) ma anche il settore edile - l'età lavorativa si sta innalzando senza prevedere nuova occupazione.
La richiesta di Confindustria sul fronte produttività calante ha insomma raccolto i favori della visione liberista in salsa Renzi. E i sindacati, che dopo la contestata firma della piattaforma unica sul lavoro sembravano aver trovato la quadratura del cerchio, ora si trovano di fronte a un problema sociale che sta assumendo dimensioni preoccupanti. "Nelle fabbriche i lavoratori sono stanchi e delusi - confermano - ci sono operai che superano i 43 anni di anzianità e hanno uno scivolo per la pensione sempre più ridottto (la riforma prevede l'abbassamento, per il prossimo anno, dai 2 anni attuali ai diciotto mesi per il prepensionamento ndr)".
Un mondo del lavro complesso e penalizzante per la classe operaia che si trova ad avere "nonni" ancora al lavoro, un lavoro pesante, e figli e nipoti a casa disoccupati. Un'occasione, però, per i sindacati, di ritornare sui luoghi di lavoro anche se, stamane, al presidio, i "giovani" però non c'erano.
A margine della manifestazione è però trapelata la notizia di un incontro tra i confederali vicentini e Confindustria che si svolgerà nei prossimi giorni. Per parlare, a quanto sembra, della "situazione vicentina". Sul quando e sul tema, però, bocche cucite. Â
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